Oggi è il capodanno della vita della Chiesa, del suo celebrare i misteri del Signore e, per riscoprire i misteri più grandi, la Chiesa ha voluto che fossero preceduti da periodi di riflessione e preghiera: l’Avvento per il Natale, la Quaresima per la Pasqua.
Come vivere queste sei settimane perché siano un momento di grazia? La Chiesa ci ricorda, iniziando l’anno liturgico con un periodo di attesa di una venuta che la nostra vita, tutta la storia umana è una attesa.
La storia ha inizio nella mente di Dio e ha un fine che è la venuta di Gesù.
L’Avvento ci ricorda da vicino la prima venuta: ci stiamo preparando al Natale, Dio che si fa uomo. Ma il Vangelo di oggi sottolinea l’attenzione per l’altra venuta, quella di Gesù giudice, alla fine. Un discorso difficile ma che ci aiuta a impostare bene questo periodo. La nostra attesa deve essere vigile e operante. È un’attesa di cui Gesù non ha voluto rivelarci la data: questo dovrebbe smentire tutti i Movimenti e le sette, tra cui i Testimoni di Geova che credono di poter predire la fine. È un’attesa che deve essere di ottimismo e di speranza perché la si vive con Lui.
Potremmo prendere a modello Maria, la persona che più di tutti ha vissuto l’avvento: imparare da Lei la capacità a meditare, cercando di trovare un tempo più abbondante di silenzio, di meditazione; la gratitudine a Dio che si esprime nella preghiera del Magnificat; la disponibilità umile e silenziosa che La vede premurosa a casa della cugina Elisabetta.
don Alberto