Il pensiero della settimana – III dopo il martirio di S. Giovanni
Nel Vangelo di questa domenica, Gesù domanda “chi sono io per voi”, indicando le condizioni per seguirlo: “chi vuol venire dietro a me, prenda la sua croce, ogni giorno, e mi segua”.
Innanzitutto la domanda “Ma voi chi dite che io sia?“
È più facile rispondere al “chi sono io per la gente?”: Per sapere che cosa pensa la gente di Gesù, si fa un bel sondaggio di opinioni, si fanno statistiche…
Ma è difficile porsi la domanda “chi è Gesù per me?“
Proviamo a immaginarci questa domanda rivolta a ciascuno di noi. Chi è Gesù nella vita del cristiano? Difficile rispondere, è come chiedere a un bambino chi è la sua mamma: saprà dire il nome, ma non chi è e che cosa rappresenta… Perché per lui è tutto.
Così è Gesù per il cristiano. Se qualcuno vuole andare dietro a lui, deve rinnegare se stesso e prendere la propria croce, ogni giorno.
Se camminiamo dietro a un Crocifisso, è inevitabile anche per noi portare la croce: quella che ci viene richiesta per essere coerente al Vangelo è quella che, come Gesù, si accetta perché rientra in un disegno d’amore del Padre in cui la croce diviene strumento di salvezza.
La croce più grande è quella di rinnegare noi stessi, mettere da parte i nostri progetti per assumere quelli di Gesù, con la certezza che la fine del cammino non è la croce o il sepolcro, ma è la risurrezione, la vita nuova. Il cristiano non è un condannato a morte, ma un destinato alla vita senza fine.
don Alberto