L’opera lignea è conservata nella Sezione Medievale della Pinacoteca Civica di Como, dove giunse negli anni Novanta del secolo scorso. Fu recuperata in cattive condizioni di conservazione da un’edicola posta sulla parete di un vecchio stabile, collocato nel borgo esterno alle Mura medievali della città, lungo la strada verso Milano. Non si conosce la collocazione originaria, probabilmente un edificio religioso incappato nelle soppressioni condotte alla fine del XVIII secolo.
Il restauro, realizzato dopo il ricovero in Museo, consentì il progressivo disvelarsi della statua sotto i numerosi rifacimenti apportati nel tempo. Furono asportate numerose stuccature, 4 ridipinture integrali e perfino 2 trasformazioni formali, realizzate mediante modellati in cartapesta, che ne alteravano le fattezze originarie, ma nello stesso tempo attestavano l’ininterrotto interesse cultuale verso l’opera.
La Madonna accoglie sulla gamba sinistra il Bambino benedicente. Il capo è velato dal mantello, che ricade dietro le spalle, valorizzando la perfetta presentazione frontale del gruppo della devozionale Sedes Sapientiae. La frontalità è accentuata anche dalla disposizione simmetrica delle braccia. Tuttavia la statua presenta un carattere di cordiale affabilità e vicinanza, grazie alla resa quasi sorridente delle figure. Rispetto ai tradizionali gruppi romanici, manifesta dunque un elemento della cultura gotica, divulgato nella pianura padana, e non solo, a partire dagli esempi della statuaria delle cattedrali d’Oltralpe.
La fattura lombarda è stata attestata dal rinvenimento di altre opere sorelle, tra cui, la più raffinata fu acquistata sul mercato antiquario lombardo da papa Paolo VI ed è conservata presso i Musei Vaticani. Letizia Casati
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