Tra i giusti desideri di questi giorni c’è quello di poter trascorrere qualche tempo fuori casa, in un contesto rilassante e bello, gratificante per lo sguardo e per lo spirito.
In occasione della Pentecoste in una sua lettera l’Arcivescovo Delpini invita a coltivare “lo sguardo sapiente di Dio sul mondo”, richiamando un detto del libro del Siracide: “Ha disposto con ordine le meraviglie della sua sapienza” (42,21).
Mons. Delpini si sofferma sui diversi modi di definire il vasto mondo che ci circonda. Universo designa “una immensità sconfinata in cui il nostro piccolo pianeta corre intorno al sole”; la nostra piccolezza riesce però a conoscere sempre meglio quella vastità. Natura indica un meccanismo mosso contemporaneamente da leggi precise e da fenomeni imprevedibili. Cosmo suggerisce invece ordine, bellezza e armonia. Si tratta di definizioni estremamente sintetiche e allusive, che però richiamano sia la capacità di comprendere il mondo tramite la scienza, sia la tragica – e attuale – possibilità di danneggiarlo, devastarlo, distruggerlo.
C’è un nome biblico e cristiano per tutto ciò: creato, dono di Dio per i suoi figli, casa comune da gestire in fraternità. L’immagine è il giardino affidato all’uomo perché possa “coltivarlo e custodirlo”, come scrive il libro della Genesi. Un dono che attraversa gli spazi, anche quelli interstellari, e i tempi, anche quelli intergenerazionali. Un dono di cui tutti – gente semplice e politici, lavoratori e imprese multinazionali – siamo amministratori e non padroni.
don Gianni
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.