28 ottobre 2025

1. “Quale presenza di Chiesa nella città?”. Resoconto del lavoro di discernimento sul ripensamento pastorale delle strutture.

Intervento di don Mauro Barlassina


La presenza della Chiesa nella città di Desio esprime ancora buone potenzialità, pur evidenziando molte delle criticità comuni alla realtà sociale ed ecclesiale dell'intera Diocesi. Da piccolo borgo, Desio ha conosciuto una rapida crescita urbanistica a partire dagli anni ’50 del secolo scorso, in seguito al boom industriale. Questo sviluppo ha portato a un progressivo aumento della popolazione, fino agli attuali 42.000 abitanti circa. In questo contesto sono nate, accanto all’unica parrocchia dei SS. Siro e Materno, altre quattro parrocchie. Il modello di parrocchia, sia a livello pastorale che strutturale, si è replicato in modo sostanzialmente identico su tutto il territorio cittadino. La proposta pastorale di quel tempo ha accompagnato la crescita demografica con la costruzione di strutture che comprendevano: chiesa per il culto, casa per il parroco e il coadiutore, appartamenti per le suore, spazi per la catechesi, l’aggregazione e le attività sportive oratoriane.


Il lavoro svolto nel primo step del cammino, compiuto in sinergia con la Consulta della Diocesi grazie all’attenta osservazione del Consiglio Pastorale e della Commissione Affari Economici della Comunità Pastorale cittadina, ha evidenziato alcuni dati significativi:

  • La partecipazione alla Messa domenicale si attesta attorno al 10% della popolazione, mentre la presenza alle proposte educative e oratoriane (molti ragazzi frequentano l’oratorio fino alla conclusione del percorso di iniziazione cristiana, per poi progressivamente allontanarsene) risulta discontinua e non omogenea, con strutture e zone del territorio oggi poco utilizzate a fini pastorali.
  • Il problema non riguarda tanto le chiese parrocchiali, quanto le strutture annesse, che evidenziano oggi un eccesso di spazi rispetto alle reali necessità pastorali che esigono una ridefinizione. La forte diminuzione delle nascite (da circa 400 dieci anni fa a circa 240 lo scorso anno non tutti battezzati e/o di religione cattolica), la scarsità di figure educative e la progressiva riduzione del tradizionale volontariato brianzolo rendono urgente un ripensamento complessivo. È necessario ridisegnare l’utilizzo degli spazi, riconoscendo che le proposte pastorali sono ancora numerose, ma spesso frammentate e talvolta in competizione tra loro – prima ancora a livello ecclesiale che sociale.
  • Le domande educative delle famiglie e dei giovani crescono, a fronte di una diminuzione delle risorse necessarie a livello di figure educative.
  • Contemporaneamente, con il trascorrere del tempo, tuttavia, le strutture si sono ammalorate.

 

Il concorrere di tutti questi elementi ci chiede oggi di raccogliere riflessioni a riguardo: si veda ad esempio la “Giornata della comunità” compiuta nell’anno pastorale 2024-25. Questa rilettura della situazione ci ha permesso di individuare alcune priorità e attenzioni da privilegiare, che dovranno guidare il cammino futuro, anche in relazione alla gestione e alla destinazione delle strutture.


L’anno pastorale in corso è orientato ad approfondire contenuti, figure, metodi e luoghi per l’educazione, con uno sguardo rinnovato e condiviso. In particolare, sono emerse alcune priorità pastorali:

  • Favorire un dialogo più profondo tra gli operatori pastorali delle parrocchie cittadine, pur nella consapevolezza che questo richiederà di affrontare e superare inevitabili resistenze legate a prassi consolidate e a visioni locali.
  • Proseguire il lavoro di discernimento attento, con gli organi di partecipazione ecclesiale, articolato, paziente ma anche coraggioso. Si tratta di un discernimento autenticamente “sinodale”, quindi condiviso con tutta la comunità e in dialogo costante con la città.
  • Qualificare la proposta educativa, evitando duplicazioni eccessive tra le parrocchie e superando modelli “a fotocopia”. È fondamentale elaborare un’offerta pastorale capace di rispondere ai bisogni reali delle diverse fasce d’età e generazioni, valorizzando le specificità dei contesti e delle persone.
  • Promuovere e sostenere la famiglia, a partire dalla ricollocazione del Consultorio familiare di ispirazione cristiana in una delle strutture parrocchiali oggi sottoutilizzate. A questo proposito si è già ipotizzato un progetto in sinergia con i responsabili del Consultorio Edith Stein e con loro si stanno valutando spazi adeguati e progetti da realizzare presso una parte delimitata della parrocchia di S. Pio X.
  • Valutare la possibilità di accogliere alcune famiglie del territorio (“a chilometro zero”), appartenenti al movimento di “Comunione e Liberazione”, che, oltre a vivere un’esperienza comunitaria, offrirebbero la propria disponibilità a collaborare nelle attività educative. A tal proposito chiediamo di attivare un dialogo con il responsabile diocesano preposto.
  • Mettere in rete le scuole paritarie della città, rafforzandone l’identità e il legame con le comunità parrocchiali. In tale contesto, si è resa necessaria la decisione di chiudere la scuola materna S. Giuseppe, adiacente alla Basilica, a causa di gravi problemi strutturali che la rendono non idonea a continuare ad accogliere questo tipo di attività e richiederebbe interventi radicali sull’edificio.
  • La ristrutturazione dell’edificio della attuale scuola materna, nella quale verranno ospitate attività caritative e culturali e che costituirà la presenza, nel cuore della città, accanto alla Basilica, di uno spazio fruibile e polivalente a servizio della pastorale cittadina.
  • Per quanto riguarda il centro parrocchiale, costruito nella seconda metà del secolo scorso e pensato come casa di tante attività della Parrocchia dei Santi Siro e Materno da alcuni anni presenta il conto di costi di gestione che la comunità non può più sostenere e di spazi che appaiono sovrastimati rispetto alle necessità, tenuto conto anche delle numerose strutture delle altre parrocchie cittadine. In un’ottica di riqualificazione dell’intera area abbiamo interlocuzioni con l’Amministrazione cittadina per una possibile dismissione.
  • I cinque oratori rimarranno luoghi di iniziazione cristiana finché il numero dei ragazzi sarà sufficiente per garantire il servizio; al tempo stesso è necessario salvaguardare alcuni spazi di incontro per le singole comunità senza escludere utilizzi ad altre attività sociali.
  • La pastorale giovanile graviterà gradualmente sugli oratori della Parrocchia dei Santi Siro e Materno e della Parrocchia di San Pietro e Paolo. A tal riguardo è necessario riqualificare la cucina e il locale per il centro sportivo e mettere in campo interventi per l’oratorio di S. Siro e Materno (Beata Vergine Immacolata).
  • Si è avviato un lavoro per ripensare e unificare in un unico luogo le attività di Caritas e il Centro di Ascolto oggi allocati su due poli della comunità pastorale.
  • Lo sguardo al futuro porta a ripensare anche la collocazione della residenza dei preti nella città. Ad oggi possiamo indicare detta destinazione nelle case attigue alla Basilica per ospitare tre preti di cui due anziani e con una eventuale collaboratrice familiare - con un limitato costo economico - e il parroco della comunità pastorale. Un altro prete è bene che abiti a San Pietro e Paolo in quanto in un futuro potrebbe avere la cura pastorale anche del vicino ospedale Pio XI. In merito alle altre case/appartamenti parrocchiali si potrà operare di conseguenza anche per eventuali comunità religiose e/o famiglia “a chilometro zero”.

Per la pastorale familiare verrà destinato alla nostra comunità un diacono permanente; anche i sacerdoti e le religiose attualmente sono incaricati a livello cittadino su alcuni ambiti “trasversali”: Liliana per l’iniziazione cristiana, don Fabrizio per la pastorale giovanile, don Marco Villa per la Caritas, don Marco Albertoni per i chierichetti e la liturgia.


La vita degli oratori chiede di essere ripensata qualificando i diversi luoghi con attività specifiche e non semplicemente riproponendo lo schema che si è cristallizzato nel corso dei decenni precedenti.


Anche la dimensione sportiva non dovrà sottrarsi a questo lavoro di apertura.


2. Resoconto dei cammini di pastorale giovanile

L’Equipe di pastorale giovanile è composta dai referenti degli educatori di ogni gruppo giovanile:

Liliana Rivolta e Simona Briani per la I media (Liliana ha anche lo sguardo sull’intera Iniziazione Cristiana, essendone la coordinatrice a livello comunitario);

Nicolò Cermenati per la II media;

diacono Fabrizio per la III media;

Alessio Malberti per il Gruppo Ado;

Arianna Mingotto per il Gruppo 18-19 enni;

l’educatrice professionale Valentina Turtora e don Fabrizio.

L’Equipe si riunisce all’incirca ogni due settimane, con lo scopo di dare forma alla proposta di pastorale giovanile della nostra comunità, avendo uno sguardo complessivo su tutti gli itinerari e le iniziative che vengono proposti.


Gruppi educatori: ogni fascia d’età ha poi un proprio gruppo di educatori (di IV-V superiore, universitari, giovani lavoratori e alcuni adulti) coordinati dal proprio referente in sinergia con l’Equipe di PG.


Giorni degli incontri:

Preadolescenti di I media: il venerdì alle 17.30 all’oratorio BVI;

Preadolescenti di II media: il venerdì alle 17.30 all’oratorio SSPP;

Preadolescenti di III media: il venerdì alle 18.30 all’oratorio SSPP;

Adolescenti: il lunedì alle 21.00 all’oratorio SGB;

Gruppo 18-19enni: il lunedì alle 21.00 all’oratorio BVI;

Gruppo Giovani: alla domenica alle ore 18.30, con cadenza settimanale nei tempi di Avvento e Quaresima e ogni tre settimane nel periodo intermedio e dopo Pasqua.


3. Presepe vivente e altre iniziative di Avvento/Natale

In questi anni l’oratorio SSPP e la contrada hanno promosso l’iniziativa del Presepe Vivente con il Bacio a Gesù Bambino in occasione dell’Epifania; nel corso del tempo la partecipazione si è progressivamente ridotta. Da qui è nata l’idea di una iniziativa di più ampio respiro, che coinvolgesse il grande gruppo di volontari costituito per la Festa del Madunìn e in più l’Associazione “Desio nel Cuore” e le Contrade, per realizzare una iniziativa nella domenica prima di Natale (21 dicembre): verranno inscenati alcuni “quadri” di sacra rappresentazione della Natività sul sagrato della basilica.

A questo si unirà il gesto della accoglienza della Luce di Betlemme: occorre studiare la modalità concreta di realizzazione (la luce arriverà con gli Scout di Seregno e bisognerà pensare come “propagarla” all’interno della nostra comunità).

Il gesto caritativo dell’Avvento sarà rivolto a sostenere la comunità cristiana di Betlemme.

Le parrocchie di San Giovanni Battista e San Pio X proporranno le tradizionali tombolate dell’Epifania, come occasioni di prossimità nei singoli quartieri/oratori.


4. Varie

Occorre implementare la comunicazione delle varie iniziative, perché possano riscuotere una maggiore partecipazione da parte delle famiglie.

In riferimento alle comunicazioni: il sito è stato recentemente rinnovato; il canale telegram e altri social, ascoltando i giovani, potrebbero essere maggiormente potenziati.