Adorare per riscoprire il senso del nostro stare al mondo

Nel pensare la proposta delle giornate eucaristiche, ci siamo confrontati, come diaconia, con la complessità degli ultimi decenni. Perché proporre delle giornate dove mettere al centro l’adorazione personale e comunitaria? Con quale sottolineatura evangelica promuoverle?


Da più parti si va ripetendo che tutto è cambiato, quindi anche la modalità di vive re la vita comunitaria cristiana non può che essere ripensata. Tornare ad invitare tutta la comunità a stare in ascolto silenzioso e nella lode gioiosa non è forse riproporre quanto sempre fatto? Sì, se queste giornate divagano in rito che si ripete senza coinvolgimento personale.


Sì, se la modalità è quella trionfalistica di un tempo che non ci può più essere. No, se i giorni di preghiera vengono cercati e accolti per rientrare in noi stessi e permettere a Cristo Gesù di parlare al nostro cuore.


Il periodo complesso che stiamo vivendo ci fa osare nel proporre un’attenzione particolare: il legame tra l’Eucarestia e la Creazione, tra il dono d’amore di Dio nella morte e Risurrezione di Cristo e il dono del Creato. Papa Francesco, nella lettera «Laudato si’», scrive:

“L’Eucarestia unisce il cielo e la terra, abbraccia e penetra tutto il creato. Il mondo, che è uscito dalle mani di Dio, ritorna a Lui in gioiosa e piena adorazione... L'’Eucarestia è fonte di luce e di motivazione per le nostre preoccupazioni per l’ambiente, e ci orienta ad essere custodi di tutto il creato”.


Se osiamo, riflettiamo, preghiamo di più, potrebbe anche nascere la fraternità che andiamo cercando.


Le giornate Eucaristiche sono un tempo per ritrovare il senso del nostro stare al mondo. Pregare, adorare e invocare nella consapevolezza che siamo partecipi dell'opera della Creazione (ma non siamo Creatori) permette di gioire perchè siamo figli. Figli di un Creatore che è Padre presente nel pane spezzato e nel calice versato, Padre che in Gesù ci convoca per stare con Lui e condividere con ogni fratello e sorella le strade del quotidiano. Adorare Gesù presente e vivo nell'Eucarestia è esercizio di fraternità, è porre le fondamenta per una pace che non si costruisce su interessi personali o di gruppo, ma si invoca e cresce come dono del Padre.


Inizieremo le giornate Eucaristiche giovedì 23 ottobre con la Messa delle 6.30 a San Giovanni Battista invocando il dono della pace. Un orario insolito, ma voluto, per un gesto penitenziale che chiede pace. Voluto in comunione con il nostro Arcivescovo Mario che nello stesso giorno e ora celebra a Cesano Maderno la Messa con tale intenzione. Un orario possibile per chi lavora o studia, un orario che ci chiede la gioia di vivere il primato di essere figli, creature e non creatori


don Mauro