Proposta di legge “Un Cuore che batte”. Fino al 7 novembre una firma può salvare la vita dei nascituri
Giorgio Celsi, presidente associazione Ora et labora in difesa della vita, è promotore, insieme ad altre 14 associazioni – tra i quali Pro Vita & Famiglia onlus – di una proposta di legge di iniziativa popolare per modificare la legge 194 del 1978.
L’dea è di aggiungere un comma all’articolo 14, l’1bis, con lo scopo, spiega Celsi, «di obbligare il medico abortista che esegue la visita pre aborto a far vedere il bambino alla mamma intenzionata ad abortire e far sentire lei il battito del cuoricino della vita che porta in grembo. Questa, nello specifico, la dicitura del comma che si intende aggiungere: «Il medico che effettua la visita che precede l’interruzione volontaria di gravidanza ai sensi della presente legge, è obbligato a far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso».
QUI TUTTE LE ISTRUZIONI OPERATIVE SU DOVE E COME FIRMARE
E’ una proposta di legge importante perché se si facesse questa operazione, la mamma probabilmente cambierebbe idea, come già accade in Paesi che effettuano questo passaggio. «La donna ha il diritto di essere resa consapevole della vita che porta nel grembo, una vita con un cuore che pulsa. Solo in tal modo può essere realmente libera e responsabile delle sue azioni» racconta Giorgio Celsi.
Solitamente, però, chi fa la visita pre aborto è un medico abortista quindi appartenente ad un gruppo di medici che tendono a non far mai questo passo: attenzione perché a quel punto potrebbero essere responsabili, nei termini previsti per legge, del mancato consenso informato.
Celsi conclude con un appello a partecipare all’iniziativa: «C’è tempo fino al 7 novembre per raccogliere le 50mila firme che occorrono per presentare la proposta: in tutti i comuni c’è la possibilità di firmare, informatevi. Se proprio non ci fosse questa possibilità avvisate Ora et labora: possiamo salvare moltissimi bambini, le generazioni future ce ne daranno merito e anche il buon Dio».
È stata presenta, in data 16 maggio, una proposta di legge di iniziativa popolare, dal nome “Un cuore che batte“, per integrare uno degli articoli della Legge 194 del 1978.
Nel dettaglio la proposta vuole introdurre il comma 1-bis all’articolo 14 della Legge, contenente “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”.
La proposta vuole aggiungere che: “Il medico che effettua la visita che precede l’interruzione volontaria di gravidanza” ai sensi della legge, “è obbligato a far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso”. Come segnalato dal sito Ora et Labora in Difesa della Vita, l’attivazione della raccolta firme, salvo casi particolari che vi esortiamo a segnalarci, è ormai disponibile in tutti i comuni italiani. Infatti i moduli e tutta la documentazione necessaria per l’attivazione della raccolta firme per la Proposta di Legge di Iniziativa Popolare “Un cuore che batte” sono stati inviati tramite PEC (posta elettronica certificata) in tutti i Comuni d’Italia.
Gli organizzatori consigliano preventivamente di telefonare al Comune per sapere se effettivamente è stata attivata la raccolta firme e in quali orari è possibile recarsi per firmare. In caso affermativo, si esorta ognuno a firmare nel proprio comune di residenza e a farsi divulgatore della proposta, invitando quante più persone possibili a fare altrettanto, eventualmente comunicando loro gli orari di apertura dell’ufficio preposto.
Qualora invece la raccolta non fosse stata ancora attivata, l’invito è quello di chiedere al comune di controllare di aver ricevuto la mail PEC inviata dall’indirizzo oraetlabora33@pec.it.
Per eventuali chiarimenti o problemi è possibile contattare Ora et Labora al seguente numero: 3467035866.
Per quanto riguarda il materiale utile, è possibile scaricare QUI il Vademecum sui moduli da depositare in comune per la raccolta firme; QUI il Modulo per la raccolta delle firme e QUI il Manuale Operativo per la raccolta in piazza; QUI l’Informativa sul trattamento dei dati personali.