Il brano di Vangelo di oggi fa parte del lungo discorso nell’Ultima Cena in cui Gesù rivela ai suoi amici le cose che più gli stanno a cuore: una pagina che è la sintesi e il vertice del Vangelo perché ci parla dell’Amore. Sembra un brano facile, che si può riassumere in un generico “vogliamoci bene“, ma se ci lasciamo prendere dalla Parola del Signore, ci accorgiamo che è una pagina molto densa.
L’amore è un dono di Dio per noi. E per un cristiano, amare è un condividere questo amore, è un manifestare la vita nuova in noi che è partecipazione della natura intima di Dio che è Amore, rivelatosi in Gesù. Gesù rivela il suo amore con il dono della vita. E’ un amore richiesto con il Suo stile: un amore che si fa piccolo, umile, rispettoso della libertà degli altri, pronto al perdono.
Proviamo a chiederci, innanzitutto, se siamo convinti che l’amore è un dono da chiedere a Gesù che lava i piedi ai suoi apostoli, e se abbiamo compreso che bisogna “rimanere nel suo amore“ cioè in una vita spirituale profonda. Il nostro amore assomiglia a quello di Gesù? è senza limiti o al contagocce? è per tutti o qualcuno è escluso? è umile servizio o un sentirci superiori o bravi?
Oggi è la Giornata mondiale per le vocazioni: ciascuno di noi porta in sé un progetto di Dio, un modo particolare in cui vivere e manifestare l’amore ricevuto, cioè una vocazione.
Chiediamo al Signore di donarci il suo Spirito d’amore e di lasciarci prendere da questo Amore, per essere testimoni credibili del suo Vangelo, secondo la nostra vocazione.
DOMENICA 8 MAGGIOIV DI PASQUA At 21,8b-14; Fil 1,8-14; Gv 15,9-17 Nelle tue mani, Signore, è tutta la mia vita Liturgia delle ore: IV settimana
✙ 8.30 Basilica ✙ 9.30 S. Francesco ✙ 10.00 Basilica PRIMA COMUNIONE ✙ 10.00 Oratorio BVIper tutti ✙ 10.30 S. Cuore ✙ 11.00 Crocifisso ✙ 11.30 Basilica ✙ 18.30 Basilica
LUNEDÌ 9MAGGIOB. Serafino Morazzone, sacerdote At 9,31-43; Gv 6,44-51 A te la mia lode, Signore, nell’assemblea dei fratelli
✙ 7.30 Luigi e Amalia Caloia e fam. ✙ 9.00 Oratorio Giampiero Masolo ✙ 18.30 Michele Stamerra
MARTEDÌ 10MAGGIOFeria del tempo di Pasqua At 10,1-23a; Gv 6,60-69 Popoli tutti, lodate il Signore, alleluia
✙ 7.30 ✙ 9.00 Salvatore Orlando, Gianluca e Angela Bisaccia ✙ 18.30 Erminio Sanvito e Erina Orsenigo
MERCOLEDÌ 11MAGGIOFeria del tempo di Pasqua At 10,23b-33; Gv 7,40b-52 Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia
✙ 7.30 ✙ 9.00 Angelina e Pietro Guarneri ✙ 18.30 Carolina Piazza
GIOVEDÌ 12MAGGIOFeria del tempo di Pasqua At 10,34-48a; Gv 7,14-24 Sia benedetto Dio, che non mi ha negato la sua misericordia
✙ 7.30 Francesco Vinci ✙ 9.00 Maria Rossi e Francesco Pasquali 17.30 ADORAZIONE EUCARISTICA ✙ 18.30 Maria e Giuseppe Meda
VENERDÌ 13 MAGGIOB. Vergine Maria di Fatima At 11,1-18; Gv 7,25-31 Fra tutte le genti, Signore, risplende la tua salvezza
✙ 7.30 Claudio Monti ✙ 9.00 Enrico Pasquali e Teresina Cattaneo ✙ 18.30 Giovanni Capriglione e Gelsomina Bruno
SABATO 14 MAGGIOS. Mattia, apostolo At 1,15-26; Ef 1,3-14; Mt 19,27-29 Il Signore lo ha scelto tra i poveri
✙ 9.00 Aldo Colombo e fam. ✙ 18.00 S. Rosario ✙ 18.30 Liturgia vigiliare Emma Oggioni Letture della domenica: At 4,32-37; 1Cor 12,31-13,8a; Gv 13,31b-35
SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE IN BASILICA:giorni feriali: 8.30-9.00 e 17.00-18.15; sabato ore 16.00-18.15
VITA DELLA COMUNITÀ
DOMENICA 8 MAGGIO – IV DI PASQUA GIORNATA PER LE VOCAZIONI
10.00 Basilica: S. Messa di Prima Comunione (ingresso con pass)
10.00 Oratorio BVI: S. Messa per tutti
15.00 Basilica: incontro cittadino dei ministri straordinari della Comunione
21.00 Chiesa San Francesco (via Roma, 101): S. Rosario del mese di maggio
MERCOLEDÌ 11 MAGGIO
21.00 Missionari Saveriani: incontro nella fede per separati e divorziati
GIOVEDÌ 12 MAGGIO
17.30 Basilica: Adorazione Eucaristica
VENERDÌ 13 MAGGIO
21.00 Parrocchia San Giovanni Battista: Sull’albero con Zaccheo. Il Sicomoro. Carceri senza carcerieri: testimonianza di Simone Luerti
SABATO 14 MAGGIO
10.00 Oratorio BVI: prove e confessioni in vista della Prima Comunione (15/5)
15.00 Basilica: incontro per i genitori in preparazione al battesimo (22/03)
DOMENICA 15 MAGGIO – V DI PASQUA
10.00 Basilica: S. Messa di Prima Comunione (ingresso con pass)
10.00 Oratorio BVI: S. Messa per tutti
21.00 Chiesa Sacro Cuore (via Segantini): S. Rosario del mese di maggio
GRAZIE PER LA GENEROSITÀ
Offerte raccolte in parrocchia nei giorni 27 aprile-3 maggio: € 2.118,00.
Per la cupola in aprile: € 2.765,00.
Cena BVI per Caritas in Ucraina: € 2.630,00.
LA COMUNITÀ PREGA PER
Gli sposi della settimana: Paolo Campisi e Martina Piazzalunga.
Il bambino battezzato oggi: Mirko.
I defunti della settimana: Irene Schiatti Solaro, Ermanna Molteni Pozzoli, Renata Colotti Zappa, Urbano Santambrogio.
In anni non troppo lontani si avvertiva la paura che una forma di povertà ci potesse derivare dal fenomeno migratorio. Si diceva: “Ci portano via il lavoro” (spesso quello che gli italiani non volevano più fare).
Due anni fa lo scoppio della pandemia ha messo in difficoltà famiglie e imprese, riducendo la produzione e il lavoro, moltiplicando cassa integrazione e licenziamenti, interrogando tutti circa il futuro e le risorse per affrontarlo. La paura della povertà ha legittimamente toccato molte situazioni familiari e personali, che hanno sperimentato spavento e incertezza.
Ora lo scoppio della guerra influisce sulla nostra spesa energetica e su quella alimentare, l’inflazione è cresciuta e la prospettiva di doversi sentire più poveri di prima è tornata.
Peccato che al momento – almeno nei grandi mezzi di comunicazione – non si sia ancora fatto un calcolo dei costi effettivi di questa guerra: i costi delle armi,con conseguente aumento dei fatturati dell’industria militare; delle distruzioni di infrastrutture civili; della devastazione dell’ambiente, con la costante paura del disastro nucleare; dell’assistenza ai profughi.
Fondi enormi, sottratti a urgenze ben più importanti nei campi della salute, dell’educazione, del sostegno alle famiglie.
Quando l’energia e gli alimenti costano di più, forse noi possiamo risparmiare un grado o due del climatizzatore. Chi nei paesi più poveri vive già di un’economia di sussistenza, come potrà sopravvivere? Ai potenti questo interessa poco e procedono nella loro miopia. Non è così per i cristiani.
In occasione del 1° maggio, festa dei lavoratori, presentiamo un’associazione che, rifacendosi ai valori cristiani, si mette al servizio del mondo del lavoro conciliando l’insegnamento sociale della Chiesa e i diritti sanciti dalla Costituzione
Oggi pochi, pochissimi giovani sanno che cosa siano le ACLI, nate nell’immediato dopoguerra in epoca di unità sindacale come Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani.
Di solito oggi vengono associate ai loro servizi, senz’altro una parte importante – ma non l’unica – della loro identità. Essi spaziano dall’assistenza fiscale e di ausilio nel pagamento dei tributi (Caf), all’assistenza al lavoro, alla pensione e al welfare (Patronato), dall’assistenza alla famiglia per l’assunzione di lavoratori domestici, colf e badanti (Saf), all’assistenza ai cittadini stranieri (pratiche di permesso di soggiorno), fino all’assistenza nelle dichiarazioni di successione. A livello provinciale, attraverso un apposito istituto (ENAIP), fra i più importanti in Italia, le ACLI svolgono anche attività qualificata di formazione professionale. A livello locale viviamo la dimensione del Circolo, presente anche a Desio e dedicato al Fondatore delle ACLI nazionali, Achille Grandi, ubicato nella via a lui intitolata, dove morì. Un luogo che è anche momento di amicizia, ricreativo e anche di spiritualità e formazione.
Non manca la dimensione del turismo, attraverso ben due Agenzie di viaggi del Sistema ACLI che propongono vacanze alternative o gite giornaliere. Organizziamo momenti – in presenza e online – di lectio divina, di formazione e di spiritualità che ci portano a confrontarci, da cristiani, sulle problematiche più attuali, con particolare attenzione alla Dottrina Sociale della Chiesa.
Non dobbiamo avere paura di dirlo: le ACLI hanno anche una dimensione politica (che non significa certamente prendere le parti di un partito), perché provano a declinare la Bibbia e in particolare il Vangelo, l’insegnamento sociale della Chiesa, le encicliche dei Papi e i documenti del magistero in proposte concrete realizzabili a livello locale, nazionale e globale.
Non per nulla il logo che caratterizza le ACLI presenta una croce (la Croce di Cristo a cui – non dobbiamo dimenticarlo – in passato sono state contrapposte croci ad essa nemiche, che indica la nostra appartenenza a Cristo e alla Chiesa), un libro (che è anzitutto la Parola di Dio, la Bibbia e in particolare il Vangelo, ma è anche la Costituzione della Repubblica e, più in generale, ogni libro che ci forma come persone adulte e in grado di contribuire al progresso materiale e spirituale della società), una vanga e un’incudine (simboli del lavoro e della fatica che esso comporta, ma anche dei “lavoratori”, parola così cara anche alla Costituzione della nostra Repubblica).
Il tutto racchiuso in quello che parrebbe un esagono, ma che è, invece, una cella d’alveare, perché – come ci esortava Paolo VI – “le ACLI sono le api operaie della Dottrina Sociale della Chiesa” (che non è un di più della nostra formazione cristiana riservata a chi si occupa di politica o del sociale, ma che tutti siamo chiamati a conoscere per vivere una fede adulta!).
Ed è così che le ACLI anche oggi, dopo oltre 75 anni dalla loro nascita, possono ancora essere obbedienti alle loro tre fedeltà – alla Chiesa, al lavoro e alla democrazia – che, come ci ha ricordato Papa Francesco, si sintetizzano in una quarta fedeltà che le riassume tutte: la fedeltà ai poveri.
Nelle ACLI c’è spazio per tutti: per chi vi lavora e per chi vi sta da volontario, donando un po’ del proprio tempo per amore della giustizia che si fa cura del prossimo.
Durante la quaresima appena trascorsa, don David, cappellano della casa circondariale di Busto Arsizio, ha incontrato gli adolescenti per parlare della sua esperienza con i detenuti e del suo ruolo nella cooperativa “LA VALLE DI EZECHIELE”. Riportiamo un riassunto del progetto che don David sta seguendo per aiutare i carcerati.
Cos’è la valle di Ezechiele? La “Valle di Ezechiele” è una cooperativa sociale senza scopo di lucro in cui i detenuti della casa circondariale di Busto Arsizio, non solo trovano un lavoro, ma anche la “risurrezione”.
Dove nasce l’idea? “La Valle di Ezechiele cooperativa sociale” nasce nel giugno 2019, da un’idea di don David Maria Riboldi, cappellano della casa circondariale di Busto Arsizio, stanco dell’ozio forzoso cui il sistema penale italiano costringe chi ha da espiare una pena e allo stesso tempo desideroso di dare un’opportunità ai carcerati.
Qual è la missione? Lo scopo è quello di rimettere in piedi, “far risorgere”, persone che sono cadute e che spesso non sono consapevoli di aver bisogno di una mano.
Perché Ezechiele? Entrando in carcere si fa spesso l’esperienza di Ezechiele, che si trova a camminare in una valle piena di ‘ossa inaridite’.Il Signore, però, rimette insieme i pezzi e non butta via niente.
Cosa fanno i detenuti? I detenuti lavorano, in particolare si occupano di dematerializzazione di archivi cartacei, sbavatura e selezione di componenti in gomma, fanno corsi fotografici e realizzano cesti di Natale.
Perché il lavoro? Il lavoro è uno strumento efficace per la rieducazione dei detenuti, diminuisce i casi di recidività (che in Italia sono del 70%) e permette di sopperire anche al piccolo numero di educatori che possono aiutare i carcerati nel percorso in carcere.
Gesù è risorto e, oggi come allora, si rende presente in mezzo a noi per portarci il dono inestimabile della Pace: con tutta la chiesa chiediamo il dono della pace, nei nostri cuori, nelle famiglie, in Ucraina, in tutto il mondo!
Il gruppo del Rinnovamento nello Spirito “Gesù Misericordioso” invita tutti a celebrare con gioia ancora una volta la fedeltà del Signore Risorto nel Primo Venerdì del Mese, il 6 maggio ore 21 nella Chiesetta Sussidiaria del Sacro Cuore in via Segantini.
Celebriamo il Signore perchè è buono: Eterna è la Sua Misericordia!”
La provocazione arriva addirittura da papa Francesco nel giorno di Pasqua: «Si scelga la pace. Si smetta di mostrare i muscoli mentre la gente soffre. Per favore, per favore: non abituiamoci alla guerra, impegniamoci tutti a chiedere a gran voce la pace, dai balconi e per le strade! Pace!».
Smettere di mostrare i muscoli: un fenomeno che avviene non solo tra eserciti o alleanze politico-militari, ma che può ritrovare il suo ambiente nei luoghi di lavoro, nelle famiglie, talvolta nei rapporti tra i giovani; lo ritroviamo come premessa negli stili di vita della criminalità organizzata, delle baby-gang e nei casi di femminicidio; talvolta persino in riunioni di condominio o in dispute sportive.
Non abituiamoci alla guerra: ci si può abituare quando non si sente più dentro di sé una forza contraria alla guerra, quando si cercano giustificazioni, quando le notizie cominciano a scemare e si torna a interessarsi di altro. Qui dovrebbe valere la tolleranza zero.
Scriveva il teologo protestante tedesco Dietrich Bonhoeffer (morto nel campo di concentramento di Flossenbürg nel 1945): «Come si crea la pace? Con un sistema di trattati politici, investendo capitali internazionali nei paesi, vale a dire attraverso le grandi banche, mediante il denaro? O addirittura attraverso un riarmo pacifico generale con lo scopo di assicurare la pace. Le battaglie non vengono vinte con le armi, ma con Dio, vengono vinte anche laddove la strada porta alla croce».
Da cristiani vogliamo ancora vincere con Dio, e con la quotidiana preghiera per la pace.
don Gianni
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