Inizia, con questa domenica, la Quaresima, il tempo che ci prepara alla festa più grande, la Pasqua: è un tempo di verifica e di conversione, è un cammino di 40 giorni da vivere in pienezza. Come?
Il brano di Vangelo ci aiuta. Ci porta nel deserto, presentato dalla Bibbia come il luogo in cui l’uomo riscopre la sua totale dipendenza da Dio e riesce ad ascoltare, fuori dal frastuono del mondo, la Parola del Signore. È su di essa che dobbiamo fondare la nostra vita. Ma perché non risulti vana, dobbiamo trovare il tempo per ascoltarla, dobbiamo riuscire a ritagliare un po’ di silenzio pur nelle nostre occupazioni e preoccupazioni, perché è la Parola più importante e anche la più delicata. L’ascolto della Parola di Dio non deve essere fine a se stesso: Gioele, nella prima Lettura, ci mette in guardia contro una malattia facile nella religione, il formalismo, il fare dei gesti che non hanno riscontro nella vita. L’imposizione delle ceneri, ad esempio, non deve essere un gesto formale, ma un riconoscere quanto poveri siamo, simili ad un pugno di polvere, ma nello stesso tempo a quale grandezza Dio ci ha chiamati per amore, ad essere sua immagine viva nel mondo.
Il magro e il digiuno non devono essere solo un cambiare il menù a tavola, ma sono un segno di padronanza di noi stessi e di capacità di rinuncia a favore di chi non ha nulla. Forse oggi dovremmo fare digiuno di TV, di letture futili, di chiacchere inutili o, più profondamente, attuare la rinuncia a un legame sbagliato, a una situazione poco evangelica nella vita.
Gesù, come sempre, non si limita ad essere modello da imitare, ma vuole aiutarci in questo lavoro di conversione, anzi ne è lui il protagonista. E’ certo: il Signore può lavorare dentro di noi se gli apriamo il cuore.
Buona Quaresima.
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