Con l’invito ai discepoli – «Toccatemi» – e a Tommaso – «Metti qui il tuo dito…» – Gesù mostra il suo corpo. Oggi l’affermazione Il corpo di Cristo accompagna la distribuzione della comunione eucaristica, mentre nella Chiesa degli inizi l’espressione corpo di Cristo indicava la comunità dei credenti, la Chiesa, quelli che ad Antiochia cominciarono a essere chiamati cristiani.
Se non a tutti, per motivi personali o morali, è possibile ricevere e toccare il corpo di Cristo eucaristico, tutti i battezzati sono parte del corpo di Cristo comunitario, ecclesiale.
Nel tempo della separazione tra io e noi – la nostra epoca segnata dall’individualismo – anche la comunità cristiana soffre vedendo che molti abbandonano la fede stessa mentre altri (non tutti!) vivono una sorta di chiusura nella propria privata pratica di fede e frequentano le chiese sullo stile delle stazioni di servizio.
Toccare il corpo di Cristo, che è la Chiesa, significa anzitutto riconoscere la dimensione comunitaria della fede: il Buon Pastore conosce a una a una le sue pecore, ma ne fa un popolo fraterno, solidale. Un popolo dove il servizio reciproco in nome della carità, il sentirsi corresponsabili dell’annuncio cristiano, la disponibilità a occasioni di fraterno incontro, il sostegno alla testimonianza di chi è in prima linea nei campi difficili del lavoro, della cultura, della politica, dell’educazione, sono una forma del toccare e far toccare il bellissimo corpo di Cristo, la sua Chiesa.
don Gianni