Categoria: News

  • KYRIE, ALLELUIA, AMEN

    KYRIE, ALLELUIA, AMEN

    All’inizio dell’anno pastorale, fissato convenzionalmente per l’8 settembre, l’Arcivescovo traccia le linee fondamentali dell’azione delle comunità cristiane della diocesi.

    Quest’anno il testo – pubblicato già all’inizio dell’estate – riprende le tre parole non italiane che utilizziamo spesso nella liturgia. Infatti noi professiamo la fede nel Signore risorto e lo invochiamo Kyrie. Gioiamo della sua vittoria sulla morte e sciogliamo il canto gioioso dell’Alleluia. E la nostra fede si fa vissuto quotidiano nell’adesione dell’Amen: crediamo in Gesù vivo e le nostre scelte si ispirano a Lui, al suo stile di vita e alla sua Parola.

    L’Arcivescovo però indica come realizzazione piena di questo programma la riscoperta della
    preghiera. Infatti il sottotitolo della sua proposta afferma: Pregare per vivere, nella Chiesa come
    discepoli di Gesù
    . Si può perciò parafrasare un noto proverbio, senza paura di apparire irriverenti: non si vive per pregare, ma si prega per vivere.

    Ricordando così che non c’è vita vera se non si apre all’incontro con Dio; alla considerazione con
    Colui che è stato definito Totalmente Altro, ma che in Gesù è divenuto fratello, amico, compagno del cammino.

    C’è ancora molta gente che prega, che sa pregare, disposta a imparare a pregare. Altri purtroppo non hanno ricevuto questa educazione e, pur ricchi di sensibilità umana, non hanno questa apertura. Che la Chiesa insista a far pregare non è un atto dovuto, ma un’opera di promozione umana. Come diceva san Giovanni Crisostomo: “Chi prega ha le mani sul timone della storia”.

    don Gianni

  • PRONTI A SERVIRE

    PRONTI A SERVIRE

    DOMENICA 18 SETTEMBRE – GIORNATA PER IL SEMINARIO

    Domenica 18 settembre la chiesa ambrosiana ricorda la Giornata per il seminario. Qui riportiamo un breve messaggio di Edoardo Mauri, seminarista originario di Desio, in cui ci invita a riflettere sull’importanza del seminario e sulla vocazione sacerdotale.

    Ciao a tutti amici di Desio!!!

    Dopo l’esperienza dell’oratorio estivo, sono stato invitato nuovamente a scrivere sul nostro informatore per un’occasione particolare. Infatti, in questa domenica, la nostra diocesi ambrosiana celebra la Giornata per il seminario. L’invito è di soffermarsi pregando per una domenica su una delle realtà più significative per la diocesi, come la formazione di quei giovani
    che decidono di dedicarsi alla sequela del Signore Gesù. Quest’anno il motto scelto dal seminario è: “Pronti a servire” tratto dall’esortazione apostolica di Papa Francesco rivolta ai
    giovani, la “Christus Vivit”.

    Lo sfondo da tenere presente è la prontezza a servire di Maria, e potenzialmente di tutti noi, che
    nasce dall’esperienza di essere amati e considerati preziosi agli occhi del Signore.

    Nel cammino di formazione al sacerdozio, l’invito al servizio ha una certa rilevanza, a partire dalle proposte che ci vengono rivolte: la preghiera, la meditazione, lo studio della filosofia e della teologia, l’impegno pastorale nei vari oratori.

    Il giovane che inizia il seminario mette al centro sé stesso come uomo, scoprendosi cristiano, mentre negli ultimi anni di formazione si delinea sempre più l’uomo che si prepara ad essere prete secondo il cuore di Gesù. In questo tempo, un prete, che si mette al servizio di una comunità non può permettersi di non conoscere, di non saper insegnare a pregare e di non saper portare all’incontro con Dio.

    In questi anni di seminario (ho iniziato da poco il quinto) ho potuto vedere quanto il periodo che stiamo attraversando segni molto anche l’adesione dei giovani all’invito di Gesù a seguirlo verso il sacerdozio. Oggi si sente spesso dire: “Mancano le vocazioni” o frasi simili. Io, al contrario, credo che le vocazioni non manchino, ma piuttosto, manchino le risposte ad esse. Troppe le paure, i pensieri davanti all’intuizione di lasciare tutto e dedicarsi totalmente a Dio, alla Chiesa e agli altri.

    Il mio piccolo invito allora questa domenica, è di pregare perché i giovani abbiamo il coraggio di dire “Sì” al Signore che chiama, abbiano il coraggio di lasciarsi amare e abbiano il coraggio di prendere in mano per davvero la loro vita lasciando da parte tutte le comodità, le illusioni per essere davvero felici.

    Pregate per noi seminaristi, per il nostro cammino e soprattutto per la santità sia nostra che dei preti che ci accompagnano.

    Edoardo Mauri

  • VENDITA DEL RISO 2022

    Gesto di Solidarietà a favore dell’evangelizzazione

    Nel mese di maggio 2022 è stato possibile partecipare al “Gesto del Riso”, in favore dell’evangelizzazione. In queste righe riportiamo un piccolo riassunto di quanto è stato fatto e si sta ancora facendo.

    La vendita del riso è un gesto nato negli anni ‘80 che quest’anno, dopo una sosta obbligatoria, abbiamo osato riprendere. Insieme ai coordinatori di questa iniziativa, sono molto felice di condividere alcuni numeri.

    L’iniziativa è stata condivisa nella Zona V della Diocesi, zona composta da 7 decanati.

    Alla vendita di quest’anno hanno partecipato 57 parrocchie e sono stati venduti in totale 11.706 kg di riso Roma. Il ricavato complessivo della vendita è stato di euro 26.500,63.

    Sul volantino iniziale erano stati presentati 4 progetti a favore dell’evangelizzazione in Bolivia, Tanzania, Brasile e Perù ma, GRAZIE ALLA GENEROSITA’ DI TUTTI, siamo stati in grado di finanziare altri 2 progetti, uno in Benin ed un secondo in Mozambico e, proprio in questi giorni, si
    stanno consegnando gli importi destinati ai vari progetti ai missionari di riferimento.

    I progetti sono a favore dell’evangelizzazione, quindi per la formazione catechisti, acquisto di testi per la catechesi e per le celebrazioni. Possiamo immaginarci, all’inizio di questo nuovo anno pastorale, di essere in comunione con queste comunità che stanno ricevendo un contributo per il cammino. Ancora GRAZIE di cuore e ci rivedremo il prossimo anno al banchetto del riso!

    Angela Colombo

  • Dal Consiglio Pastorale

    Martedi 13 settembre si è riunito il consiglio pastorale della comunità.

    Argomento principale del dibattito della serata è stata la lettera pastorale dell’arcivescovo, “Kyrie Alleluia Amen”. I consiglieri si sono soffermati inizialmente sull’esperienza personale, ovvero su quali siano le forme di preghiera che a loro sono più affini e quali meno, per poi esperimere un’opinione su quale sia “la forma” più adatta per la nostra comunità.

    Lasciamo al lettore come spunto le domande proposte:

    • Quale esperienza di preghiera posso comunicare? Tra le forme personali e comunitarie cosa mi aiuta di più? Cosa mi pesa? Cosa trascuro e potrei recuperare?
    • Cosa ritengo importante e urgente tra le proposte del Vescovo affinché sia trasformata in proposta pastorale per la Comunità?

    LA PROPOSTA PASTORALE NELLE ZONE

    L’arcivescovo presenterà la Proposta Pastorale 2022 “Kyrie Alleluia Amen” nelle diverse Zone pastorali. Per la nostra zona (V – Monza), l’incontro sarà venerdì 23 settembre presso la Parrocchia Santa Maria Nascente di Meda (piazza Chiesa 10)

  • Sempre con il sorriso

    Sempre con il sorriso

    Festa Patronale S. Pio X

    Non è di certo mancata la gioia al termine della festa patronale di San Pio X, non solo per la festa, ma anche perché nelle tre serate e nella giornata di domenica si è registrata grande affluenza. Riviviamo insieme alcuni momenti di questa festa patronale.

    Per l’apertura della festa il coro degli alpini insieme alla coraledi S. Pio X e al coro dei ragazzi si sono esibiti in chiesa parrocchiale la sera di giovedì 8 settembre. Si sono poi susseguite le tradizionali serate di venerdì e sabato con la cucina aperta e la possibilità di cenare in oratorio.

    Domenica la festa si è protratta per tutta la giornata: iniziata con la celebrazione eucaristica, prima del pranzo delle famiglie poi nel pomeriggio i giochi e la cena serale.

    Lunedì 12 la conclusione, con la tradizionale S. Messa per i defunti dell’anno. Tanti sono stati i volontari, che “sempre con il sorriso”, motto della cucina, hanno realizzato questa festa.

    Alessio Malberti

  • Buon cammino Chiara!

    Buon cammino Chiara!

    Il 17 settembre entrerà nel protomonastero di Santa Chiara, ad Assisi, la sangiorgina Chiara Galbiati.

    Una vocazione così grande dalla comunità più piccola della città: è quella della 36enne di San Giorgio Chiara Galbiati, instancabile educatrice dell’oratorio “oltre il ponte” che entrerà nel monastero di clausura.

    Sabato 2 settembre è stata celebrata la Messa alla quale hanno partecipato tanti amici, parenti, ma anche figure come don Renato Bacchetta, don Giuseppe Maggioni e don Giacomo Trevisan che hanno fatto parte della vita di Chiara e della comunità desiana in questi anni e che ora sono stati destinati in altri luoghi. Presente anche il prevosto, don Gianni, i diaconi Fabrizio Santantonio e Stefano Orfei, don Alberto Barlassina, don Marco Albertoni e don Pietro Cibra.

    “Grazie Chiara per averci convocato stasera – ha esordito subito il prevosto – Lo spettacolo che mi si prospetta davanti è di un variegato gruppo che esprime lo stare insieme di Gesù, di una comunità che si sente orgogliosa di vedere una vocazione così, monastica e claustrale”.

    Il cammino di discernimento di Chiara è stato lungo, ma l’ha portata a comprendere come la sua via fosse quella nel protomonastero di Santa Chiara ad Assisi. Ha predicato durante l’omelia
    un emozionato don Giuseppe, che ha detto: “Tu Chiara ci hai convocati per l’incontro con Gesù perché ti ha toccata realmente, ti ha parlato molto e con i tuoi gesti ci stai dicendo di seguire Gesù incondizionatamente. Non contano le parole in questo caso, ma la testimonianza di vita che ci stai dando. Così facendo ci richiami a fissare lo sguardo su di Lui. Non andrai in un convento che non ti chiude, che ti toglie libertà, ma anzi, al contrario, che ti aprirà uno sguardo
    grande. Cara Chiara, per quello che ti conosco, sei una persona che ha sempre cercato la bellezza e la pienezza della vita. Per te una volta là sarà tutto nuovo, ma lo è nuovo solo per
    il contesto, non è nuovo l’Amore che ti accompagna, sai che la santità di vita è gioia, vita e amore. Per noi che rimaniamo a casa siamo chiamati a custodire la bellezza di Gesù nei nostri
    giorni. Ci insegni che la pienezza è andare in profondità con uno sguardo che riesce a cambiare il mondo. Si sa che solo chi lascia qualcosa conosce la bellezza di qualcosa di nuovo e grande.

    È stupefacente che dalla più piccola comunità della città il Signore faccia cose così grandi”. Si è aggiunto anche il ringraziamento a nome della comunità di Valeriana Galimberti, ausiliaria diocesana a San Giorgio: “La comunità prega per te Chiara. Grazie per la tua scelta e la tua testimonianza e buon cammino”. È seguito un rinfresco per tutti i presenti. Dei parrocchiani andranno anche a presenziare all’ingresso di chiara al monastero di Assisi il 17 settembre dopo la Messa alle 7 di mattina.

    Eleonora Murero

  • Un piccolo gesto settimanale: la raccolta del pane invenduto che può fare la differenza

    Un piccolo gesto settimanale: la raccolta del pane invenduto che può fare la differenza

    È nato tutto per cercare di dare un piccolo contributo ai più bisognosi durante i mesi della pandemia. Oggi è diventato l’appuntamento fisso del Mercoledì dalla sig.ra Margherita (panificio Di Vara). È da lei infatti che mi reco una volta a settimana per ritirare ciò che non è stato venduto durante la giornata. Si tratta perlopiù di pane e brioches. Talvolta, quando si è più fortunati, anche di pizzette e focaccine. Con l’aiuto di Eleonora e Riccardo, lo portiamo al centro Caritas di San Giovanni Battista dove Guido e la sig.ra Lella ci attendono sempre puntuali. Sono loro infatti che ci aprono le porte della chiesa, dove disponiamo quanto recuperato poco prima in panificio. Gli stessi alimenti saranno distribuiti alle famiglie in difficoltà il giorno successivo. Personalmente, ritengo che si tratti di un gesto doppiamente utile: da una parte serve per ridurre gli sprechi alimentari, dall’altro dona un piccolo contributo alle persone più fragili. Pur nella sua semplicità, sappiamo che può fare la differenza per chi non può permettersi di avere il pane in tavola ogni giorno. Dopotutto, fare la carità è un atto d’amore verso il prossimo, nonché la nostra possibiltà di mettere in atto quanto scritto nei Vangeli. Come dice Papà Francesco: “Prendersi cura di una persona significa abbracciare tutta la sua condizione e aiutarla a liberarsi da ciò che più la opprime e nega i suoi diritti”. Anche se noi volontari non conosciamo direttamente le famiglie a cui è destinato questo servizio, vogliamo metterci in gioco per loro perché sappiamo che purtroppo, specialmente negli ultimi anni, c’è tanto bisogno. Non basterà forse per risolvere tutti i loro problemi, ma se solo servisse ad alleviare le loro fatiche, allora possiamo ritenerci soddisfatti. Desidero, dunque, ringraziare la Caritas per avermi dato questa possibilità. Estendo i ringraziamenti anche alla panetteria Di Vara e di nuovo alla sig.ra Margherita senza la quale tutti ciò non sarebbe possibile. In ultima istanza, vorrei lanciare un appello: se qualcuno volesse unirsi a noi è certamente ben accetto; sono molte le attività in cui la Caritas è attiva e le sfide lanciate dalla nostra società diventano sempre più complesse. Non resta che raccoglierle e scendere in campo. Talvolta, basta davvero poco: qualche sacco di pane e un paio di amici…

    Davide Spagnolo

  • Dopo la vacanzina di quest’estate insieme: lasciamo camminare i ragazzi

    Dopo la vacanzina di quest’estate insieme: lasciamo camminare i ragazzi

    Capirò quando sarò più
    grande, ne sono sicura

    Lucy Pevensie

    Frase molto semplice che spesso anche i grandi si ripetono. I ragazzi degli oratori della città l’hanno sentita pronunciare da Lucy, protagonista insieme ai suoi fratelli ne “Le cronache di Narnia”, durante la vacanzina a Spiazzi di Gromo, dal 16 al 24 luglio.

    Insieme ai loro educatori, don Pietro, don Gianni, (suor) Barbara e qualche genitore, seguendo questa storia fantasy i ragazzi dalla 5^ elementare alla 3^ media hanno cercato di capire quali valori possono essere coltivati per ‘diventare grandi’, senza aspettare di diventare troppo grandi per capire quale importanza può avere l’amicizia, il coraggio, la fede ma anche lo smarrimento, il tradimento, la paura.

    La domanda più ricorrente riguardo alla proposta estiva che ogni anno gli oratori propongono è
    “chissà cosa vivranno i ragazzi, chissà se torneranno con qualcosa in più nel cuore e nella testa?” Da genitore quante volte me la sono ripetuta, ma ad essere lì in vacanzina, con i ragazzi, ci si rende conto che qualcosa in più lo danno loro a noi. Dai più piccoli alle prese con i primi tentativi di un’autonomia fuori casa, ai più grandi alle prese con un’adolescenza che li vuole protagonisti
    di scelte e relazioni importanti, tutti (educatori compresi) sanno regalare uno sguardo sul mondo,
    sulle cose, sugli affetti e sulla fede che è in grado Aspettando il festival della missione a Milano
    29 settembre – 2 ottobre di suscitare domande anche in noi adulti….basta saper ascoltare.

    I nostri ragazzi, complicati e fragili per certi punti di vista, hanno in realtà delle belle risorse emotive. È stato interessante sentirli alle prese con domande sul sé e su quello che vivono; aiutati dagli educatori hanno avuto lo sprono e la volontà di andare un po’ oltre la superficie e lasciarsi toccare in profondità, facendo della vacanzina un tempo dedicato anche alla crescita e non solo allo svago.

    Il mondo degli adulti è spesso fatto di cervellotici ragionamenti e ponderate scelte, ed invece in
    quella settimana ho assaporato lo slancio e la freschezza del lasciarsi un po’ andare, gustando
    il tempo e quello che sa regalare, dalla semplice chiaccherata al momento più impegnato dell’incontro formativo. I ragazzi in questo hanno da insegnare e vederli alle prese con il loro vivere, mette tenerezza e gioia.

    Anche nella fatica del cammino mi hanno insegnato qualcosa: la capacità di lasciarsi condurre. Qualcuno per nulla abituato alla montagna stava dietro con me e don Gianni oppure con
    me e Alberto o Luigi o Giambattista; con passo lento ma costante, tra un incitamento e l’altro,
    si condividevano episodi vi vita quotidiana, gusti e preferenze, progetti futuri e preoccupazioni
    presenti, sogni: insomma, un pezzettino di vita.

    Io, nel momento della fatica, mi lascerei condurre da un altro con la stessa spontaneità? Scambiando un pezzettino di vita?

    Quel rallentare per arrivare tutti, e nel mentre riuscire ad incontrare l’altro, mi ha suscitato diversi interrogativi sulla frenesia quotidiana che spesso noi adulti, genitori e lavoratori, siamo costretti a subire.

    Altra sorpresa (o conferma) è stata la passione ed il desiderio con cui gli educatori hanno cercato di affiancarsi ai ragazzi. Anche loro in crescita ed alle prese con un’identità ancora in formazione, mi hanno fatto vibrare il cuore con i loro tentativi di avvicinamento e conoscenza dei più piccoli, tentativi caratterizzati da tenerezza e affetto, tra una risata e un abbraccio, una consolazione ed una prima impronta di autorevolezza. Oppure la volontà dei più grandi di farsi amico, prossimo, confidente, consigliere, nella consapevolezza che quei pre-adolescenti non sono lì per caso, sono affidati anche a loro. E così davanti agli occhi di noi adulti si è dischiusa la meraviglia di chi vuol provare a farsi ‘prossimo’ di qualcun altro, vuole provare a capire cosa sia il voler bene cristiano, che nulla desidera in cambio, vuole provare a vivere sulla propria pelle quel “siete miei amici” che Gesù ripete ai discepoli.

    Tentativi, certo, che ancora molta strada devono fare, ma comunque vivi, ardenti. Abbiamo una comunità composta da tanti bambini e ragazzi, belli nel loro volerci provare, più consapevoli e desiderosi di quello che immaginiamo, anche più bisognosi di riferimenti di quel che pensiamo: sapremo essere credili nel nostro esserci? Sapremo insinuare in loro le giuste domande, quelle che consentono di diventare adulti? Sapremo dare loro la giusta fiducia? La vacanzina a Spiazzi di Gromo è stato un bel primo passo, ora non resta che camminare.

    Betty Veronese

  • Aspettando il festival della missione a Milano

    Aspettando il festival della missione a Milano

    29 settembre – 2 ottobre

    Dal 29 settembre al 2 ottobre si terrà a Milano il festival della missione. E’ alla seconda edizione, la prima è stata fatta nel 2017 a Brescia. Ma i preparativi per questo festival sono iniziati nell’autunno 2021, coinvolgendo scuole, alcune università, Centri missionari, Istituti missionari, gruppi missionari, associazioni laiche di volontariato, alcune carceri e monasteri. Per tenervi aggiornati sui vari cambiamenti e i sui testimoni che parteciperanno potete iscrivervi al sito www.festivaldellamissione.it.

    L’iscrizione è gratuita e necessaria per accedere ai convegni, presentazioni e spettacoli inoltre si avrà diritto a sconti e convenzioni (bar, ristoranti,musei ecc.), Bisogna accogliere chi parteciperà agli eventi e perciò si cercano alloggi, stanze, dormitori, sale, palestre, appartamenti disponibili a Milano o nelle vicinanze (se serviti da treni o metropolitana). Inoltre se si hanno più di 18 anni si può diventare volontari del Festival per i tanti compiti utili per aiutare lo svolgimento dell’evento. I luoghi dove si svolgeranno gli eventi saranno diversi: Duomo, Colonne di San Lorenzo, Basilica Sant’Eustorgio, casa circondariale San Vittore, Università Cattolica del Sacro Cuore, Piazza Vetra, Museo Diocesano. Gli ospiti che parteciperanno ai vari incontri sono talmente tanti che vi suggerisco di vedere sul sito e saprete dove e quando poterli ascoltare e incontrare. Vi consiglio anche di crearvi un vostro programma personale perché le occasioni sono così tante e non so se si potrà partecipare a tutte, a meno che qualcuno di noi non abbia il dono dell’ubiquità. Vi chiederete perché si fa questo festival: per contribuire alla rigenerazione di un “nuovomondo” fondato sulla fratellanza e sulla cura del creato, per aiutare ognuno di noi ad essere attento a tutte le persone che la vita ci fa incontrare e renderci conto di come le nostre vite sono così intrecciate con gli altri e con il mondo e la natura. Vi suggerisco di leggere anche il mensile di agosto/settembre dei Missionari Saveriani che ha dedicato la pagina centrale proprio al Festival della missione. Lì troverete molte informazioni in merito e soprattutto vi invito a partecipare numerosi ad almeno una giornata del Festival, scegliendo i temi e i relatori che più vi piacciono. A presto e arrivederci al Festival.

    Germana Cattazzo

  • DRITTI AL CUORE DELL’UNITALSI DESIANA

    DRITTI AL CUORE DELL’UNITALSI DESIANA

    Nella nostra città l’associazione UNITALSI è nata nel 1942. Dalla sua fondazione sono trascorsi 80 anni, che verranno celebrati domenica 11 settembre, durante la S. Messa delle ore 11.30 in basilica.

    Ho incontrato il responsabile cittadino, che coordina le iniziative locali.

    Quando è sorta questa associazione?

    “Storicamente l’UNITALSI è nata a Roma all’inizio del Novecento. A Desio venne fondata nel 1942, per intervenire ad aiutare in ospedale quando imperversava la Seconda guerra mondiale.”

    Cosa significa per lei partecipare ai pellegrinaggi?

    “Ho bisogno di quello stimolo necessario spirituale, perché mi ricarica. La mia professione era molto stressante, senza orari. Il pellegrinaggio mi serve per ritrovare quella spinta necessaria ad affrontare le difficoltà quotidiane. Aiutare i malati ripaga sempre tanto.”

    Cosa ricorda in particolare?

    “Una volta, a bordo di un treno “bianco”, ad una malata disabile, mentre mangiava, era andato di traverso qualcosa, tanto da andare in arresto cardiaco. Ricordo che, insieme ad un volontario infermiere della Croce Rossa, abbiamo fatto le manovre rianimatorie. Dopo un quarto d’ora di tentativi di rianimazione stavo quasi desistendo, ma l’infermiere ha insistito e alla fine l’abbiamo
    rianimata”.

    Momenti che fanno venire la pelle d’oca …

    “Certo, ma la cura e il rispetto dei malati dona tanta gratificazione a chi li assiste.”

    Nel 2020 e 2021 non siete riusciti a fare i pellegrinaggi a causa della pandemia …

    “Esatto. Ci siamo fermati ed è stata dura! Quest’anno andrò a settembre al pellegrinaggio a Lourdes in aereo. Non vedo l’ora.”

    Certo è che, dopo aver visto la nascita dell’UNITALSI, è più difficile constatare come oggi si faccia fatica a trovare nuove aderenti.

    “C’è la necessità di nuove forze, di grandi idee, di giovani intraprendenti, per essere in grado di offrire più attività a servizio dei più bisognosi. Certo è che, ogni volta che si arriva a Lourdes, vedere tutt’oggi tanti gruppi di giovani generosi, scalda il cuore e ci dà speranza.”

    Come assistente spirituale c’è don Sandro Mottadelli. Che significato ha per lei questo incarico?

    “Cerco di favorire la formazione dei volontari dell’UNITALSI, che desiderano accogliere ed aiutare gli ammalati. Al di là del momento aggregativo, l’aspetto religioso è centrale nel pellegrinaggio, perchè ci permette di vedere dove la Madonna appare. Poi durante l’anno ci sono altri incontri a Desio, per coltivare i rapporti tra ammalati e volontari che si sono instaurati durante il pellegrinaggio.

    L’UNITALSI è un’associazione che fa un servizio a chi ha bisogno di percepire la vicinanza della Chiesa durante la sofferenza e per approfondire la propria spiritualità.”

    Nel 1992, in occasione del 50° anniversario di fondazione dell’UNITALSI di Desio, l’allora prevosto Mons. Piero Galli ricordava che: “La storia della società scorre veloce e dei grandi fatti che hanno segnato la vita di grandi persone non rimane che un ricordo (…), ma le vere opere sono quelle che non si cancellano mai, sono quelle che sono scritte nella vita della gente (…).

    Il Signore Gesù dice che, qualunque cosa noi facciamo ad uno dei fratelli in necessità, lo ritiene fatto a Sé! (…) Dico grazie a tutti coloro che operano in questa associazione e invito a non lasciar spegnere questo fuoco di bontà.”

    Un invito, che ancora oggi, a 80 anni dalla fondazione, chiede di essere accolto e vissuto.

    Eleonora Murero