Abbiamo ancora ben chiari in mente i momenti di ansia e preoccupazione per il precedente gruppo di bambini che abbiamo accompagnato alla celebrazione della Prima Comunione tre anni fa, immersi in tutte le problematiche della pandemia. Di certo quest’anno abbiamo potuto dedicarci meglio e con più serenità al percorso di avvicinamento dei bambini al Sacramento, cercando di condividere prima tra noi adulti
e poi nei gruppi le varie sollecitazioni che il catechismo propone. Dopo avere celebrato in autunno la Riconciliazione, abbiamo dedicato incontri di catechismo e novena ad approfondire la dimensione comunitaria della vita di fede ed introdurre i bambini alla partecipazione fedele alla S. Messa domenicale.
Poi abbiamo cominciato ad avvicinarci alla celebrazione dell’Eucarestia: la moltiplicazione dei pani, la cena pasquale del popolo ebraico, che noi abbiamo concretamente consumato insieme, l’Ultima Cena, i vangeli delle domeniche di Quaresima commentati insieme e accompagnati da una serie di piccoli impegni settimanali, sono la traccia che abbiamo seguito per arrivare al culmine, con la Resurrezione e l’incontro di Emmaus. Ci accorgiamo di come spesso non sia facile percorrere insieme i sentieri della fede, soprattutto quando essa non riesce, per tanti motivi, a diventare centro e sostanza della nostra vita.
Da una parte noi catechiste percepiamo una vera sete di Buona Parola nei bambini e nelle famiglie, dall’altra, proprio nelle famiglie, che dovrebbero essere il primo ambito di educazione alla fede, si intravedono a volte fatica e discontinuità, causate da ritmi di lavoro e vita o bombardamenti mediatici che trascinano in direzione opposta. In ogni caso, come possiamo e sappiamo fare, noi abbiamo ben chiaro nel cuore e nella mente il messaggio che vogliamo trasmettere: è il Signore che ci cerca, ci invita, ci aspetta, ci conosce, insomma ci ama. “…se fossimo giunti a Gerusalemme dopo la Pentecoste e avessimo avuto il desiderio di incontrare Gesù non avremmo avuto altra possibilità se non quella di cercare i suoi per ascoltare le sue parole e vedere i suoi gesti, più vivi che mai. Non avremmo avuto altra possibilità di un incontro vero con Lui se non quella della comunità che celebra. Per questo la Chiesa ha sempre custodito come il suo più prezioso tesoro il mandato del Signore: fate questo in memoria di me” (Papa Francesco).
Ecco, ci piacerebbe aver seminato nel cuore dei bambini questo desiderio di conoscere e incontrare Gesù, e vorremmo che le nostre comunità fossero salde, unite ed accoglienti nel custodire e vivere questo tesoro.
Marina Doni e le catechiste IC4