Capita di ricevere telefonate sul numero fisso dove gli interlocutori si presentano non per nome e cognome, ma dicono di sé “un cittadino di Desio”, “una parrocchiana”. Sia per un’informazione, sia per una protesta, l’anonimato è garantito (mentre è ben noto chi sta rispondendo).
Ancora. Negli ultimi tempi, stante l’arretramento della pandemia, il Vescovo autorizza a scegliere se ricevere la Comunione in mano o in bocca. Persone educate si sono presentate per poter ricevere la Comunione in bocca, ma, ben sapendo che in quel caso il ministro deve tornare a sanificarsi le mani, hanno proposto essi stessi di collocarsi in fondo alla fila ed evitare così disagi a sé, al ministro e agli altri fedeli. Capita talvolta che altri si mettano in mezzo e, alla educata richiesta del ministro di riceverla sulle mani oppure di ripresentarsi al termine della fila, senza incrociare il suo sguardo, se ne vadano irritati come se si fosse fatto loro un torto, facendo però venire il dubbio che la fede nell’Eucaristia, come presenza reale e necessaria di Gesù Cristo per la loro vita, non sia poi così solida e determinante.
L’incarnazione di Cristo, Verbo di Dio, non è un mistero della fede e basta, ma un invito a vivere pienamente la propria umanità, accompagnata dalla capacità di relazioni vere e non funzionali. Quelle funzionali respingono l’altro in un ruolo e fanno male a entrambe le parti.
Tutti però possiamo riscattarci, senza restare chiusi in una “bolla”, isolati dal mondo.
don Gianni