Vorrei partire dall’incanto e dallo spavento di avere 15 anni, con le sue domande inquietanti e inevitabili su come meritare la stima degli altri, come farcela a vivere in questo mondo, come amare.
La domanda che mi pongo spesso è come può nascere nei ragazzi il desiderio di crescere se gli adulti sono così scontenti. Se anche facciamo moltissime cose buone per loro, come potranno desiderare di essere un padre, una madre, un prete? Occorre stimolare il protagonismo intergenerazionale, perché gli
adolescenti si sentano responsabili dei loro coetanei e i più grandi dei più giovani.Pensiamo, ad esempio, agli oratori che non sono una bolla privilegiata nella realtà giovanile così come viene descritta normalmente, ma un laboratorio interessante in cui il protagonismo dei ragazzi si fa
responsabilità. Forse le amministrazioni comunali, la scuola e altre agenzie, possono promuovere eventi che facciamo emergere il gusto dei ragazzi di fare cose belle.Vi sono dimensioni della vita di un ragazzo o di una ragazza che non si possono censurare. La prima è la dimensione religiosa dell’adolescente: le domande sulla morte, la vita, l’amore, a cui solo Dio può dare
risposta, meritano di essere considerate. Abbiamo una parola da dire che dà speranza, mentre ora la speranza pare proibita e sembra che non si possa parlare di Dio in una società laica. Inoltre, c’è la dimensione affettiva.Abbiamo bisogno di persone che siano capaci di ascoltare i ragazzi sulle cose fondamentali.
Mons. Delpini e i giovani, ai Sindaci del Monzese, 30 giugno 2023