
Categoria: News
Quaresima di fraternità 2021
Sud Sudan A piccoli passi verso un futuro
Conflitti interni e cambiamenti climatici hanno causato insicurezza sociale e alimentare e una conseguente instabilità economica in questo Paese africano. Oltre la metà della popolazione necessita di assistenza, resa difficile e rallentata anche dall’emergenza dovuta alla pandemia.
Caritas Italiana e Caritas Sud Sudan realizzano diversi interventi:- avvio di attività agricole generatrici di reddito;costituzione di fattorie dimostrative;
- formazione al dialogo e alla riconciliazione tra etnie differenti e percorsi di riabilitazione a chi ha subito traumi a causa della guerra civile;
- distribuzione in fase di emergenza di prodotti alimentari e sanitari.
In ogni parrocchia troverete un raccoglitore per offerte destinate
a contribuire al progetto nel quadro della Quaresima di Fraternità promossa dalla Diocesi di MilanoUn uomo buono
Così in nostro Arcivescovo descrive Luca Attanasio, ucciso da un attentato in Congo. «Nell’educazione cristiana le radici del suo impegno»
Pubblichiamo il messaggio di cordoglio dell’Arcivescovo per l’uccisione dell’ambasciatore Attanasio, del carabiniere Vittorio Iacovacci e del loro autista, Mustapha Milambo.
È stato ucciso un uomo buono, un diplomatico competente, un giovane intraprendente e, insieme con lui, sono stati uccisi un carabiniere e il loro autista: sono vittime di una violenza incontrollabile e devastante.
Mentre mi preparavo a far visita ai nostri missionari in Kinshasa l’ambasciatore Luca Attanasio mi ha fatto visita a Milano, il 7 luglio del 2019.
Ricordava il suo passato in oratorio, la sua educazione nella comunità cristiana, le radici della sua scelta professionale in una considerazione della fraternità universale che nella sua stessa famiglia si è realizzata.
Quando sono stato a Kinshasa, a proposito dell’Ambasciatore Attanasio ho raccolto parole di stima, di gratitudine, di apprezzamento per il suo modo di vivere la missione, per la moglie e il suo impegno per opere di solidarietà, per il personale dell’ambasciata che rappresenta il governo italiano in Congo. Sono stato a far visita all’Ambasciata e quindi ho incontrato i carabinieri che vi prestavano servizio, presumo quindi anche il carabiniere Iacovacci.
Anche per questo è più profondo e personale il dolore per la morte di persone dedicate al loro dovere, che hanno interpretato il servizio diplomatico come una forma di solidarietà tra i popoli, hanno mostrato la disponibilità a farsi carico della povertà desolante di un Paese ricco di risorse, la rabbia incontenibile di una popolazione troppo tribolata.
L’evento tragico che oggi commuove il nostro Paese scuote l’indifferenza che talora ci paralizza, invita alla preghiera che ci apre orizzonti, costringe a pensare e a sentire la responsabilità di mettere mano all’impresa di aggiustare il mondo.
Mario Delpini
Arcivescovo di MilanoIl Congo in tasca
Si scrive RDC, ma si legge Repubblica Democratica del Congo, 2.345.410 km² (quasi 8 volte l’Italia) nel cuore dell’Africa, oltre 100 milioni di abitanti, ricchezze minerarie, energetiche e ambientali infinite in un paese che resta in cima alla classifica dei popoli più poveri. L’area del nordest, al confine con Ruanda e Burundi, da decenni è devastata da scorrerie di bande armate (si dice oltre 100) al seguito di quella che è stata chiamata “guerra mondiale africana”. Chi può, calcoli la distanza tra noi e quelle zone: quante migliaia di chilometri.
È lì che il 22 febbraio sono stati uccisi l’ambasciatore Luca Attanasio, originario di Limbiate, il carabiniere Vittorio Iacovacci e l’autista congolese Mustapha Milambo.
Ci sembra tanto lontano il Congo, se non fosse che ciascuno di noi ce l’ha in casa e se lo porta in tasca attraverso il coltan (scientificamente: columbo-tantalite), un minerale che è componente fondamentale dei chip di qualsiasi apparecchio elettronico (a partire da nostri smartphone) e serve a ottimizzare la durata della batteria e a risparmiare energia elettrica. La RDC possiede l’80% delle riserve mondiali di coltan. Lo chiamano “minerale insanguinato” perché le modalità di raccolta e immissione sul mercato avvengono a prezzo di violenze, guerre e sfruttamento minorile. Nei giacimenti si trovano anche cobalto, diamanti, oro e molto altro.
Ci consola che un testimone di pace così qualificato e creativo come Luca Attanasio sia cresciuto in uno dei nostri Oratori. C’è qualcuno o qualcuna pronto a prenderne il testimone?
don Gianni
Adorazione Eucaristica
Adorazione Eucaristica
In comunione con l’Arcivescovo
Desio, Chiesa SS Pietro e Paolo Domenica21 febbraio ore 20,45
Esercizi, palestra dello spirito
Dal 23 al 26 febbraio gli esercizi spirituali di quaresima nelle parrocchie della città.
Nella prima settimana di Quaresima si terranno in tutta la città gli esercizi spirituali guidati da alcuni sacerdoti della nostra Comunità Pastorale. Il primo incontro sarà martedì 23 febbraio e per 3 serate l’appuntamento sarà nelle proprie parrocchie; la conclusione sarà per tutti in Basilica venerdì 26 febbraio. Gli incontri avranno inizio alle 20.30 in modo da permettere il rientro a casa nel rispetto delle attuali normative. Un appuntamento che si rinnova ogni anno con modalità, temi e predicatori diversi, ma che si pone un unico obiettivo di fondo.
L’esercizio fisico è un’attività che consente di restare in forma, di mantenere il corpo attivo, vincere la sedentarietà, potenziare il respiro, migliorare il funzionamento del cuore. Nello sport, l’esercizio fisico prepara ad affrontare gli impegni di particolare importanza, le gare e gli eventi in cui è richiesto particolare sforzo fisico.
Con una bella similitudine possiamo quindi ricavare il senso degli esercizi spirituali. Essi aiutano lo spirito a restare in forma, sempre vigile e attento contro le insidie del maligno che cerca in ogni modo di deviare il nostro vivere da veri cristiani. Aiutano a vincere la grande tentazione della sedentarietà dello spirito, della voglia di accomodarsi e stare a guardare gli eventi che scorrono inesorabili nella nostra vita.
Gli esercizi cercano di potenziare gli effetti dello Spirito che soffia dentro di noi e aprire le finestre del nostro cuore affinché la presenza di Dio nella nostra vita possa essere vista, sentita ed ascoltata. Invitano e stimolano il nostro animo a cercare risposte agli interrogativi che sembrano impossibili da risolvere, sollecitando la riflessione e la preghiera.
E infine, gli esercizi spirituali portano la grande grazia di affrontare gli impegni quotidiani, piccoli o grandi che siano, con una nuova vitalità, con una nuova energia, con un impegno rinnovato che certamente non risolveranno tutti i nostri piccoli e grandi problemi, ma che ci doneranno la forza e la carica di affrontarli nel modo giusto.
In questa epoca caratterizzata dalla velocità della comunicazione digitale, il silenzio e lo stacco a cui siamo invitati durante gli esercizi spirituali ci preservano dalla frenesia, dalla velocità con cui accadono gli eventi, dallo scorrere di notizie davanti ai nostri occhi, dal lasciarsi trasportare quasi inconsapevolmente e involontariamente dallo stress in cui siamo trascinati.
E questo silenzio obbligatorio in cui saremo immersi permette un incontro speciale e un colloquio personale con il Signore, che altrimenti, nel chiasso della nostra quotidianità, non riusciremmo a percepire.Ecco perché gli esercizi sono utili, ecco perché gli esercizi sono importanti.
Un buon esercizio richiede anche una palestra idonea; per noi le nostre chiese saranno le palestre idonee e sicure che ci consentiranno anche in questo periodo di emergenza sanitaria, di vivere gli esercizi in tutta sicurezza. La Comunità Pastorale ha scelto l’Enciclica di papa Francesco “Fratelli tutti” come linea guida delle serate, che da un lato ci permetteranno di conoscere ed apprezzare questo meraviglioso scritto, e dall’altro, meditando sul suo contenuto, ci permetteranno di realizzare quell’incontro misterioso ed efficace nel nostro cuore con il Signore.
A tutti l’invito a cogliere questa particolare opportunità di ascolto e di dialogo, per gustarne i frutti e aumentare all’infinito lo spazio disponibile nel nostro cuore per l’amore, l’accoglienza, la fraternità.A tutti, buon allenamento!
Domenica prima di quaresima
Inizia questa domenica la Quaresima, il tempo che ci prepara alla Pasqua. Un tempo di verifica e di conversione in cui il protagonista non siamo noi, ma Gesù che ci salva.
Il brano di Vangelo ci porta nel deserto, il luogo in cui l’uomo riscopre la sua dipendenza da Dio, riesce ad ascoltare, fuori dal frastuono del mondo, la Parola del Signore. È la Parola su cui dobbiamo fondare la nostra vita, dobbiamo trovare il tempo per ascoltare questa Parola perche è la Parola più importante.
Questo ascolto ci deve portare a vincere, come Gesù, le tentazioni facili del potere, del sentirsi qualcuno, dello star bene… condurci a una vita nel senso di donazione.
L’imposizione delle ceneri, non deve essere un gesto formale, ma il riconoscimento di quanto siamo poveri, un pugno di polvere, e nello stesso tempo a quale grandezza Dio ci ha chiamati, ad essere sua immagine viva nel mondo.
Il magro e il digiuno non devono essere solo un cambiare menù a tavola, ma un segno di padronanza e capacità di rinuncia, personalizzandolo, ad esempio con il digiuno della TV, di letture futili, di chiacchiere inutili.
Gesù, vuole aiutarci in questo lavoro di conversione, è Lui che può lavorare dentro di noi se gli apriamo il cuore. Impegnamoci a una preghiera più intensa, a una partecipazione più viva alla messa, a una confessione che sia l’incontro con l’amore misericordioso di Dio.
Ciascuno trovi un momento per delineare una propria regola di vita cosicché questo tempo sia “un momento favorevole, il giorno della salvezza”.
don Alberto
Anniversario senza spreco
Mi rifaccio ancora a papa Francesco e a una sua affermazione paradossale: “Peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla”. L’ha detta a Pentecoste, e l’ha ripetuta nei mesi successivi.
Un anno fa, il pomeriggio di domenica 23 febbraio, sull’onda delle allarmanti notizie che iniziavano a prendere consistenza intorno al nuovo devastante virus, eravamo costretti a decisioni drastiche: sospensione delle Messe con la presenza dei fedeli (le chiese però sono sempre rimaste aperte per la preghiera personale), chiusura degli oratori e delle attività educative e sportive, chiusura delle scuole, incluse quelle parrocchiali per l’Infanzia. Dopo qualche giorno abbiamo imparato una nuova espressione: lockdown, chiusura totale, confinamento.
Si è parlato di “tempo sospeso” e qualcuno ha proposto di cancellare dalla storia l’anno 2020.
Cancellare: un istinto ricorrente nelle singole persone quando subiscono un periodo di prova per una malattia, un lutto, una separazione, un licenziamento o una bocciatura; tentazione che può essere avvertita anche a livello collettivo. Ma – a parte che l’accaduto non si può cancellare – è giusto mettere tra parentesi? Ignorare o eliminare o rimuovere il negativo? Non è anch’esso una scuola di vita, che mette in luce limiti, fragilità, ma anche risorse e capacità di lotta e di perseveranza di singoli e comunità? Nessuna esperienza, neppure la più angosciante, va sprecata. La forza della preghiera e del pensiero possono aiutare a superare ciò che il papa chiama “narcisismo, vittimismo ed egoismo” e a immaginare creativamente nuovi orizzonti.
don Gianni
Comunità in cammino 14 febbraio 2020
Il papa e le crisi
I papi parlano a tutti.
Una volta all’anno parlano anche ai diplomatici accreditati presso la S. Sede
affinché non solo loro e i loro governi, ma tutti possano riflettere sull’attuale
situazione. Ricevendo l’8 febbraio scorso gli ambasciatori papa Francesco ha approfondito le principali crisi in atto, già da altri evocate e condivise: sanitaria, ambientale, economica e sociale.Poi però ha aggiunto: «Le criticità che ho fin qui evocato pongono in rilievo una crisi ben più profonda, che in qualche modo sta alla radice delle altre, la cui drammaticità è stata posta in luce proprio dalla pandemia. È la crisi della politica (…). Uno dei fattori emblematici di tale crisi è la crescita delle contrapposizioni politiche e la difficoltà, se non addirittura l’incapacità, di ricercare soluzioni comuni e condivise ai problemi che affliggono il nostro pianeta (…). Mantenere vive le realtà democratiche è una sfida di questo momento storico, che interessa da vicino tutti gli Stati: siano essi piccoli o grandi, economicamente avanzati o in via di sviluppo».
L’Italia sta dimostrando in questi giorni quanto siano gravi i pericoli connessi alla crisi della politica e della democrazia e quanto sia necessario un nuovo stile di rapporti per superarla. Talvolta si dice che i cittadini hanno i governanti che si meritano – specchio delle loro virtù ed egoismi – e talaltra si afferma il contrario. Al di là dei modi di dire, spesso approssimativi nelle loro semplificazioni, tutti sono chiamati a un nuovo e serio senso di appartenenza e di solidarietà.
don Gianni
(altro…)