Prevista la chiusura della Scuola dell'Infanzia S. Giuseppe

Dall’anno scolastico 2026-2027 la Scuola dell’Infanzia San Giuseppe, ospitata nella storica sede di via Conciliazione, chiuderà i battenti: l’immobile non è più idoneo ad ospitare questo tipo di attività.


La decisione era nell’aria ed è il risultato di un lungo, complesso, condiviso e anche sofferto percorso avviato dalla comunità pastorale desiana insieme alla direzione della scuola: “Questa scelta non è stata fatta assolutamente a cuor leggero – afferma Mons. Mauro Barlassina, responsabile della comunità pastorale Santa Teresa del Bambino Gesù -. Non è tuttavia corretto parlare di chiusura, di abbassamento delle saracinesche. Non è così, perché in realtà si tratta di un processo di razionalizzazione inevitabile e necessario per garantire una sempre più efficace e autentica azione educativa nei confronti dei più piccoli, che la comunità cristiana intende confermare e anzi rafforzare”.


Se infatti da una parte esiste la necessità di una radicale e assai costosa ristrutturazione dell’immobile (soggetto, peraltro, alla supervisione della Sovrintendenza alle Belle Arti per la propria valenza storica), dall’altra occorre prendere atto del netto calo delle nascite che interessa anche la nostra città, con la conseguente esigenza di un generale ripensamento della presenza della comunità cristiana nell’ambito educativo.


Mons. Barlassina ha così promosso e avviato con i responsabili delle strutture educative attive a Desio un processo per mettere maggiormente in rete le scuole dell’infanzia parrocchiali e quelle paritarie cittadine, che comprendono la Scuola dell’infanzia San Giorgio di via Sant’Apollinare, la Scuola dell’infanzia Umberto I di via Sciesa, l’Opera Pia Sacro Cuore di Gesù di via Don Minzoni e la Scuola dell’Infanzia Santa Teresa presso l’Istituto Paola di Rosa.


Anche nel recente Bilancio di Missione della Chiesa di Milano i responsabili diocesani hanno sottolineato che le scuole dell’infanzia cattoliche rappresentano “una presenza consistente, disseminata geograficamente, che offre un servizio a moltissimi cittadini” e che, come tale, va salvaguardata e potenziata:

“Vogliamo rafforzare l’identità delle scuole cattoliche – aggiunge Mons. Barlassina -, facendole lavorare insieme, aumentando il legame con le comunità parrocchiali e con la città tutta, nella logica della sussidiarietà”.


Tornando ai cambiamenti che attendono la Scuola San Giuseppe, alle famiglie – in un incontro tenutosi nei giorni scorsi - è stato proposto un percorso di inserimento nelle altre strutture, lasciando la massima libertà di scelta, nel segno della continuità.


Nessuno insomma verrà abbandonato, né le famiglie né il personale che oggi opera nella struttura: si stanno definendo soluzioni condivise.


Ma che ne sarà dell’attuale edificio di via Conciliazione? Si è detto della necessità di un radicale intervento di adeguamento e ristrutturazione. È altrettanto noto che quello che era l’ex oratorio femminile si trova accanto alla vasta area del Centro Parrocchiale, a sua volta oggetto di una possibile alienazione:

“Oggi siamo di fronte a scelte gravose, ma necessarie – chiarisce Mons. Barlassina -. Ci sono alcuni edifici che richiedono molteplici interventi di messa a norma e di adeguamento con costi che al momento risultano insostenibili per la comunità pastorale, nonostante la sempre significativa generosità da parte dei fedeli, che peraltro ha permesso negli anni recenti il restauro della cupola della Basilica. Si tratta spesso di edifici pensati in epoche che presentavano diverse necessità pastorali. Da qui è nata una profonda riflessione che ha interessato il consiglio pastorale e il consiglio economico e che ha condotto alla decisione che oggi intendiamo condividere con tutta la cittadinanza”.


In sostanza l’attuale sede dell’asilo – opportunamente e radicalmente ristrutturata - dovrebbe diventare, presumibilmente entro il 2028, uno spazio polivalente e fruibile per attività pastorali e culturali: sala conferenze, centro di ascolto cittadino, aule per gruppi e associazioni, impianti e strutture moderne, con valorizzazione degli spazi esterni, quelli caratterizzati dalla grotta dedicata alla Madonna. Si lavora insomma a questo progetto, che è strettamente legato alla scelta di alienare Il Centro Parrocchiale.


Costruito nella seconda metà del secolo scorso e pensato come casa di tante attività della Parrocchia dei Santi Siro e Materno, Il Centro Parrocchiale da alcuni anni presenta il conto di costi di gestione che la comunità non può più sostenere e di spazi che appaiono sovrastimati rispetto alle necessità, tenuto conto anche delle numerose strutture delle altre parrocchie cittadine.


È ancora il Prevosto di Desio a descrivere il percorso:

“Stiamo avviando un’interlocuzione con l’amministrazione comunale, perché riteniamo che questa vasta area centrale possa diventare l’embrione di un nuovo disegno del centro cittadino – afferma -. Mi piace anche un po’ sognare a un centro città che rinasce proprio anche a partire dal ripensamento di strutture da sempre legate alla comunità cristiana. La Basilica al centro; al suo fianco, da una parte il nuovo volto della casa natale di Papa Ratti (oggetto di un avviato intervento di riqualificazione in collaborazione tra la Fondazione casa natale Pio XI ed Equa Cooperativa Sociale, ndr) e dall’altra il nuovo spazio polivalente pastorale nell’attuale asilo San Giuseppe e strutture dove oggi sorge Il Centro, anche se è ancora prematuro definire cosa potrà ospitare questa area. Dobbiamo avere coraggio, audacia e creatività: l’ho detto anche alcuni mesi fa, a inizio anno, quando ho voluto dare in qualche modo una scossa salutare alla città, invitando tutti ad avere una visione di insieme e richiamando l’urgenza di non lasciare a un destino di abbandono la nostra bella città. Bene, io credo che anche questa possa essere l’occasione per una rinascita, per un rilancio autentico. La comunità cristiana vuole fare la propria parte, anche attraverso un difficile e appunto coraggioso percorso di ripensamento, fatto camminando uniti, in una comunione di intenti e di fraternità”.