Il Natale come incontro con il Dio che cammina con noi

Natale è luce, gioia, famiglia, incontro...


Sono alcune delle affermazioni che si fanno in questi giorni.


C’è un’origine della festa? Qual è la sorgente della gioia e della pace che si vorrebbero sperimentare ogni giorno dell’anno?


Il nostro Natale ha fascino, ma rischia di essere una pausa non realistica, che non dice molto il giorno dopo, il mese dopo, di fronte alle fatiche di ogni vita!


Il Natale che sogniamo e suggeriamo alle generazioni più giovani potrebbe essere evocativo di un desiderio, ma non realizzabile nella concretezza dei fatti. Il Natale dell’uomo contemporaneo è il Natale del cristiano?


Nei giorni scorsi mi sono soffermato su due riflessioni che consegno come augurio per un Natale Santo, prima ancora che buono, per un Natale incontro prima ancora che emozione affascinante.


Il primo testo è di don Tonino Bello:

“Andiamo fino a Betlemme, come i pastori. L'importante è muoversi. E se, invece di un Dio glorioso, ci imbattiamo nella fragilità di un bambino, non ci venga il dubbio di aver sbagliato percorso. ll volto spaurito degli oppressi, le membra dei sofferenti, la solitudine degli infelici, l’amarezza di molti uomini e donne, sono il luogo dove Egli continua a cercarci in clandestinità.
A noi il compito di cercarlo. Mettiamoci in cammino, dunque, senza paura.”

Buon Natale, anzi Santo Natale, con l’augurio di continuare a cercare questo Dio che si fa piccolo e fragile, mite e propositivo, perché ci vuole incontrare in ogni situazione e stagione della nostra vita.

Il mio augurio è di continuare a camminare senza paura cercando il Dio che nasce non nella perfezione e nelle situazioni più facili, ma nei fatti e nella vita di ogni giorno.

Sì, il Dio che si fa Bambino, è l’Emmanuele, cioè il Dio con noi!


Il secondo augurio lo prendo da una delle pagine più intense delle Confessioni di S. Agostino:

“Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova. Ed ecco che tu stavi dentro di me e io ero fuori e là ti cercavo. E io, brutto, mi avventavo sulle cose belle da te create. Eri con me ed io non ero con te. Mi tenevano lontano da te quelle creature, che, se non fossero in te, neppure esisterebbero.
Mi hai chiamato, hai gridato, hai infranto la mia sordità. Mi hai abbagliato, mi hai folgorato, e hai finalmente guarito la mia cecità. Hai alitato su di me il tuo profumo e io l’ho respirato, e ora anelo a te. Ti ho gustato e ora ho fame e sete di te. Mi hai toccato e ora ardo dal desiderio di conseguire la tua pace”.

Buon Natale, anzi Santo Natale con l’augurio di lasciarci toccare cuore e mente dalla Luce che emana dalla grotta di Betlemme.

Buon Natale, anzi Santo Natale, con l’augurio che la pace che cerchiamo scaturisca dalla scoperta che il Bambino di Betlemme è l’origine della pace cercata, invocata, accolta; con la gioia di chi riconosce e vive amato dalla “Bellezza tanto antica e sempre nuova” che è l’Amore di Dio vicino, con noi!


Don Mauro