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  • GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LA CURA DEL CREATO

    GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LA CURA DEL CREATO

    MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO PER LA GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LA CURA DEL CREATO

    Giovedì 1° settembre, Giornata Mondiale di preghiera per la cura del Creato, apre il periodo ecumenico per la Cura del Creato che si concluderà il 4 ottobre. In queste poche righe riassumiamo il messaggio che il Santo Padre ha rivolto all’umanità.

    “Ascolta la voce del Creato” con queste parole il Santo Padre inizia la lettera di apertura del periodo ecumenico per la cura del creato: “un momento speciale per tutti i cristiani per pregare e prendersi cura insieme della nostra casa comune”.

    Il papa sottolinea la dissonanza nella voce del creato: da un lato “un dolce canto che loda il nostro amato Creatore”, un invito a praticare una “spiritualità ecologica”, “attenta alla presenza di Dio nel mondo naturale”, ricordandoci che non siamo separati dalle altre creature, ma in comunione universale; dall’altro lato, “un grido amaro”, che proviene dalla madre Terra, abusata e distrutta dall’uomo, “alla mercé di un antropocentrismo dispotico.”

    Le grida di sofferenza devono essere monito per cambiare i nostri stili di vita; il degrado della Terra, la “nostra casa comune”, “merita la stessa attenzione di altre sfide globali”: noi cristiani non possiamo essere inermi. Ma non è solamente il singolo, ci vuole una “conversione comunitaria”, “anche la comunità delle nazioni è chiamata a impegnarsi, specialmente negli incontri delle Nazioni Unite dedicati alla questione ambientale, con spirito di massima cooperazione”. Il papa sottolinea l’importazione dei prossimi incontri internazionali, il vertice COP27 sul clima e il vertice COP15 sulla biodiversità ed esorta alla preghiera, perché “possano unire la famiglia umana per affrontare la doppia crisi del clima e della riduzione della biodiversità”.

    Alessio Malberti

    La versione integrale del messaggio del papa è disponibile sul sito del Vaticano www.vatican.va

  • 8 Settembre
    Festa di Maria che nasce

    8 Settembre
    Festa di Maria che nasce
    Festa del Duomo cattedrale di Milano, a Lei dedicato

    Come quasi tutte le solennità principali di Maria, anche la Natività è di origine orientale. Nella Chiesa latina l’avrebbe introdotta il papa orientale san Sergio I alla fine del sec. VII.

    L’8 settembre, quindi, le chiese d’Oriente e d’Occidente celebrano la nascita della Vergine, madre del Signore. Nascita anch’essa, come quella di Cristo, annunciata dall’angelo mandato da Dio. Per la Chiesa è l’inizio della redenzione della natura umana, che finalmente il Signore ha voluto incontrare, mettendo in contatto le cose celesti con quelle terrene.

    La fonte primaria da cui si trae il racconto riguardante la Natività della Vergine Maria, è un testo apocrifo: il Protovangelo di Giacomo, secondo il quale Maria nacque a Gerusalemme nella casa di Gioacchino ed Anna lontani discendenti di Davide. Qui nel IV secolo venne edificata l’attuale basilica di sant’Anna e nel giorno della sua dedicazione veniva celebrata la natività della Madre di Dio. La festa viene poi introdotta a Costantinopoli nel VI secolo durante il regno di Giustiniano I e nella locale Chiesa bizantina.

    Nella tradizione bizantina, la Natività della Vergine è la prima festa dell’anno liturgico (che come l’anno civile ha inizio a settembre) che si conclude poi con la Dormizione di Maria.

    Occorre cercare in questo culto della Natività di Maria una profonda verità: la venuta dell’uomo-Dio sulla terra, fu lungamente preparata dal Padre nel corso dei secoli. Credere nei preparativi dell’incarnazione significa credere nella realtà dell’incarnazione e riconoscere la necessità della collaborazione dell’uomo all’attuazione della salvezza del mondo.

    La vera devozione a Maria conduce sempre a Gesù: ogni celebrazione mariana culmina nella Messa. La celebrazione odierna onora la natività della Madre di Dio. Però il vero significato e il fine di questo evento è l’incarnazione del Verbo. Infatti Maria nasce, viene allattata e cresciuta per essere la Madre del Re dei secoli, di Dio. La presente festa è come una pietra di confine fra il Nuovo e l’Antico Testamento.

    Fabrizio Zo

    “Oggi è il giorno in cui Dio comincia a mettere in pratica il suo piano eterno, poiché era necessario che si costruisse la casa, prima che il Re scendesse ad abitarla.

    S. Pier Damiani
  • Festa Patronale S. Pio X

    Festa Patronale
    9-12 settembre

    “La vigna del Signore è il suo popolo” (Sal 79)

    Giovedì 8 settembre
    LA PREGHIERA

    • Ore 16:00 S. Rosario meditato per la terza età, organizzato dal gruppo simpatia.
    • Ore 21:00 In chiesa parrocchiale, riflessione musicale con la partecipazione del coro degli alpini di Desio, la corale e il coretto dei ragazzi di S. Pio X.

    Venerdì 9 settembre
    I GIOVANI

    • Apertura della cucina Ore 19:30
    • Serata Disco Giovani Ore 21:30

    Sabato 10 settembre
    LA FESTA

    • Ore 17:30 S. Messa vigiliare
    • Ore 19:00 Apertura della cucina
    • Ore 21:00 Intrattenimento musicale con “Batterissima in Tour” e “Lakeshore”

    Domenica 11 settembre
    LA COMUNITÀ

    • S. Messa Ore 8:00
    • S. Messa Solenne Ore 10:30
    • Pranzo in oratorio per le Famiglie Ore 12:30
    • S. Messa Ore 18:30
    • Apertura della cucina Ore 19:00
    • Intrattenimento musicale Ore 21:00 con Antonella Russo

    Lunedì 12 settembre

    Nei giorni che precedono la festa patronale di S.Pio, BARBARA OLIVATO, Ausiliaria Diocesana, si
    trasferirà a Cinisello Balsamo, dove le parrocchie di S. Eusebio e S. Giuseppe costituiranno una nuova comunità pastorale e quattro Ausiliarie sono state chiamate ad aprire lì una fraternità.

    Fra queste, la nostra Barbara, che continuerà il suo servizio a Desio nella comunità cittadina, specialmente a S. Pio X, e nell’insegnamento a scuola.

    La sosteniamo e le auguriamo un buon inizio.

    • Apertura della cucina Ore 19:00
    • Intrattenimento musicale Ore 21:00
    • Ore 20:30 S. Messa in memoria dei Defunti dell’anno passato

    Durante la festa sarà possibile sostenere le opere parrocchiali attraverso il banco Di vendita e la pesca di beneficienza

  • Kyrie, Alleluia, Amen

    Kyrie, Alleluia, Amen

    Proposta pastorale dell’Arcivescovo 2022-2023

    L’Arcivescovo mons. Mario Delpini ha pubblicato la “proposta pastorale 2022-2023”. Il testo Kyrie, Alleluia, Amen. Pregare per vivere, nella Chiesa come discepoli di Gesù è acquistabile in alcune chiese o presso La libreria di Desio (via Garibaldi 34).

    Ecco un piccolo stralcio dell’Introduzione.

    Abbiamo bisogno di pregare, di imparare a pregare, di insegnare a pregare, perché la grazia di Dio operi e sia anima della missione, della carità, dell’impegno a vivere nel mondo, per il mondo, senza diventare sale insipido, presenza insignificante.

    Abbiamo bisogno di pregare per attingere ogni giorno, insieme e personalmente, a un principio di pace e di fortezza. È un bisogno presente in tutte le culture e in tutte le epoche. «Senza la preghiera sarei impazzito più volte» scriveva Gandhi.

    Forse qualche aspetto del disagio sociale, delle patologie che affliggono tante persone, in questa stentata e lenta uscita dalla pandemia, ha una radice anche nel fatto che la nostra società ha censurato la preghiera, dichiarandone l’inutilità e confinandola in un privato eventuale e quasi imbarazzante.

    La sollecitudine per la preghiera è una forma di carità e ogni fratello e sorella dovrebbe prendersi cura anche della preghiera degli altri. I preti devono chiedere alla gente: come pregate? Quando pregate? In che modo posso aiutarvi a pregare? E la gente deve chiedere ai preti: come pregate? Quando pregate? In che modo possiamo aiutarvi a pregare? Infatti nessuno – neppure i preti, neppure i cristiani impegnati, neppure i consacrati e le consacrate – è al riparo dalla tentazione di trascurare la preghiera, cioè quel dimorare in Gesù che è la condizione irrinunciabile per portare molto frutto, secondo i criteri di Dio.

  • Il Papa alle famiglie: «La Chiesa è in voi»

    Il Papa alle famiglie: «La Chiesa è in voi»

    «Non c’è cosa più incoraggiante per i figli che vedere i propri genitori vivere il matrimonio e la famiglia come una missione»: così il Santo Padre nell’omelia della Messa per il X Incontro mondiale.

    «Care famiglie, anche voi siete invitate a non avere altre priorità, a “non volgervi indietro”, cioè a non rimpiangere la vita di prima, la libertà di prima, con le sue ingannevoli illusioni: la vita si fossilizza quando non accoglie la novità della chiamata di Dio, rimpiangendo il passato. Quando Gesù chiama, anche al matrimonio e alla famiglia, chiede di guardare avanti e sempre ci precede nel cammino, sempre ci precede nell’amore e nel servizio. Chi lo segue non rimane deluso!»: lo ha detto il Papa nella parte finale dell’omelia della Messa celebrata in San Pietro per il X Incontro
    mondiale delle famiglie.

    «L’amore che vivete tra voi sia sempre aperto, estroverso, capace di “toccare” i più deboli e i feriti che incontrate lungo la strada: fragili nel corpo e fragili nell’anima. L’amore, infatti, anche quello familiare – ha concluso Francesco -, si purifica e si rafforza quando viene donato. La Chiesa è con voi, anzi, la Chiesa è invoi! La Chiesa, infatti, è nata da una Famiglia, quella di Nazaret, ed è fatta principalmente di famiglie».

    I «veleni»: egoismo, individualismo e cultura dell’indifferenza

    «La libertà è uno dei beni più apprezzati e ricercati dall’uomo moderno e contemporaneo. Tutti desiderano essere liberi, non avere condizionamenti, non essere limitati, e perciò aspirano ad affrancarsi da ogni tipo di “prigione”: culturale, sociale, economica. Eppure, quante persone mancano della libertà più grande: quella interiore!»: così il Pontefice in un altro passaggio dell’omelia.

    “La famiglia è il luogo dell’incontro, della condivisione, dell’uscire da sé stessi per accogliere l’altro e stargli vicino. È il primo luogo dove si impara ad amare». E proprio «mentre affermiamo la bellezza della famiglia – ha ribadito il Santo Padre – sentiamo più che mai che dobbiamo difenderla. Non lasciamo che venga inquinata dai veleni dell’egoismo, dell’individualismo, dalla
    cultura dell’indifferenza e dello scarto, e perda così il suo “dna” che è l’accoglienza e lo spirito di servizio».

    «Accendere nei figli il desiderio di trovare la loro vocazione»

    «I genitori temono che i figli non siano in grado di orientarsi nella complessità e nella confusione delle nostre società, dove tutto sembra caotico e precario, e che alla fine smarriscano la loro strada. Questa paura rende alcuni genitori ansiosi, altri iperprotettivi, e a volte finisce persino per bloccare il desiderio di mettere al mondo nuove vite» ammonisce del Papa.

    Per il Santo Padre, la Parola di Dio mostra la strada: «Non preservare i figli da ogni minimo disagio e sofferenza, ma cercare di trasmettere loro la passione per la vita, di accendere in essi il desiderio di trovare la loro vocazione e di abbracciare la missione grande che Dio ha pensato per loro». E «per un educatore, il modo migliore di aiutare un altro a seguire la sua vocazione è di abbracciare con amore fedele la propria. Non c’è cosa più incoraggiante per i figli che vedere i propri genitori vivere il matrimonio e la famiglia come una missione, con fedeltà e pazienza, nonostante le difficoltà, i momenti tristi e le prove», ha aggiunto Francesco.

    da AGENSIR

  • GRAZIE DI TUTTO COSIMO!

    GRAZIE DI TUTTO COSIMO!

    L’arrivederci della comunità di San Giovanni Battista all’accolito che ha prestato il suo servizio per 14 anni a Desio è arrivato in occasione della festa patronale.

    In occasione della festa patronale di San Giovanni Battista tanti sono stati gli appuntamenti che hanno vista riunita la comunità: dalla Messa di ringraziamento con i collaboratori della chiesa del Sacro Cuore a San Rocco, alle confessioni fino alla Messa di domenica 26 giugno con gli anniversari di matrimonio e il saluto all’accolito Cosimo Iodice, che è stato a Desio con la sua famiglia per 14 anni a Desio per concludersi lunedì 27 giugno con la Messa di ricordo dei fedeli defunti.

    “Questa non è una messa di addio, ma di ringraziamento: è un arrivederci Cosimo” ha detto don Flavio Speroni, che ha presieduto la Messa anche insieme a don Gianni Cesena.

    Cosimo Iodice ha letto, alla fine della Messa, un ringraziamento alla comunità: “Salutare una comunità dopo 14 anni di esperienza non è facile. Questi giorni e settimane mi sono arrivate tante testimonianze di affetto. Grazie anche della vostra presenza oggi a questa celebrazione e quanti mi hanno fatto una visita a casa o mi hanno inviato un messaggio di vicinanza”. Porterà nel cuore per chi l’ha accompagnato in questi anni. “Arrivato a Desio non conoscevo niente e nessuno, era per me tutto nuovo, come la stessa Milano. Sono arrivato con pochi soldi e con una valigia. Oggi ringrazio per queste cose belle che sto facendo nella vita, che è merito di Dio”. Un grande applauso finale ha abbracciato le sue commosse parole finali: “È stato bello incontrarvi, grazie di cuore e il mio ringraziamento va al comitato di quartiere, alla parrocchia e a tutte le realtà con le quali ho collaborato”.

    Gli hanno consegnato dei regali: il vangelo di Marco e uno da parte del gruppo sportivo. Ora proseguirà il cammino, che lo vedrà diacono nel novembre 2023.

    Eleonora Murero

  • L’arte celebra la città

    L’arte celebra la città

    I luoghi simbolo di Desio, i suoi monumenti e i suoi scorci più caratteristici raccontati su tela

    1 – 9 OTTOBRE 2022 EX BAR DE IL CENTRO PARROCCHIALE VIA CONCILIAZIONE 15, DESIO

    Iniziativa finalizzata alla raccolta fondi per la manutenzione straordinaria dell’organo Tamburini, prezioso strumento della Basilica Parrocchia SS. Siro e Materno | Desio

    ALLA RISCOPERTA DI DESIO ATTRAVERSO LA PITTURA

    C’è tanto da scoprire e celebrare!

    La Basilica con la sua cupola rinnovata e il suo campanile medievale, la piazza Conciliazione, la casa natale di Pio XI, Villa Traversi Tittoni, la torre del Palagi, il centro storico e i suoi scorci, i monumenti e i luoghi simbolo della città

    Sei un pittore e vuoi raccontare la città di Desio?

    Realizza la tua opera e donala per la raccolta fondi ! Sei un privato e hai un quadro che mostra un angolo della città?

    Sogno di dipingere e poi dipingo il mio sogno

    Vincent Van Gogh

    Donalo per la raccolta fondi!

    ADERISCI AL PROGETTO scrivendo una mail a info@desioelasuabasilica.it o telefonando al numero 0362/626266 entro e non oltre il 10/07/2022

  • “Quattro passi verso il cielo”

    Sono tornale le visite guidate alla torre campanaria della Basilica in occasione dei “Mercoledì sotto le stelle”.

    Il Gruppo Campanari della Basilica di Desio ha organizzato anche per il 29 giugno, il 6-13-20 luglio le salite da uno dei punti più suggestivi della città.

    Vi aspettano numerosi dalle 20.30 alle 22.30!

  • Don Davide tra gli “amici” di Desio

    Domenica 19 giugno, in Basilica, alle ore 10 don Davide Ciarla, nominato sacerdote l’11 giugno, ha celebrato con noi la Santa Messa insieme al diacono Fabrizio Santantonio, a don Pietro Cibra e il seminarista, Edoardo Mauri. Ora proseguirà il suo cammino a Vimercate!

    Grazia, grazie, dire grazie, rendere grazie, grazia su grazia… Sono le parole chiave della prima omelia che don Davide Ciarla ha predicato dal pulpito della Basilica di Desio.

    Don Davide Ciarla l’11 giugno è diventato sacerdote e domenica 19 giugno ha celebrato in Basilica la prima Messa insieme al diacono, Fabrizio Santantonio, don Pietro Cibra e il seminarista desiano, Edoardo Mauri. Il coretto dei bambini e ragazzi ha animato la messa delle 10 in Basilica. Una chiesa gremita con tutte le panche occupate. Nelle file erano presenti anche molti animatori dell’oratorio estivo, che è iniziato lunedì 13 giugno e continuerà fino al 15 luglio. Ha predicato con il suo solito stile, cercando di comunicare con un linguaggio semplice e diretto con i fedeli riuniti: “Vi chiedo oggi di avere sempre nel cuore il desiderio del Signore presente in mezzo a noi. Siamo testimoni l’uno per l’altro di questo amore che ci attira ed è centrale. Io sono stato testimone di questo in questi due anni di queste cinque comunità che collaborano insieme e per questo ho visto che vale la pena di spendere la vita per Te, per ciò che siamo, per ciò che crediamo. La felicità e il senso della vita vengono fuori con Gesù: siamo i testimoni l’uno della salvezza dell’altro quando mettiamo il Signore al centro della nostra vita”.

    Alla fine della celebrazione gli sono stati dati dei doni: un abito liturgico bianco per le solennità e i santi e una scandola personalizzata con il versetto da lui scelto per l’ordinazione “Perché nulla vada perduto”. Come mai proprio quelle frasi? “L’ho scelto per ricordarmi cosa mi ha spinto ad intraprendere il mio cammino. Mi ricorda che le Grazie del Signore superano ogni misura e vanno oltre ogni aspettativa oltre a mettere nelle mani del Signore il poco che abbiamo”.