Un cammino di sei settimane verso il Natale tra silenzio, preghiera e carità.
Oggi è il capodanno della vita della Chiesa, del suo celebrare i misteri del Signore, con i momenti più forti nel Natale, Pasqua e Pentecoste. In preparazione a queste feste ci sono settimane di preghiera e riflessione: l'Avvento per il Natale e la Quaresima per la Pasqua.
Come vivere le sei settimane in preparazione al Natale?
Innanzitutto, partendo dal senso stesso dell'Avvento, che è l'attesa di una venuta.
Tutta la nostra vita, tutta la storia umana è un'attesa: ha un inizio nella mente e nel cuore di Dio - che ci ama e ci vuole partecipi dei suoi doni, nonostante i nostri rifiuti - e ha un fine che è la venuta di Gesù. La venuta di Gesù si realizza in due tempi: nella storia (il Natale, che chiude il Primo Testamento) e alla fine, quando Gesù si rivelerà giudice glorioso.
Le due venute sono presenti nella Liturgia, ma le letture parlano più della seconda. Il Vangelo di Matteo (il brano che fa parte del discorso sulle ultime cose) è difficile perché non siamo abituati al linguaggio apocalittico: fa riferimento sia alla fine di Gerusalemme, sia a quella del mondo. E quando si parla della fine, il discorso ci fa paura, aggrappati come siamo al tempo presente.
Mentre conosciamo la prima venuta (quella storica, dove e quando è nato Gesù), non sappiamo nulla di quella finale: ce lo ricordano Paolo e Gesù stesso, che non ci ha lasciato una data, ma un programma per vivere bene e non trovarci impreparati. Ma non ci ha lasciati soli tra la prima e la seconda venuta. Lui viene ogni giorno, in particolare nella celebrazione eucaristica: è per questo che ci impegneremo in modo particolare a vivere bene la nostra Santa Messa domenicale.
Proviamo a fare qualche altro proposito per l'Avvento: un momento di silenzio, una preghiera più abbondante, una carità più concreta, segno del cuore nuovo che Gesù é venuto a donarci con il suo Natale.