IV di Pasqua
Il brano di Vangelo di oggi fa parte del lungo discorso
nell’Ultima Cena in cui Gesù rivela ai suoi amici le cose che
più gli stanno a cuore: una pagina che è la sintesi e il vertice del Vangelo perché ci parla dell’Amore. Sembra un brano facile, che si può riassumere in un generico “vogliamoci bene“, ma se ci lasciamo prendere dalla Parola del Signore, ci accorgiamo che è una pagina molto densa.
L’amore è un dono di Dio per noi. E per un cristiano, amare è un condividere questo amore, è un manifestare la vita nuova in noi che è partecipazione della natura intima di Dio che è Amore, rivelatosi in Gesù. Gesù rivela il suo amore con il dono della vita. E’ un amore richiesto con il Suo stile: un amore che si fa piccolo, umile, rispettoso della libertà degli altri, pronto al perdono.
Proviamo a chiederci, innanzitutto, se siamo convinti che l’amore è un dono da chiedere a Gesù che lava i piedi ai suoi apostoli, e se abbiamo compreso che bisogna “rimanere nel suo amore“ cioè in una
vita spirituale profonda. Il nostro amore assomiglia a quello di Gesù? è senza limiti o al contagocce? è per tutti o qualcuno è escluso? è umile servizio o un sentirci superiori o bravi?
Oggi è la Giornata mondiale per le vocazioni: ciascuno di noi porta in sé un progetto di Dio, un modo
particolare in cui vivere e manifestare l’amore ricevuto, cioè una vocazione.
Chiediamo al Signore di donarci il suo Spirito d’amore e di lasciarci prendere da questo Amore, per essere testimoni credibili del suo Vangelo, secondo la nostra vocazione.
don Alberto