Il Vangelo di oggi fa parte del testamento spirituale di Gesù, il lungo discorso durante l’Ultima Cena in cui Gesù rivela ai suoi amici le cose che più gli stanno a cuore: è la sintesi e il vertice del Vangelo perché ci parla dell’amore.
Ci ricorda che l’amore è un dono di Dio verso di noi. Amare è, per un cristiano, condividere questo amore, è manifestare la vita nuova in noi che è partecipazione della natura intima di Dio che è amore, rivelatasi in Gesù.
Gesù rivela il suo amore con il dono della vita: “Nessuno ha un amore più grande di questo, dare la vita ai propri amici”. È un amore con un suo stile, un amore che si fa piccolo, umile, sempre rispettoso della libertà degli altri, pronto al perdono.
Proviamo a chiederci, innanzitutto, se siamo convinti che l’amore è un dono da chiedere al Signore, un Signore e Maestro che lava i piedi ai suoi apostoli e se abbiamo scoperto che il segreto di tutto questo sta nel rimanere nel suo amore, cioè in una vita spirituale profonda, in particolare nella celebrazione eucaristica in cui riviviamo il suo donarci la vita.
Interroghiamoci se il nostro amore assomiglia a quello di Gesù: é senza limiti o al contagocce? È per tutti o qualcuno è escluso? È umile servizio o un sentirci superiori o bravi?
Oggi è la giornata mondiale per le vocazioni: ciascuno di noi porta in sé un progetto di Dio, un modo particolare in cui vivere e manifestare l’amore ricevuto, cioè una vocazione: nel dono di sé nel matrimonio e nella famiglia, nella consacrazione al Signore, nel servizio umile e discreto verso gli ultimi, nell’offerta della propria sofferenza e preghiera al Signore.
Chiediamo al Signore di donarci il suo Spirito d’amore e di lasciarci prendere da questo amore, così da essere testimoni credibili del suo Vangelo, nel mondo.
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