Ormai da tempo, la Comunità Pastorale desiana propone l’iniziativa denominata “Dono da condividere”.
Ogni mese (per la precisione: il week end della seconda domenica del mese) viene organizzata una colletta per le famiglie più in difficoltà tra la popolazione di Desio.
Ciò che viene raccolto durante le Messe è destinato alla Posteria Sociale ed alle Caritas di San Giorgio e San Giovanni Battista.
In particolare, la Posteria Sociale è un esempio virtuoso di collaborazione tra la Comunità Pastorale e l’Amministrazione cittadina, con un “meccanismo” di funzionamento che, per quanto ancora perfettibile, ha dimostrato di poter funzionare efficacemente.
La Chiesa cristiana delle origini era caratterizzata da una grande attenzione caritativa ai fratelli più poveri. Gli Atti degli Apostoli, ed il capitolo XIII della prima lettera ai Corinzi sono fondamentali, al riguardo, per lo stile di vita chiesto alle prime comunità.
Paolo, in particolare, si è distinto per lo zelo con cui predicava la mutua assistenza tra i cristiani con indicazioni anche molto radicali, che forse oggi ci mettono un po’ in imbarazzo.
Nei suoi scritti invita più volte i cristiani a realizzare collette, in beni ed offerte, a favore delle comunità più in difficoltà, ed in particolare per quella di Gerusalemme.
Nella prima lettera ai Corinzi, esorta così: “riguardo alla colletta in favore dei santi, fate anche voi come ho ordinato alle Chiese della Galazia. Ogni primo giorno della settimana ciascuno di voi metta da parte ciò che è riuscito a risparmiare perché le collette non si facciano quando verrò. Quando arriverò, quelli che avrete scelto li manderò io con una mia lettera per portare il dono della vostra generosità a Gerusalemme. E se converrà che vada anch’io, essi verranno con me”.
Di questo brano, si possono sottolineare alcuni aspetti:
- Paolo desidera che la comunità sia autonoma nella gestione della colletta. Vuole una comunità “adulta”, capace di prendersi cura di chi è in difficoltà, anche se è “lontano”
- Paolo si mette in gioco in prima persona, rendendosi disponibile a recarsi a Gerusalemme (città nella quale era perseguitato). Aiutare vuol dire mettersi in gioco, accettandone le “scomodità”
- Paolo chiede un impegno non una tantum ma continuativo, responsabile, che diventa parte del vissuto.
Forti di questo esempio si sviluppa ogni mese il “Dono da condividere”.
Si ringraziano:
- Tutti coloro che hanno donato, donano, e doneranno, secondo le proprie disponibilità
- I volontari che effettuano materialmente la raccolta dei beni.
Quanto più si riuscirà a raccogliere, sia alimenti che altri beni di prima necessità secondo le esigenze, e quanto più si riuscirà a trasformare la solidarietà in aiuto concreto.