La testimonianza di Padre Alessio Crippa

La casa desiana dei Missionari Saveriani ha aperto le porte domenica sera, 19 ottobre, per accogliere le tantissime persone che hanno partecipato alla serata di presentazione della comunità e per ascoltare la testimonianza di padre Alessio Crippa, saveriano lissonese in missione in Thailandia.


Oltre centocinquanta persone hanno risposto all’invito e hanno riempito il salone dell’istituto religioso, dove è stato allestito un aperitivo etnico per raccogliere fondi per la missione in Thailandia.


Il dialogo è iniziato davanti ad un piatto di cous cous marocchino e una frittella pakistana ed è proseguito poi nel corso della serata, con la presentazione della comunità saveriana  e le parole di padre Alessio Crippa.


Da settembre la casa dei missionari di Desio ospita gli studenti della teologia che si preparano all’ordinazione. Sono arrivati anche alcuni nuovi padri, tra cui il rettore padre José Guadalupe Robledo Sanchez, per tutti padre Lupo, messicano, per 26 anni missionario in Indonesia.


Fanno parte della comunità il desiano padre Gianni Villa, padre Giuseppe Dovigo, tornato a Desio dopo anni di missione in Congo e padre Ferdinandus Supandri, per tutti padre Pandri, indonesiano.

Domenica sera si sono presentati anche i giovani studenti: Twahirwa Dieudonne Dieudo burundese, Chiza Hombu Nicolas congolese, Herybertus Jakpen Metta Ndetto Hery, indonesiano, Eric Mihigo Ntalasha congolese e  Riko Nababan, indonesiano.


Con i loro gesti, i canti e i loro sorrisi hanno già ben espresso la loro voglia di farsi conoscere e di essere missionari. 


Padre Alessio Crippa ha poi parlato della sua missione in Thailandia, in un villaggio al nord, al confine col Myanmar; una missione giovane, nata proprio col suo trasferimento in quella zona, 5 anni fa. “Abbiamo accolto la richiesta di aiuto dei vescovi e abbiamo aperto la missione col desiderio di viverla in modo nuovo, insieme alle persone e collaborando con altre realtà e associazioni: è una missione che coinvolge, una presenza semplice”.  La Thailandia è un Paese prevalentemente buddhista. “Nella zona in cui mi trovo, nessuno conosce la Chiesa. Le persone sono soprattutto animiste. Noi siamo presenza. Una presenza che è comunità: questo la gente lo ha capito bene”.


La situazione al confine col Myanmar è difficile: dal Paese confinante arrivano molti profughi che scappano dalla guerra. “Intorno a noi ci sono anche campi profughi. Abbiamo aperto un centro per accogliere ragazzi che arrivano da zone di conflitto. Quasi tutti sono senza documenti. Noi siamo lì a fare accoglienza, per far capire che insieme possiamo fare tanto: ci salviamo insieme. Cerchiamo di creare un circolo di amore e di bene”.  Le esigenze e i bisogni sono tanti. Padre Alessio accoglie una sessantina di bambini e ragazzi, giorno e notte. “Proponiamo tante attività, i ragazzi sono sempre impegnati. Il nostro è un centro di formazione alla pace e durante il giorno accogliamo anche i ragazzi dei villaggi”. I bambini senza documenti non possono frequentare la scuola pubblica. “Cerchiamo di offrire a questi piccoli accoglienza, istruzione ed educazione, anche grazie ai volontari internazionali che trascorrono in missione lunghi periodi di tempo. Vogliamo trasmettere loro uno spirito critico e i valori della pace e della non violenza”.


La serata ha permesso di raccogliere quasi 1500 euro, che sono stati consegnati a padre Alessio per la sua missione in Thailandia.


I missionari hanno avviato in tutta Italia un progetto di formazione alla missione dedicato soprattutto ai giovani che vogliono fare esperienze per periodi più o meno lunghi. Ne ha parlato padre Pandri, ricordando l’importanza di mantenere sempre uno sguardo aperto sul mondo. “La realtà è molto più grande rispetto al territorio in cui viviamo”. “La nostra casa è sempre aperta, venite a trovarci” ha poi concluso il missionario.


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