Per il presepio in basilica gli organizzatori si sono posti il problema di come rispettare le indicazioni dell’emergenza sanitaria ed evitare ogni tentazione – per quanto benevola – di assembramento. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, perché il presepio è ben visibile da ogni angolo della chiesa e specialmente durante celebrazioni. Le sagome sono quasi ad altezza naturale e alcune di esse trovano spazio direttamente nell’area dell’altare. Una scritta esprime la fede in Gesù, Luce del mondo, riprendendo dal vangelo di Luca un’espressione del cantico di Zaccaria: «Ci visiterà un sole che sorge dall’alto». Il sole di Gesù vince le tenebre di ogni tempo, incluse quelle intessute di tristezza e paura dell’emergenza sanitaria tuttora in atto. Si richiama così anche l’origine della collocazione della solennità natalizia: la cristianizzazione della festa pagana del dies Solis invicti, quando le giornate cominciano di nuovo ad allungarsi. E si realizza la profezia di Malachia: «sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia».
Le sagome sono senza colori e senza volti, perché forse invitano noi a metterci al loro posto nell’accorrere all’incontro con il Bambino Gesù. Su quelle sagome mettiamoci dunque la nostra faccia e rallegriamoci di avvicinarci a Lui, più ancora nella vita che nel presepio.
don Gianni
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.