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La Comunità adulta educante
In vista della prossima Settimana dell’educazione (21-31 gennaio), è utile recuperare il significato di alcune parole particolarmente importanti.
Quando parliamo di Comunità educante a chi ci stiamo riferendo? Nel vissuto quotidiano è immediato pensare all’insieme degli operatori pastorali dell’oratorio. Non è sbagliato, purché non si perda la consapevolezza che chi si dedica all’azione educativa può farlo solo se inserito in un vissuto ecclesiale vivo.
Occorre andare oltre un’idea unicamente organizzativa della Chiesa e sentirsi inseriti nella richiesta del nostro Arcivescovo Mario: recuperare il desiderio di iniziare subito il Regno di Dio. Quando parliamo di Comunità educante vogliamo quindi riferirci alla Chiesa nel suo mistero e nella sua missione, visibili oggi in una Comunità concreta, fatta di uomini e di donne, bambini, giovani, anziani che amano, sperano, soffrono, in un particolare territorio. È una Comunità viva e cosciente di sé, che cammina con la cintura ai fianchi e il bastone in mano, pronta ad uscire per annunciare e vivere il Vangelo della gioia. Soltanto una Comunità che alimenta il desiderio missionario, può generare un’azione educativa vera e seria.
Come ci ha insegnato il card. Martini, il vero credente non si esonera mai dalla responsabilità educativa. È un’affermazione forte che ci ricorda che, in quanto adulti, siamo sempre chiamati alla responsabilità e alla relazione educativa con i ragazzi in crescita. L’incontro con i ragazzi e i giovani ci provoca ad assumere peculiari responsabilità umane e sociali, soprattutto oggi che viviamo un contesto culturale in cui spesso sono proprio gli adulti a voler fuggire dalla loro condizione di maturità. In questo senso, la prima preoccupazione di una Comunità educante non è di formare, ma di formarsi!
È inoltre bene ricordare che una Comunità può dirsi educante se sa riconoscere l’azione educativa del Padre verso di essa. Una Comunità deve quindi mantenere vivo il desiderio di incontrare la Parola del Vangelo, per rintracciare e assimilare lo stile educativo di Gesù, senza dimenticare la centralità di un vissuto fraterno intenso e l’acquisizione di nuove competenze pedagogiche specifiche necessarie per affrontare la complessità dei bisogni educativi di oggi.
La settimana dell’educazione va colta quindi come l’occasione per rinnovare insieme la coscienza di essere educatori in quanto adulti credenti.
don Stefano Guidi
Direttore Fom
Responsabile del Servizio per l’Oratorio e lo Sport
Arcidiocesi di MilanoCos’è ACmove?
ACmove è un percorso di Azione Cattolica che nasce dal desiderio di custodire con i giovanissimi il loro territorio e la loro quotidianità imparando a leggere l’attualità alla luce del Vangelo per diventare davvero una Chiesa in uscita.
Il primo incontro sarà giovedì 18 gennaio alle 19.30 presso i Saveriani di Desio (via Don Milani,2) e sarà tenuto da don Luca Ciotti – assistente diocesano dei giovani di AC – con l’aiuto di Davide e Simone, responsabili di zona.
Durante l’incontro ci lasceremo provocare dalla vita per arrivare a domandarci come questa ci parli del Vangelo: i ragazzi saranno i veri protagonisti che dovranno mettersi in gioco e confrontarsi tra loro con i propri talenti!
Per vivere al meglio una tale esperienza e calarla davvero nella quotidianità delle nostre vite ci prenderemo un tempio ampio per dare il via a relazioni significative: non è un incontro che si esaurirà in una sera, ma ci si fermerà a pernottare tutti insieme fino a condividere l’avvio del nuovo giorno, ognuno indirizzato verso i propri impegni e doveri (PORTATE MATERASSINO E SACCO A PELO).In sostanza ACmove è un di più, è un focus sulla vita, è una boccata di aria fresca che ti dà la carica per buttarti nella profondità della vita, è il la per iniziare un cammino di fede…
Simone Mazzola