La Giornata della solidarietà fu istituita venticinque anni fa dall’arcivescovo Carlo Maria Martini in un momento di crisi economica del Paese e rimane ancora oggi un segno dell’attenzione della Chiesa alla società. Essa appare ancora attuale per diverse ragioni.
L’attuale congiuntura degli scenari internazionali, in Europa come negli USA, e la crescita di forze politiche che puntano sul populismo, sono elementi che svelano una sempre maggiore chiusura dei corpi sociali.
Il lavoro sta subendo fortissimi mutamenti e viviamo il tempo della cosiddetta rivoluzione industriale 4.0, che tocca il campo dell’intelligenza artificiale, della stampa 3D, delle nanotecnologie e delle biotecnologie, delle auto guidate senza conducente. Così il mondo del lavoro vede l’estinzione o il ridimensionamento di molte professioni. Per esempio: il mondo bancario ha visto una riduzione di quasi 20 mila unità negli ultimi anni, perché il sistema home banking permette di fare da casa tutte le operazioni che prima necessitavano di uno sportello. Si pensi anche alle vendite on line e a quanto incidono sulle vendite al dettaglio.
Nelle nostre città il livello d’insofferenza tra le persone continua a crescere e talora l’antidoto allo scontro appare l’indifferenza. Per uscire da questa logica individualista, come Diocesi abbiamo chiesto ai territori di scrivere delle lettere alle proprie città. Un primo esempio di lettera alla città lo troviamo oggi in distribuzione nelle nostre chiese di Desio.