Autore: basilica

  • IL 2 MARZO PREGHIAMO E DIGIUNIAMO PER LA PACE

    • 2 marzo chiesa aperta dalle 7.00 alle 21.00
    • ore 15.00 preghiera per la pace con le persone provenienti dall’Ucraina
      Messa ore 7.30, 9.00, 18.30

    SAN GIORGIO

    • 2 marzo Messa ore 18.00

    SS. PIETRO E PAOLO

    • 2 marzo chiesa aperta fino alle 22.00
    • 2 marzo Messa ore 8.30
    • 4 marzo adorazione eucaristica

    SAN PIO X

    Chiesa aperta ininterrottamente dalla mattina dell’1 marzo alla sera del 2 marzo

    • 1 marzo Rosario e Messa ore 8.00
    • 2 marzo Rosario e Messa ore 20.00

    SAN GIOVANNI BATTISTA

    • 2 marzo Messa ore 20.30
  • 2 MARZO: DIGIUNIAMO LO STESSO

    Mercoledì scorso, all’udienza generale il papa ha dato voce anche a noi: “Ho un grande dolore nel cuore per il peggioramento della situazione nell’Ucraina. Nonostante gli sforzi diplomatici delle ultime settimane si stanno aprendo scenari sempre più allarmanti. Come me tanta gente, in tutto il mondo, sta provando angoscia e preoccupazione”. Sembra naturale che il papa non venga ascoltato: il giorno successivo la situazione è peggiorata.

    Ha proposto di agire con armi diverse da quelle dei contendenti sul terreno: “vorrei appellarmi a tutti, credenti e non credenti. Gesù ci ha insegnato che all’insensatezza diabolica della violenza si risponde con le armi di Dio, con la preghiera e il digiuno. Invito tutti a fare del prossimo 2 marzo, mercoledì delle ceneri, una Giornata di digiuno per la pace”.

    Anche se non sappiamo ora cosa accadrà nel frattempo e anche se per gli ambrosiani non c’è mercoledì delle ceneri, accogliamo lo stesso l’invito del papa e uniamoci a lui nella preghiera e nel digiuno. Sarà il segno eccezionale di un’invocazione più forte. E il digiuno ci aiuterà a riflettere su ciò che conta veramente e a mettere da parte pretese inutili e aspettative superficiali.

    Anche il nostro arcivescovo Mario Delpini invita a dire una decina del Rosario per l’intenzione della pace, immaginando di poter pregare sulla linea di confine, come a suo tempo immaginò il card. Martini – era il 29 gennaio 1991 – nel suo grido di intercessione: un testo che faremmo bene a rimeditare in silenzio davanti al Crocifisso Gesù e ai crocifissi della storia.

    don Gianni

  • ULTIMA DOMENICA DOPO L’EPIFANIA

    Il Vangelo ci riporta una scena gustosa: Zaccheo che corre ad arrampicarsi per vedere
    Gesù. Zaccheo era capo dei pubblicani, quindi persona importante e odiata dalla gente perché a servizio dei romani e facilmente esosa.Il suo comportamento lo rendeva ridicolo davanti alla gente.

    Un episodio che è un capolavoro in cui si manifesta la bontà del Signore verso i peccatori ed è esempio del come dovremmo comportarci con chi sbaglia. Nel Vangelo Gesù è l’unico che si accorge di questo uomo e lo chiama per nome; va in cerca di questo ricco; non pronuncia
    parole di rimprovero, anzi lo onora di una sua visita, non per giustificare il suo operato, ma per manifestargli il suo amore. Questo incontro, fondato sull’amicizia, è quello che cambia la persona, lo rende libero e generoso. Non si limita a restituire, è anche generoso con i suoi beni e tutto questo nella gioia.

    È così il nostro incontro con il Signore nella Parola, nei Sacramenti, in particolare nella
    Confessione? C’è il desiderio di vedere il Signore, di accoglierlo con gioia dentro di noi, di lasciarci cambiare il cuore, così da renderlo veramente generoso?

    Gesù non giustifica l’operato di Zaccheo, ma lo ama così come è: questo cambia il suo cuore. È una costante della storia: santi, poveri, hanno fatto breccia nei cuori chiusi dei ricchi. Chiediamo al Signore di credere al suo amore gratuito e di renderci testimoni di questo amore verso gli altri. La Quaresima, che sta per iniziare, ci aiuti anche in questo.

    don Alberto

  • TeenSTAR e non solo… un percorso lungo un anno

    TeenSTAR e non solo… un percorso lungo un anno

    Cosa fanno i nostri ragazzi al lunedì sera durante gli incontri di Teen STAR? Qual è il percorso di fede che propone la città quest’anno? Ormai metà dell’anno è passata, facciamo insieme il punto sulla proposta educativa per i ragazzi delle scuole superiori.

    Partiamo da… TeenSTAR Sembra il titolo di un talent show, vero? Invece è un percorso intrapreso dai nostri ragazzi delle scuole superiori proposto dalla Pastorale Giovanile. S.T.A.R. significa “Sexuality Teaching in the context of Adult Responsibility”, che tradotto vuol dire Educazione Sessuale in un contesto di Responsabilità Adulta. In questi incontri siamo stati affiancati da educatori professionali nel proporre un percorso di conoscenza e crescita alla scoperta della bellezza e dell’armonia di un corpo fatto per la comunicazione e la relazione, fornendo così strumenti per l’esercizio della
    propria libertà in modo critico e responsabile.

    Ma non ci fermiamo solo a quello: agli incontri del percorso Teen S.T.A.R. abbiamo alternato anche appuntamenti in cui i nostri educatori hanno riflettuto insieme ai ragazzi a partire dalla lettera che l’Arcivescovo Mario ha scritto proprio per loro: Fellowers – Compagni di viaggio. Abbiamo così affrontato da un altro punto di vista il rapporto che i ragazzi vivono con loro stessi e i loro coetanei, per passare poi sempre raccogliendo le provocazioni di mons. Delpini a parlare del loro rapporto con Dio.

    Ora lo sguardo va alla Quaresima e il desiderio è quello di accompagnare i ragazzi verso la Pasqua proprio a partire dalla Parola di Dio che la Liturgia ci propone domenica dopo domenica per scoprire e sentire quello sguardo che Gesù ha su di noi e che solo può dare forza per un cammino di conversione e crescita nella fede.

    Andando un po’ più in là (ma non troppo) si intravede l’estate, la preparazione degli oratori estivi, la messa in scena del musical (sì c’è anche questa possibilità per i ragazzi dalla prima superiore in su), le vacanze in montagna…quante cose! Ma se le meritano tutte: questi giovani sono il presente e il futuro di questa comunità! Sosteniamo il loro cammino e creiamo le condizioni perchè in questa comunità possano mettere a frutto i grandi talenti di cui dispongono

  • Salviamo la cupola

    Salviamo la cupola

    I lavori di sistemazione della copertura della Basilica procedono con rapidità. Sono state un successo anche le iniziative culturali promosse da “L’Arena in Centro” per sostenere la raccolta di fondi, ma ora va fatto un ultimo sforzo per arrivare all’obiettivo della copertura completa delle spese.

    Gli spicchi della cupola disegnata sul tabellone che si trova in fondo
    alla Basilica si colorano sempre di più: sono la rappresentazione
    grafica della raccolta fondi per il restauro del simbolo della città,
    arrivata alla significativa cifra di circa 570.000 euro (aggiornamento al 18 gennaio 2022). I desiani stanno partecipando con generosità a questa impresa economica che ridonerà splendore alla grande cupola costruita nel 1895.

    Nel cantiere procede a ritmo serrato la posa delle nuove scandole di ardesia e i lavori si intravedono dietro i ponteggi. Si prevede che entro la fine del mese di marzo, imprevisti permettendo, i lavori potranno essere conclusi.
    Intanto le vecchie scandole recuperate sono nelle mani degli artisti, che le stanno decorando. Anche in questo caso la consegna a chi ha prenotato questo prezioso e originale cimelio dovrebbe iniziare per l’inizio del
    mese di aprile. Prima della distribuzione, ci sarà una mostra di tutte le scandole decorate e verranno esposte pure alcune fotografie degli eventi che hanno caratterizzato nei mesi scorsi l’Arena In Centro.

    Altre iniziative di sensibilizzazione sono in cantiere perché comunque serve ancora un significativo sforzo per raggiungere l’obiettivo della raccolta, ovvero 800.000 euro. È sempre dunque possibile sostenere il progetto con le note modalità.

    Andrea Pizzi

  • FESTA DELLE FAMIGLIE

    FESTA DELLE FAMIGLIE

    FESTA DELLE FAMIGLIE

    Zona Pastorale V – Diocesi di Milano

    “L’amore familiare, vocazione e via di santità”
    26 Marzo 2022 ore 14:30

    14:30 – Accoglienza
    15:00 – Preghiera e saluto da parte del Vicario Eposcopale
    Mons. Luciano Angaroni
    15:30 – Tempo di ascolto di una testimonianza e lavoro di
    coppia
    16:30 – Ripresa e conclusione, mandato verso l’Incontro Dio-
    cesano delle Famiglie del 18 giugno in Piazza Duomo. Merenda

    Durante il pomeriggio sarà presente un servizio di animazione per
    bambini e ragazzi con attività suddivise per età.

    Scansiona o clicca sul codice QR per iscriverti.

    Iscrizioni entro il 6 marzo. PER INFORMAZIONI pfzona5@chiesadimilano.it 340 1163502

  • IL FASCINO ORDINARIO DELLA SANTITÀ

    IL FASCINO ORDINARIO DELLA SANTITÀ

    In occasione della beatificazione di ARMIDA BARELLI che avverrà il 30 aprile L’AZIONE CATTOLICA DECANATO DESIO in collaborazione con il CENTRO CULTURALE “G. LAZZATI” propone un incontro per conoscere la straordinaria figura di questa donna:

    ARMIDA BARELLI:
    IL FASCINO ORDINARIO DELLA SANTITÀ

    Domenica 27 febbraio 2022 ore 16:00 presso Il Centro – via Conciliazione 15 – Desio relatore: LUCA DILIBERTO, storico e autore

  • La faccia

    La faccia

    In questi giorni di clamori di guerra, ci dicono alcuni che nella crisi ucraina nessuno può perdere la faccia. Avendo fatto dichiarazioni solenni, un politico di rango non può ammettere di avere sbagliato valutazioni e tornare indietro e costruire coerentemente un percorso di pace.

    A ben vedere sembra la stessa cosa avvenuta in Italia per l’elezione del Presidente della Repubblica: dopo giorni incomprensibili, alla fine tutti hanno vinto e nessuno ha perso la faccia.

    Ammettere i propri errori e mutare direzione è tra le cose più difficili, soprattutto oggi in un mondo dove i deliri di onnipotenza attraversano non solo i governi e i parlamenti, ma forse anche le assemblee di condominio.

    Su perdere la faccia è possibile una riflessione spirituale? Probabilmente sì, se pensiamo che come cristiani siamo i discepoli di uno che ha perso non solo la faccia, ma la vita. E l’ha persa non per un caso, ma per una consegna: ha donato la propria vita per la vita del mondo.

    Parlando dunque di Gesù, potremmo dire meglio non che ha perso la faccia, ma che ci ha messo la faccia. Ed è come Lui che noi vorremmo essere.

    Metterci la faccia è uscire dal vortice delle preoccupazioni, dalle comodità, e mettersi a disposizione. Anzitutto nelle occupazioni quotidiane di famiglia, lavoro e scuola, senza aderire passivamente al modello del “fare il meno fatica possibile”. E poi si aprono gli spazi della comunità cristiana, del volontariato, dell’impegno sociale. Facce nuove per un mondo nuovo.

    don Gianni

  • Sinodo: incontrare, ascoltare, discernere

    Dalla omelia del Santo Padre all’apertura del Sinodo (commentando il brano del “giovane ricco”) possiamo trarre qualche spunto di riflessione e di lavoro riguardo il tema proprio del “sinodo” e del cammino che la Chiesa è chiamata a compiere in questi mesi.

    […] Egli (Gesù) ci svela che Dio non alberga in luoghi asettici, in luoghi tranquilli, distanti dalla realtà, ma cammina con noi e ci raggiunge là dove siamo, sulle strade a volte dissestate della vita. E oggi, aprendo questo percorso sinodale, iniziamo con il chiederci tutti – Papa, vescovi, sacerdoti, religiose e religiosi, sorelle e fratelli laici –: noi, comunità cristiana, incarniamo lo stile di Dio, che cammina nella storia e condivide le vicende dell’umanità? Siamo disposti all’avventura del cammino o, timorosi delle incognite, preferiamo rifugiarci nelle scuse del “non serve” o del “si è sempre fatto così”? […]
    Fare Sinodo significa camminare sulla stessa strada, camminare insieme. Guardiamo a Gesù, che sulla strada dapprima incontra l’uomo ricco, poi ascolta le sue domande e infine lo aiuta a discernere che cosa fare per avere la vita eterna. Incontrare, ascoltare, discernere: tre verbi del Sinodo su cui vorrei soffermarmi.
    Il Sinodo è un cammino di discernimento spirituale, di discernimento ecclesiale, che si fa nell’adorazione, nella preghiera, a contatto con la Parola di Dio. E la seconda Lettura proprio oggi ci dice che la Parola di Dio «è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore» (Eb 4,12). La Parola ci apre al discernimento e lo illumina. Essa orienta il Sinodo perché non sia una “convention” ecclesiale, un convegno di studi o un congresso politico, perché non sia un parlamento, ma un evento di grazia, un processo di guarigione condotto dallo Spirito. In questi giorni Gesù ci chiama, come fece con l’uomo ricco del Vangelo, a svuotarci, a liberarci di ciò che è mondano, e anche delle nostre chiusure e dei nostri modelli pastorali ripetitivi; a interrogarci su cosa ci vuole dire Dio in questo tempo e verso quale direzione vuole condurci. […]
    Quest’ultimo paragrafo è illuminante: si tratta di pregare, ascoltare la Parola, incontrare… in poche parole “fare come Gesù”. Sembra una conclusione semplificatrice ma probabilmente è l’esercizio che non siamo ancora capaci di fare e per questo ripartiamo da qui, ma questa volta insieme e non in ordine sparso.
    don Flavio

    Il percorso sinodale diocesano

    Il Consiglio Pastorale cittadino del 21 gennaio scorso ha centrato l’attenzione su un tema tra i tanti proposti per gli incontri di ascolto sinodale a livello diocesano: “Dialogare nella Chiesa e nella società”.

    Secondo Papa Francesco “camminare insieme – laici, pastori, Vescovo di Roma – è un concetto facile da esprimere a parole, ma non così facile da mettere in pratica”. Non è difficile capirne il perché: è lo stile di vita della Chiesa che conta, più che le strutture o i grandi convegni come il Sinodo dei Vescovi: per il Papa se la Chiesa non impara davvero lo stile del “camminare insieme”, della sinodalità, allora tutto rimane lettera morta.
    Da qui nasce l’idea che il Sinodo prima di iniziare i suoi lavori consulti il popolo di Dio sulle sofferenze ed i problemi che incontriamo nella vita di tutti i giorni, sulle ansie di emarginazione e le paure che ci angosciano, ma anche sulle gioie e le speranze che sentiamo vive nel cuore quando ci affidiamo al vero Consolatore, lo Spirito di Gesù.
    I vescovi vogliono certo parlare a noi spezzando il pane della Parola e annunciando il Regno, ma prima desiderano ascoltare la nostra voce, soprattutto le parole di chi non ha voce, degli esclusi. Così hanno chiesto una consultazione generale a partire dalla chiesa locale, la parrocchia; vogliono capire, essere consigliati.
    L’ultima riunione del Consiglio Pastorale della nostra Comunità ha svolto questo compito, consigliare i nostri vescovi; insieme ai sacerdoti, al diacono ed alle religiose, i laici sono stati consultati perché corresponsabili nella Chiesa ed hanno potuto dire la loro.
    Più che una sintesi di quanto detto, impossibile da fare in queste poche righe, è questa la vera novità: lo stile di corresponsabilità che ci porta a camminare tutti insieme. Siamo tutti pellegrini in un popolo in cammino, sia pure con diversi carismi e ministeri, e quindi con differenti responsabilità, ma camminando insieme.
    Vittorino Sala