Partecipare sempre

Succede di venire a conoscenza di un fatto e, pur senza saperne molto, di permettersi di scrivere giudizi. Questo metodo è esploso ad esempio nei giorni della morte di Papa Francesco e del pre e post conclave: si sono letti spesso commenti banali e superficiali, luoghi comuni e frasi fatte.
Lo stesso metodo approssimativo viene applicato ancor più quando si tratta di esprimersi attorno al governo di una nazione o di una città.

Le frasi più ricorrenti sono: “tanto non cambia niente” oppure “le cose non funzionano e non funzioneranno mai”.

Domenica prossima i desiani saranno chiamati a esprimere il voto per la scelta del sindaco e di coloro che governeranno la città nei prossimi anni. Voglio ringraziare tutti i candidati sindaci e coloro che si sono lasciati coinvolgere nelle liste elettorali.

Al di là della posizione politica, ogni persona che si candida è da apprezzare riconoscendone l’impegno del mettersi a servizio del bene comune.

Al tempo stesso ogni cittadino è chiamato all’impegno coraggioso e doveroso di esprimere con il voto la propria partecipazione. Andare a votare non è solo un diritto, ma ancor più un dovere per favorire la crescita di una comunità di uomini e donne, giovani e anziani, capaci di dare volto alla città dell’uomo.

E la città è dell’uomo quando i volti e gli sguardi, l’incontro e la condivisione di luoghi e spazi hanno il primato su ogni altra strumentalizzazione.

Nella Gaudium et spes, costituzione del Concilio Vaticano II nel rapporto tra Chiesa e mondo, si afferma:

“È dovere permanente della Chiesa di scrutare i segni dei tempi e di interpretarli alla luce del Vangelo”.

Con questa consapevolezza invito tutti, a partire dai cristiani che vivono la città, ad un rinnovato protagonismo laicale, fondato sulla dottrina sociale della Chiesa. È il tempo di lavorare insieme per ridare un’anima alla città, con una visione chiara del futuro, rafforzando la cultura della partecipazione e della responsabilità condivisa.

Sarebbe perdere l’appuntamento con la storia e con quanto ciascuno di noi può offrire a scrivere tale vicenda storica “lasciare a un destino di abbandono la bella città di Desio, la città del lavoro e dell’intraprendenza, la città della cura e della prossimità, la città dell’accoglienza e dell’integrazione culturale e religiosa, la città dell’educazione pensata e realizzata, una città pronta ad accogliere e dare spazio di espressione a tutte le generazioni, attraente per i giovani e vivibile per gli anziani”.

Con Giorgio La Pira, grande uomo di visione, sono certo che: “c’è una primavera che si prepara in questo inverno apparente”.

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