“Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta”. “Ogni volta che mangiamo di questo pane e beviamo a questo calice, annunziamo la tua morte, Signore, nell’attesa della tua venuta”. “Tu ci hai redenti con la tua croce e la tua risurrezione: salvaci, o Salvatore del mondo”. Nel cuore della preghiera eucaristica, subito dopo la memoria dell’ultima cena e la consacrazione ed elevazione del pane e del vino, l’assemblea liturgica è chiamata a intervenire con una breve acclamazione, in una delle tre formule sopra citate.
Così il popolo di Dio si appropria di ciò che è accaduto e fa sua la preghiera pronunciata dal sacerdote a nome di tutta la Chiesa.
Dire Mistero della fede non significa che ciò che è accaduto – la trasformazione del pane e del vino nel corpo e nel sangue di Cristo – sia incomprensibile, non si possa capire. La parola mistero indica piuttosto quel mescolarsi tra realtà umane e materiali, pane e vino, e l’azione di Dio che, oltre a garantire la sua presenza tra noi, specifica come è presente.
Infatti la risposta in tutti e tre i testi parla di morte, o croce, e risurrezione e invoca la venuta e la salvezza di Gesù, ossia la pienezza della sua vita in noi. Affermiamo così che la Pasqua di Gesù è il vero centro della vita cristiana e della fede stessa. Tant’è vero che Gesù ci presenta il suo corpo come sacrificato e il suo sangue come sparso: l’eucaristia è dunque immagine ed espressione dellasua croce e della sua risurrezione. Non solo: dalla Pasqua inizia un processo della storia umana dove la presenza di Gesù è garantita per conseguire con Lui la vittoria finale, la vittoria su ogni morte. Ecco perché il cristiano non teme di annunciare la morte del Signore. E ciò accade non solo perché ne parla o ne legge nei vangeli o ne celebra il ricordo nella Settimana Santa.
Annunciare la morte di Gesù è impegnarsi perché fin d’ora nessuna morte possa vincere, possa togliere la speranza, possa apparire definitiva. Ecco allora il cristiano impegnato nei campi della medi-
cina e dell’educazione per vincere malattia e ignoranza; nelle lotte contro la povertà e il degrado dell’ambiente; e, soprattutto in questi giorni, nell’impegno a favore della pace, per eliminare, oltre alla
orribile distruzione dei corpi, anche ogni odio, causa della morte dell’anima.
In data 2 aprile il Vicario Episcopale mons. Luciano Angaroni ha scritto una lettera a tutti i fedeli della nostra Comunità pastorale di Desio per annunciare che “don Marco Tagliabue dopo due anni di presenza nella vostra comunità, a conclusione di un periodo caratterizzato dalla pandemia, è stato chiamato dall’Arcivescovo ad un nuovo incarico”.
Così prosegue: “Con il prossimo 18 aprile 2022 inizierà il suo servizio di Vicario parrocchiale presso la Parrocchia di San Dionigi, nel quartiere Pratocentenaro a Milano”.
Conclude invitando alla preghiera per don Marco e “per le vocazioni al ministero ordinato e per la santità dei preti”.
In questi pochi giorni la parrocchia di San Giorgio condividerà con don Marco il cuore dell’annuncio cristiano: la morte e la risurrezione di Gesù, la sua e nostra Pasqua. Questo annuncio aiuti ad accompagnare con la preghiera don Marco nel suo nuovo incarico e la parrocchia a sentirsi comunità viva secondo il Vangelo.
Spesso fatichiamo a trovare le parole giuste per dimostrare la nostra gratitudine verso qualcuno, viviamo d’altronde in un’epoca in cui si scrive sempre, ma uno scritto, un gesto, una attenzione che riceviamo possono essere talmente toccanti ed importanti che lasciano il segno. Dire GRAZIE per ciò che si è ricevuto è doveroso.
Questa comunità ti dice Grazie per l’insistenza e il richiamo alla Parola di Dio.
S. Paolo dice: “Qualunque cosa tu faccia, in parole o opere, falla nelnome del Signore Gesù, rendendo grazie a Dio Padre per mezzo di lui”. C’è una grande differenza tra fare le cose per obbligo e farle con cuore grato che cerca di onorare e compiacere Dio. Non solo è più piacevole per chi ci circonda, ma noi stessi beneficiamo della salute fisica e spirituale. Fare tutto nel nome di Gesù significa che siamo
suoi rappresentanti per coloro con cui interagiamo quotidianamente. Se vedono Gesù in me, se li tratto come lui vuole e lo faccio di cuore, non di mala voglia, io glorifico e agisco con cuore trasformato e amante.
Ancora S. Paolo ci ricorda: “Ringrazia Dio in ogni situazione, perché questa è la sua volontà per te in Cristo Gesù”. Come Figli di Dio riusciamo sempre a trovare qualcosa per cui ringraziare Dio anche in mezzo a situazioni che ci feriscono o ci sconcertano. Sappiamo che tutto funziona per il bene di quelli di noi che amano Dio. E andiamo avanti con fiducia. Non è
che neghiamo il nostro dolore, ma che in mezzo a quel dolore sperimentiamo la sua pace e sappiamo che ha uno scopo.
A volte, guardiamo indietro, vediamo che è proprio nei momenti più dolorosi o difficili che abbiamo sperimentato più chiaramente la potenza e la vicinanza di Dio. Manteniamo il nostro spirito attento alla presenza e alla bontà di Dio e non smettiamo di ringraziarlo.
Il Catechismo scrive: «Ogni avvenimento e ogni necessità può diventare motivo di ringraziamento». La preghiera di ringraziamento comincia sempre da qui: dal riconoscersi preceduti dalla grazia. Siamo stati pensati prima che imparassimo a pensare; siamo stati amati prima che imparassimo ad amare; siamo stati desiderati prima che nel nostro cuore spuntasse un desiderio. Se guardiamo la vita così, allora il “grazie” diventa il motivo conduttore delle nostre giornate. Tante volte dimentichiamo pure di dire “grazie”.
E ora…
Tre verbi, un unico invito, che Gesù rivolge spesso a coloro che incontra: “Alzati – va’- non temere”.
Alzati. “Non sederti”, prendi consapevolezza di te, dei tuoi doni, dei tuoi desideri. Stai in piedi sulle tue gambe, in un atteggiamento di curiosità e di scoperta.
Va’. Esplora ciò che ti sta attorno, allarga i tuoi orizzonti, apriti a quelle realtà che hanno più bisogno del tuo aiuto, della tua presenza, del tuo amore…
Non temere! È l’incoraggiamento di cui tutti abbiamo sempre bisogno. È la conferma che Colui che ci chiama ad alzarci e ad andare, ci è vicino e ci accompagna. Nel racconto dell’annunciazione entra in scena con tutta se stessa Maria, la giovane donna di Nazaret “cercata” da Dio. Alle parole dell’angelo le saranno passate in testa mille domande. Rimane stupita, ma anche turbata: che senso poteva avere tutto questo? Che cosa avrebbero pensato di lei… Giuseppe? La gente? L’angelo la invita a fidarsi dello Spirito, che sarebbe disceso su di lei. Ancora una volta risuona deciso l’invito a non temere. Rallegrati Maria, sii felice, perché il Signore è con te, sei amata gratuitamente per sempre.
Don Marco durante le benedizioni natalizie
Dio non elimina la paura, ma ci permette di abitarla. Tutti siamo accompagnati e sostenuti dalla presenza degli altri e dall’Amore di Dio che è più forte di ogni paura. Suggerisce Papa Francesco: «La paura non deve mai avere l’ultima parola, ma essere l’occasione per compiere un atto di fede in Dio… e anche nella vita! Ciò significa credere alla bontà fondamentale dell’esistenza che Dio ci ha donato, confidare che Lui conduce ad un fine buono anche attraverso circostanze e vicissitudini spesso per noi misteriose. Se invece alimentiamo le paure, tenderemo a chiuderci in noi stessi, a barricarci per difenderci da
tutto e da tutti, rimanendo come paralizzati. Bisogna reagire! Mai chiudersi! Nelle Sacre Scritture troviamo 365 volte l’espressione“non temere”, con tutte le sue varianti. Come dire che ogni giorno dell’anno il Signore ci vuole liberi dalla paura».
Nella vita ordinaria noi raramente ci rendiamo conto che riceviamo molto di più di ciò che diamo, e che è solo con la gratitudine che la vita si arricchisce. Ogni persona piccola o grande chepassa nella nostra vita è unica: lascia sempre un po’ di sé e prende un po’ di noi. Grazie per aver incrociato il nostro cammino!
I nomi propri femminili che troviamo nei Vangeli sono pochissimi. Sono però tante le donne menzionate, pur non avendo un nome proprio. Queste le percentuali di figure femminili presenti nei Vangeli canonici: 40% in Luca, il 30 % in Marco, il 25% in Matteo e il 25% in Giovanni
Senza limitare la riflessione sulle donne in genere nel vangelo, per cui rimanderei al libro di CHRISTINE PEDOTTI, Gesù, l’uomo che preferiva le donne, Traduzione italiana di Andrea Zucchetti, spenderei due parole sulla settimana della passione, quasi come dei piccoli fotogrammi.
L’unzione di Gesù a Betania da parte di una donna anonima
(Mt 14,3-9 e Mc 26,6-13)
Un racconto straordinario che i due evangelisti collocano all’inizio del racconto della passione di Gesù.
Quello compiuto dalla donna – versare sul capo di Gesù un intero vasetto di alabastro, pieno di profumo di nardo di grande valore – «è un gesto di alta levatura spirituale e teologica: pone una donna più vicina che mai al disvelamento del senso della morte di Gesù». Mentre i discepoli sembrano incapaci di comprendere ciò che sta per accadere a Gesù, è una donna
che ne profetizza la morte. Non potendolo fare a parole, lo fa compiendo un gesto molto eloquente riservato normalmente ai morti.
Le donne accanto alla croce
Sotto la croce una presenza, articolata e cospicua, di donne: la Madonna e la sorella, Maria di Magdàla, Maria madre Giacomo e Giuseppe, la madre dei figli di Zebedeo (Mt), Salome (Mc)
Giovanna moglie dell’amministratore di Cusa (Lc), Maria di Cleofa (Gv). Non solo «rappresentano anche tutte le donne gravate, nei secoli, dal peso delle sventure che hanno travolto i loro figli e i loro mariti», ma rivelano anche «pienamente il ruolo sociologico di chi deve rassegnarsi a subire, senza poter agire».
Le donne al sepolcro
Secondo tutte le testimonianze evangeliche, le donne discepole hanno sempre seguito Gesù con continuità e perseveranza, a differenza dei discepoli che lo hanno abbandonato nel
momento dell’arresto al Getsemani.
Alla sua morte in croce erano presenti e dunque testimoni. Al momento della sepoltura avevano osservato dove Gesù era stato posto da Giuseppe d’Arimatea e da Nicodemo.Di alcune conosciamo anche i nomi: Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Giuseppe, la madre dei figli di Zebedeo, Salome…
Di fronte al dolore esse sanno rimanere fedeli, accompagnare, con discrezione, in silenzio.
Continuano a servire Gesù con la loro presenza e lì rimangono, “inutilmente”. A loro sarà affidato il compito più bello: il loro Gesù, Cristo, è risorto come aveva promesso.
Domenica 3 aprile in oratorio “Beata Vergine Immacolata” i preadolescenti di seconda media della città hanno vissuto la loro tappa del cammino di quest’anno, la santa messa con il gesto
di “Mi sporco le mani”. Un gesto che invita i ragazzi a mettersi in gioco: un invito, cioè, a non stare a guardare, ma offrire il proprio essere cristiani sul campo, nella vita, nel gioco, nella scuola e in oratorio, perché solo chi “si sporca le mani” dimostra di aver lavorato bene.
Dopo la messa, pranzo in oratorio e a seguire un pomeriggio di giochi organizzati dai propri educatori.
Lc 23, 34: Padre, perdonali perché non sanno quello
che fanno.
Lc 23, 43: In verità ti dico, oggi sarai con me in Paradiso
Gv 19, 26-27: Donna ecco tuo figlio… ecco tua Madre
Mt 27, 46: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Gv 19, 28: Ho sete
Gv 19, 30: È compiuto
Lc 23, 45: Padre, nelle tue mani consegno il mio Spirito
Nei vangeli della Passione ci viene raccontato come Gesù raramente parla durante il processo davanti a Pilato o mentre viene torturato e beffeggiato. Ma sulla croce parla senza timore, perché in quel momento si rende necessario parlare, per amore nostro, a nostro vantaggio e per la nostra salvezza. Ogni parola ha uno scopo ed ha un effetto.
Ancora una volta un dono. Stupisce il pensiero che mentre é appeso a una croce, Egli é ancora colui che dona… Fino a che punto si spinge l’amore folle di un Dio per la sua crea-
tura?
Dona misericordia ai suoi persecutori
Il Paradiso al ladrone alla sua destra
Un figlio spirituale a sua madre, e a lei sollecitudine e attenzione, a Giovanni la benedizione di ricevere Maria nella propria casa
Al Padre rende l’obbedienza filiale, com’era stabilito
All’umanità dona espiazione e perdono
A ciascuno dà la sua parte, ma a lui nessuno dà nulla, se non fiele e aceto. Le sue parole sono di benedizione e grazia. Egli parla in questo modo della Misericordia, della redenzione e della vita eterna. Sulla croce non condanna nessuno, non punisce nessuno nonostante quello che patisce.
Egli viene non a condannare, ma a salvare il mondo (Gv 12, 47).
Il signore Gesù flagellato, inchiodato alla croce, con le spine che gli trafiggono il capo, pronuncia come prima parola: “Perdonali…” A lui importa dei suoi nemici, persecutori, del malfattore accanto a lui, di ognuno di noi… E non solo ha chiesto e chiede ancora di perdonarli, ma li giustifica, ci giustifica…: “ Perché non sanno quello che fanno”. Non cerca la vendetta, non vuole essere ripagato, ma difende la loro e la nostra causa davanti al Padre celeste. Aveva detto: “Amate i vostri nemici… pregate per i vostri persecutori…”. Ora lui per primo compie ciò che aveva comandato ai suoi discepoli. Per invocare Dio come Padre, bisogna sentirsi figli, come Gesù, il primogenito, lui che ci ha mostrato il volto del Padre, la sua Misericordia, parola che in ebraico rappresenta le viscere, l’utero della madre, che accoglie e protegge la vita. Che sarebbe di ognuno di noi senza quelle parole di Gesù al Padre? “Perdonali…perché il male è più forte di loro e non sanno quello che fanno…”. Per questo ha dato la sua vita, si è offerto per noi, perché da qui all’eternità nessuno possa sentirsi escluso dalla possibilità di sentirsi di nuovo accolto nel grembo della Misericordia divina e rinascere a vita nuova. Buona Pasqua.
10 aprile DOMENICA DELLE PALME XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù
SS. Messe – Basilica: 8.30, 11.30, 18.30 – S. Francesco: 9.30 – S. Cuore: 10.30 – S. Crocifisso: 11.00 Ore 9.30: Santuario del Crocifisso: partenza della processione con gli ulivi; ore 10.00: S. Messa in Basilica
LUNEDÌ SANTO 11 APRILE
Gb 2,1-10; Tb 2,1b-10d; Lc 21,34-36
La tua legge, Signore, è fonte di pace
✙ 7.30 Carmen e Pietro Ghetta
✙ 9.00 Oratorio BVI Pietro Floro
✙ 18.30 Pietro Vidale / Mario Trovò e
Maria Pressato / Massimo Luberto / Concetta Barresi / Cesarina Como / Giuseppe Elli
✙ 21.00 CELEBRAZIONE PENITENZIALE
MARTEDÌ SANTO 12 APRILE
Gb 16,1-20; Tb 11,5-14; Mt 26,1-5
Dal profondo a te grido, Signore; ascolta la mia voce
✙ 7.30 Antonietta Teruzzi
✙ 9.00 Teresina Pozzoli e Clementina
Meda
✙ 18.30 Antonia, suor Onoria Zago e fam.
MERCOLEDÌ SANTO 13 APRILE
Gb 42,1-10a; Tb 13,1-13; Mt 26,14-16
Dammi vita, Signore, e osserverò la tua parola
✙ 7.30 Venera e Giovanni
✙ 9.00 Salvatore Carlino
✙ 18.30 Giacomo
✙ 21.00 Santi Pietro e Paolo
CELEBRAZIONE PENITENZIALE
14 aprile GIOVEDÌ SANTO Confessioni: 8.00-12.00 e 15.00-17.00
ore 07.30 Lodi
ore 09.00 Liturgia della Parola
ore 17.00 Celebrazione per i ragazzi: Ultima Cena e gesto di carità
ore 21.00 S. Messa in coena Domini e adorazione fino alle 23.00
15 aprile VENERDÌ SANTO Confessioni: 8.00-12.00 e 16.30-19.00
ore 07.30 Ufficio delle Letture
ore 09.00 Lodi
ore 11.00 Via Crucis dei ragazzi (in Oratorio Beata Vergine Immacolata)
ore 15.00 Liturgia della morte del Signore
ore 21.00 Via Crucis itinerante e Celebrazione “nella Deposizione del Signore” (da via Gen. Cantore ang. c.so Italia – casa natale mons. Giussani – alla Basilica)
16 aprile SABATO SANTO Confessioni: 9.30-12.00 e 15.00-19.00
ore 09.00 Celebrazione del mattino
ore 21.00 Solenne Veglia Pasquale
17 aprile SOLENNITÀ DI PASQUA – SS. Messe secondo l’orario festivo
Basilica: 8.30, 10.00, 11.30, 18.30 – S. Francesco: 9.30 – S. Cuore: 10.30 – S. Crocifisso: 11.00
Scandole d’autore
Consegna scandole prenotate: 9 e 10 aprile ore 10.00-12.00 / 16.30-19.00 presso l’ex bar del Centro
GRAZIE PER LA GENEROSITÀ
Offerte raccolte in parrocchia nei giorni 30 marzo-4 aprile: € 1.279,00.
LA COMUNITÀ PREGA PER
Gli sposi: Leonardo Sinigaglia con Giulia Ponzo e Simone Martina con Ilenia Federzoni
I defunti della settimana: Ilva Fregosi Nosei, Fabrizio Gabbari, Riccardo Guidi, Giuseppe Longoni, Cinzia Avanzi Bonanomi, Graziella Mita, Maria Angela Carati Ventura.
Per sostenere la Posteria Sociale di Desio e le famiglie ucraine accolte sul territorio, si organizza una colletta alimentare straordinaria davanti a Esselunga, Coop e Unes Desio sabato 9 e domenica 10 aprile.
Se volete dare la vostra disponibilità, chiamate Veronica al 3403413287.
Grazie!
La prassi liturgica prevede sempre di cantare l’Alleluia e il Santo. In particolare il Santo si colloca al momento centrale della messa e invita il popolo di Dio a esplodere in un canto gioioso. In esso si esprimono la manifestazione della propria fede – il Santo è Dio, ben presente alla Chiesa in preghiera –, lo sguardo benevolo sull’universo creato – pieno della gloria di Dio e chiamato perciò a essere casa accogliente per l’umanità – e l’attesa che si ripeta il gesto dell’ultima cena proclamando che Colui che viene nel nome del Signore è benedetto!
Anche l’acclamazione Osanna, che originariamente pare fosse invocazione di aiuto, sull’onda di quanto i vangeli attribuiscono ai fanciulli festosi nell’ingresso di Gesù a Gerusalemme, diventa un grido di giubilo.
Come tante espressioni della preghiera cristiana e della liturgia, si può partecipare al canto del Santo in modo meccanico, senza riflettere su quanto si afferma e senza dargli la giusta intonazione. Oppure le bocche restano serrate, magari con la scusa di non conoscere testi e melodie che ormai anche le immobili statue della chiesa potrebbero far risuonare.
Non mancherà – specie in tempi colpiti da pandemia e guerra, ma sempre siamo segnati da preoccupazioni e sofferenze personali e familiari – chi dirà che non c’è niente da festeggiare e di cui gioire, e in parte gli si potrà dare ragione.
Non dimentichiamo però che il canto del Santo introduce proprio la memoria dell’ultima cena e del sacrificio cruento della croce: il corpo di Gesù è offerto e il suo sangue è versato. Questo è però il modo con cui Dio ama, perdona, impegna se stesso senza sacrificare altri. E si realizza qui la parola di Gesù: Nessuno ha un amore più grande di chi dà la vita per i propri amici.
Siamo noi gli amici che ricevono la vita, lo sono i cieli e la terra risplendenti della bellezza del creatore, lo è la vita dei cristiani impegnata a ripetere le parole, i gesti, lo stile di Gesù. E Gesù è benedetto perché viene nel nome del Signore: non è una benedizione di cui si appropria come se avesse vinto un Oscar o una medaglia olimpica, ma è la benedizione di Dio che, riversata sul Figlio, raggiunge ciascuno di noi.
Proclamando che Gesù è benedetto lo siamo anche noi, l’umanità del nostro tempo, il nostro mondo. Anche in tempi bui e tristi, la nostra vita è benedizione per tutti.
«Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la forza» (Dt 6,5)
Questo passo biblico è la preghiera quotidiana dei nostri fratelli ebrei lo Shemà. Esprime una scelta di vita esemplare sia dal punto di vista religioso che morale. Un versetto molto caro anche a Gesù, che lo varierà introducendo la «mente»: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente» (Mt 22,37). Cuore e mente, passione e intelligenza. In questa quinta settimana leggeremo ogni giorno, nei brani di Vangelo proposti dalla liturgia, l’amore e la vicinanza di Cristo per quelli che lo cercano con un cuore desideroso di amare, un cuore puro, un cuore che sappia giudicare, in modo da distinguere il bene dal male.Preghiamo
Signore,
il tuo giogo è dolce e il tuo carico leggero,
perché la tua Parola, accolta, porta nei cuori
la pace vera.
Ti prego per tutto il mondo,
perché la pace autentica possa farsi strada
nel cuore di ogni uomo. Amen
Impegno settimanale
Scopriamo: quale volto ha l’amore?
Quale forma, quale statura, quali piedi, quali mani? (Sant’Agostino)
Questo sito utilizza i cookie per offrire un servizio migliore.
Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta l'utilizzo dei cookie da parte del sitoApprovoPer saperne di più
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these cookies, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may have an effect on your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.