La liturgia che ci ha presentato, domenica scorsa, Gesù come Agnello pasquale, oggi ce lo presenta come buon pastore.
Nell’Antico Testamento Dio si manifesta, spesso, come il Pastore di Israele. I “pastori“ sono persone chiamate a guida del suo popolo. Dio è il pastore, la guida, l’autorità, ma è un’autorità che vive con il suo popolo, cammina con lui, convivendo difficoltà e sofferenze.
Gesù si attribuisce questo titolo, specificando di esse un vero pastore, non un mercenario; un pastore che conosce a una a una le sue pecore, le chiama per nome ed essere conoscono la sua voce; è preoccupato e ricerca chi si smarrisce, pronto a dare la vita per le sue pecore.
Che bello se sentissimo sempre così il Signore, non solo come il Creatore che ci ha dato la vita e il giudice che ci dà un premio o un castigo alla fine, ma veramente “l’Emanuele“, il Dio con noi, che cammina con noi, che ci ama a uno a uno, che non si dimentica mai di noi e provvede alla nostra vita.
L’immagine del Pastore, attribuita spesso ai Vescovi e ai Sacerdoti, ci invita a pregare per loro perché siano guide sagge e a pregare perché non vengono mai meno nella Chiesa giovani che accettino la chiamata a loro compito.
La Giornata mondiale delle vocazioni è l’occasione per tutti di riscoprire la propria vita come una chiamata ad un servizio e a pregare perché sorgano vocazioni di totale Consacrazione al Signore anche nella nostra Comunità.