NEL RECENTE MESE DI FEBBRAIO PAPA FRANCESCO HA INCONTRATO I REFERENTI E I PRESIDENTI DELLE COMMISSIONI PER IL LAICATO DELLE CONFERENZE EPISCOPALI, SOTTOLINEANDO IN QUESTA OCCASIONE IL RUOLO RILEVANTE DEI LAICI, INTESI NON COME “OSPITI” NELLA CHIESA MA PROTAGONISTI AL PARI DEI “CONSACRATI” IN QUANTO TUTTI UGUALMENTE BATTEZZATI.
Nei lavori delle Commissioni per il Laicato e nell’incontro con il Santo Padre emergono con decisione alcuni punti fermi a proposito del ruolo dei laici nella chiesa attuale: in quanto battezzati esattamente come i “consacrati”, essi rappresentano una realtà viva orientata a camminare insieme, e non più come “binari paralleli” destinati a non incontrarsi mai. Dal Papa c’è il pressante invito a recuperare una “ecclesiologia integrale”, nella quale il laico non è il “non-consacrato” o il “non-religioso”, ma è “il battezzato”, che nel Nuovo Testamento è chiamato “discepolo” e “fratello”. Si opera insieme, ciascuno vivendo il proprio specifico ministero, ma integrato e in armonia con la Chiesa intera.
Laici e consacrati sono destinati a lavorare insieme come un unico “Popolo di Dio”, orientato alla testimonianza e alla missione come scopo ultimo di una diffusa sinodalità. In questo contesto il laico vive la Chiesa come “casa propria”, e in questo senso non è mai un “ospite”, ma à chiamato a prendersi cura di essa come protagonista. Come tale, il laico è depositario di un carisma (laicale appunto e non
presbiteriale) che si traduce nella testimonianza cristiana – unitamente a tutti i pastori consacrati – in tutti gli ambienti secolari: il mondo del lavoro, della cultura, della politica, della comunicazione sociale, dove ciascun battezzato appunto è
chiamato a essere “lievito” e testimone, nello spirito di una missionarietà diffusa.
Guido Feltrin