Categoria: SS. Siro e Materno

  • Comunità in cammino 17 aprile 2020

    COMUNITÀ PASTORALE
    SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO – DESIO
    NOTIZIARIO SETTIMANALE DELLA PARROCCHIA SS. SIRO e MATERNO

    COMUNITÀ IN CAMMINO

    Anno 18 – Numero 34 17 aprile 2020

    CONTAGIO FUORI DAL SEPOLCRO

    Il Papa nel discorso di Pasqua ha usato l’immagine del “contagio” per descrivere la diffusione dell’annuncio della risurrezione di Gesù: «Oggi riecheggia in tutto il mondo l’annuncio della Chiesa: “Gesù Cristo è risorto! È veramente risorto!”. Come una fiamma nuova questa Buona Notizia si è accesa nella notte: la notte di un mondo già alle prese con sfide epocali ed ora oppresso dalla pandemia, che mette a dura prova la nostra grande famiglia umana. In questa notte è risuonata la voce della Chiesa: “Cristo, mia speranza, è risorto!”. È un altro “contagio”, che si trasmette da cuore a cuore – perché ogni cuore umano attende questa Buona Notizia».

    Aveva già parlato, il Santo Padre, di contagio della solidarietà per contrastare quello della malattia, ma nella Pasqua si è spinto più in là: la fede, la forza della Buona Notizia, si espandono se qualcuno sa trasmettere da cuore a cuore l’annuncio di Gesù Risorto.

    Il Lunedì dell’Angelo, poi, ha specificato che bisogna abbandonare il sepolcro vuoto e guardare oltre, guardare al Risorto che porta le sue piaghe di Crocifisso e affidarsi al cammino nuovo che Lui ci affida. Così ha detto nell’omelia: «Anche oggi, davanti alla prossima – speriamo che sia presto – prossima fine di questa pandemia, c’è la stessa opzione: o la nostra scommessa sarà per la vita, per la resurrezione dei popoli o sarà per il dio denaro: tornare al sepolcro della fame, della schiavitù, delle guerre, delle fabbriche delle armi, dei bambini senza educazione… lì c’è il sepolcro».

    don Gianni

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  • Comunità in cammino 5 aprile 2020

    Comunità in cammino 5 aprile 2020

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    SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO – DESIO

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    Anno 18 – Numero 32 5 aprile 2020

    UNA PASQUA “FATTA” IN CASA

    Il verbo “fare” è molto brianzolo: indica intraprendenza, creatività, laboriosità. Pasqua “fatta” in casa non significa “trascorsa” in casa, ma proprio “fatta”, cioè costruita, elaborata, inventata.

    Televisione, radio e web ci inonderanno di proposte liturgiche e anche la Comunità Pastorale trasmetterà il Triduo Pasquale su YouTube, per permettere a chi lo desidera di partecipare ai riti pasquali: “partecipare”, appunto, non solo essere spettatori, assistere a uno spettacolo.

    Ecco che in questa occasione si può sbizzarrire la fantasia dei singoli e delle famiglie. I sussidi diocesani e altri presenti in internet possono dare moltissimi suggerimenti.

    Anch’io proporrei anzitutto di non mettersi davanti al televisore o al computer come si fa per i film, le fiction, gli eventi sportivi o i reality. La Cena del Signore, l’Adorazione della Croce, la Veglia Pasquale saranno più veri e più vivi se cuore, mente e fantasia si prepareranno e “faranno” la Pasqua. Cosa fare? Segni semplici della fede vicino allo schermo: un cero acceso, la Bibbia aperta, un crocifisso o un’icona. Ma anche segni quotidiani: il cesto del pane da spezzare insieme; alcuni attrezzi di lavoro; immagini di amici oggi distanti o di chi si cura dei crocifissi del mondo (poveri lontani e malati vicini); oggetti importanti per la storia della famiglia ecc.

    In chiesa preti, cantori, lettori e sacrestano faranno la loro parte, ma nelle case entrerà Gesù, com’è scritto nel libro dell’Apocalisse (3,20): «Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me».

    don Gianni

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  • Comunità in cammino – 29 marzo 2020

    Comunità in cammino – 29 marzo 2020

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    Anno 18 – Numero 31 29 marzo 2020

    BALCONI, CAMPANE, SILENZIO

    In questi giorni – ormai oltre cinque settimane – si è sentito di tutto: opinioni, riflessioni, invocazioni, proteste. Si vuole attraversare questo lungo periodo vincendo lo smarrimento, soffrendo per le troppe vittime, ipotizzando un futuro impalpabile. Più che chiederci quando ne usciremo, ci stiamo chiedendo come ne usciremo: diversi? migliori? più saggi?

    Per un po’ i balconi e i davanzali delle città sono diventati luoghi di aggregazione, di esibizione, di musica e canti: una sorta di rito collettivo per incoraggiarsi a vicenda e quasi esorcizzare il male che avanza. Con umiltà anche noi cristiani siamo stati invitati una sera a mettere sul davanzale una candela o un drappo bianco, come segno di speranza e di preghiera.

    In aggiunta le chiese continuano a far risuonare le loro campane. Lo ha chiesto l’Arcivescovo (per «guardare in alto e capire che siamo tutti fratelli e sorelle, figli di un solo Padre»), ma anche tanti altri che apprezzano che le campane contrastino il suono delle sirene dei mezzi di soccorso.

    Le campane, come le chiese aperte, desiderano ricordare a chi possiamo affidare l’abisso di questi giorni: al Signore Gesù Crocifisso che non sta di fronte a noi come su una cattedra, ma accanto a noi, nel percorso che crocifigge tanti uomini e donne in questa crisi terribile.

    Paradossalmente le campane invitano anche a fare silenzio, un silenzio operoso, fatto di preghiera e interiorità, di domande: «e ora, cosa conta davvero nella nostra vita? per cosa vogliamo combattere, e vincere, e vivere?».

    don Gianni

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  • Comunità in cammino 22 marzo 2020

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    Anno 18 – Numero 30 – 22 marzo 2020

    MONS. DELPINI: LA GRANDE LIBERTÀ

    Il nostro Arcivescovo, mons. Mario Delpini, ci aiuta nell’attuale emergenza a custodire sguardo lucido e mente aperta e libera. Per chi l’avesse perso, ecco un passaggio significativo della sua omelia di domenica scorsa, 15 marzo, nella cappella del Policlinico di Milano.

    La situazione drammatica che si è creata in questa nostra terra può indurre a inseguire ogni minuzia, ogni informazione che sia resa disponibile, allo scopo di rassicurare o di spaventare, di confondere o di fare chiarezza. Siamo disposti ad ascoltare di tutto, a vedere di tutto, a credere a tutto. Forse abbiamo nostalgia delle piccole libertà, delle scelte che non impegnano troppo, della normalità confusa in cui si parla, si vive, si pensa, di agisce, gratis e senza impegno.

    Ma la celebrazione della Quaresima, l’avvicinarsi della Pasqua si propone agli uomini e alle donne “che avevano creduto in lui”, come l’annuncio dei giorni della grande libertà. Sperimentiamo la frustrazione dell’impotenza, la trepidazione dell’incertezza, lo smarrimento delle previsioni. La brutta sensazione di vedere tutto incerto e tutto vacillante può essere motivo di angoscia.

    Ma chi incontra Gesù, chi ascolta la sua parola, chi non si arrocca nella presunzione di aver creduto, ma si dispone a credere, riceve la promessa, può ascoltare l’invito: questi sono i giorni della grande libertà! Chi osserva la mia parola non vedrà la morte in eterno. Scegliete la vita. Fidatevi di Dio. Imparate da Gesù che cosa sia la vita o la morte, imparate da Gesù che cosa sia essere servo o essere figlio, dire la verità o la menzogna.

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  • Comunità in cammino 15 marzo 2020

    basilica

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    Anno 18 – Numero 29 logo basilica 15 marzo 2020

    NON DISPERDERE LA FIDUCIA

    Nel 2008 il crollo economico che partì dagli USA e danneggiò seriamente l’economia mondiale, causando dissesti bancari, disoccupazione non solo giovanile, chiusura di aziende, impoverimento delle famiglie, nasceva sostanzialmente da una crisi di fiducia: non ci si fidava più di persone, istituzioni, sistemi economici nazionali e internazionali, sospettati di cercare esclusivamente il proprio interesse a danno di clienti, aziende, lavoro. Per lungo tempo questa crisi, accompagnata da eventi terroristici, movimenti migratori, cambiamenti climatici e, in sintesi, da un giudizio negativo su ciò che si chiama “globalizzazione”, è stata la causa della paura: paura di diventare più poveri, di perdere abitudini, privilegi, serenità.

    Oggi quella paura è maggiore a causa di un virus nascosto, insidioso, poco conosciuto. Un virus per vincere il quale ci è chiesto di stare a distanza, di rendere quasi programmatica la sfiducia verso ogni relazione, contatto, incontro: l’altro mi può contagiare.

    Sapremo solo alla fine quanto avremo seminato circa i rapporti tra le persone e se avremo trovato il modo – in questo periodo di sospensione – di riqualificarli anche per la vita comunitaria: quella che si svolge in famiglia, nella città, nella chiesa, a scuola, in oratorio, al lavoro.

    Al virus che impone distanza fisica non possiamo far vincere la battaglia di un male più profondo, quello che distrugge la fiducia tra le persone e provoca ulteriori distacchi. Pur “distanti”, vediamo e apprezziamo tanti segni di vicinanza, di prossimità: un tesoro per il futuro.

    don Gianni

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  • Via Crucis con l’Arcivescovo

    Via Crucis con l’Arcivescovo

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    Testo della Via Crucis con l’Arcivescovo di martedì 10 marzo sera (21.00) trasmessa dalla cappella feriale del Duomo.

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    Si potrà seguire su Radio Marconi, Radio Mater e su www.chiesadimilano.it.

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  • Comunità in cammino 1 marzo 2020

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    Anno 18 – Numero 27  1 marzo 2020

    QUARESIMA E QUARANTENA

    Il gioco di parole è fin troppo facile ed è già stato utilizzato: quaranta giorni di tempo per prepararsi alla Pasqua o per essere sicuri di sapersi liberi da contagi e malattie.

    La Quaresima inizia senza ceneri e senza celebrazioni di SS. Messe o, meglio, con un modo di celebrare diverso.

    Le ceneri: non è esperienza di fragilità e di cambiamento dover ribaltare d’improvviso la propria vita, non mandare i bambini a scuola, riaggregare le famiglie senza averlo scelto, svolgere il lavoro da casa, non sapere come utilizzare un inaspettato tempo libero?

    Circa la S. Messa, quando ho celebrato nella basilica deserta mi sono rivisto come don Camillo (altri l’avranno ricordato!) che celebra nella chiesa allagata e la sua predica raggiunge la popolazione provata dall’alluvione e schierata sull’argine. Oggi radio, televisione e web consentono di arrivare a tutti: solitamente se ne avvalgono i malati, ma stavolta è per tutti.

    Sarebbe bello che i cattolici riscoprissero una caratteristica dei fratelli maggiori ebrei, la cui liturgia non era principalmente al tempio o in sinagoga, ma in casa. Forse occorre riabituarsi a pregare insieme e a colloquiare anche delle cose della fede e della figura di Gesù.

    Privati delle abitudini, anche religiose, possiamo chiederci: cosa è veramente essenziale e irrinunciabile? La fede cresce nelle prove, oppure svanisce, ma allora c’era poco anche prima.

    (PS. Vedi don Camillo: https://youtu.be/AWH3v6b5LQI )

    don Gianni

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  • Celebrazioni Eucaristiche sospese

    L'Arcivescono della Diocesi di Milano, Sua Eccellenza Monsignor Mario Delpini, in ragione dell'ordinanza emanata dal Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, di concerto con il Ministro della Salute, Roberto Speranza, dispone la sospensione delle Celebrazioni Eucaristiche con concorso di popolo a partire dall'orario vespertino di domenica 23 febbraio 2020 e fino a data da definire a seguito dell'evolversi della situazione. Nella giornata di domani, lunedì 24 febbraio, verranno fornite ulteriori indicazioni in merito alle celebrazioni rituali.S

    Il Vicario Episcopale di Zona mons. Luciano Angaroni ha inviato il messaggio sopra allegato.
    Le SS. Messe con concorso di popolo sono sospese a partire già dalle celebrazioni di questa sera.
    Nei giorni feriali sarà possibile seguire le SS. Messe attraverso la radio parrocchiale.

    Nei prossimi giorni daremo maggiori informazioni, riguardanti anche le altre celebrazioni, specialmente i funerali. Ci atterremo alle disposizioni diocesane che verranno comunicate domani