Mercoledì scorso, all’udienza generale il papa ha dato voce anche a noi: “Ho un grande dolore nel cuore per il peggioramento della situazione nell’Ucraina. Nonostante gli sforzi diplomatici delle ultime settimane si stanno aprendo scenari sempre più allarmanti. Come me tanta gente, in tutto il mondo, sta provando angoscia e preoccupazione”. Sembra naturale che il papa non venga ascoltato: il giorno successivo la situazione è peggiorata.
Ha proposto di agire con armi diverse da quelle dei contendenti sul terreno: “vorrei appellarmi a tutti, credenti e non credenti. Gesù ci ha insegnato che all’insensatezza diabolica della violenza si risponde con le armi di Dio, con la preghiera e il digiuno. Invito tutti a fare del prossimo 2 marzo, mercoledì delle ceneri, una Giornata di digiuno per la pace”.
Anche se non sappiamo ora cosa accadrà nel frattempo e anche se per gli ambrosiani non c’è mercoledì delle ceneri, accogliamo lo stesso l’invito del papa e uniamoci a lui nella preghiera e nel digiuno. Sarà il segno eccezionale di un’invocazione più forte. E il digiuno ci aiuterà a riflettere su ciò che conta veramente e a mettere da parte pretese inutili e aspettative superficiali.
Anche il nostro arcivescovo Mario Delpini invita a dire una decina del Rosario per l’intenzione della pace, immaginando di poter pregare sulla linea di confine, come a suo tempo immaginò il card. Martini – era il 29 gennaio 1991 – nel suo grido di intercessione: un testo che faremmo bene a rimeditare in silenzio davanti al Crocifisso Gesù e ai crocifissi della storia.
don Gianni