Appunti di Musica Sacra Luigi Molfino l’uomo, il maestro, la musica
“Per costruire un organo, bastano persone generose, e per fortuna si possono ancora trovare, ma per “costruire” un organista, non basta la sola generosità di qualche filantropo” .
Queste le parole che riecheggiano nella mia memoria. Le ho ricordate nel 1996 con la presenza del maestro per i suoi ottanta anni presso la chiesa dei SS. Pietro e Paolo a Desio, e le ripropongo ora nel suo ricordo a cento anni dalla nascita.
Oggi aggiungo che non si tratta solo di costruire un organista, ma di costruire e formare un musicista che abbia l’entusiasmo di fare musica in chiesa; nelle nostre chiese sempre più povere di musica. La musica sacra , con particolare attenzione alla liturgia, era la missione del maestro. Fermo assertore dei documenti della Chiesa, il maestro intendeva trasformare in realtà le istanze della Sacrosantum Concilium (1963) e delle istruzioni dedicate alla congregazione dei riti Musicam sacram (1967) di Paolo VI, dove si spiegano le riforme e le normative dedicate alla liturgia. Queste riforme prevedono la partecipazione dell’assemblea al canto in perfetta sintonia con la schola cantorum e il celebrante. Questa normativa prevede nuove musiche adatte alla liturgia, dove l’assemblea ha un ruolo di partecipazione attiva e la schola non sia mortificata dalla banalità. Semplicità non è sinonimo di banalità! Banalità è povertà, che nell’arte sacra destinata alla liturgia, è segno di debolezza. Debolezza che evidenzia il modo banale di pensare la fede.
Luigi Molfino è stato un difensore di queste indicazioni conciliari, dando esempi di rara bellezza. La sua musica è sempre stata attenta a mantenere la dignità e la consapevolezza del ruolo che un testo sacro porta in sé. Ma non basta tutto questo. Per portare avanti questo progetto si deve investire sulle persone, sui giovani, sugli studenti che intraprendono gli studi musicali. Questo è ciò che ha fatto il M° Molfino, che con il suo esempio ha formato molti allievi che hanno continuato e mantenuto vivo il suo pensiero. In modi e approcci diversi si è creato un numero ragguardevole di “discepoli” che continuano nel silenzio e spesso nell’anonimato a divulgare la grande musica nelle nostre chiese, tentando di costruire uno stile e un modello liturgico che dia dignità alla liturgia.
“Perché non venga mai meno l’entusiasmo per la musica e le cose belle”. Così scriveva il M° Molfino in una lettera al Coro Città di Desio dopo aver partecipato ad un concerto nel 1996.
Questo rimane il punto di riferimento del suo magistrale insegnamento come esigente maestro di musica e come indiscusso maestro di vita.
Enrico Balestreri