Pánta rêi (tutto scorre) -diceva Eraclito- ed ecco che siamo già arrivati all’inizio di un nuovo anno e ne salutiamo uno appena finito. Questi sono i giorni delle classifiche e dei bilanci: i servizi al telegiornale ci ricordano tutte le statistiche più o meno interessanti dell’anno che si sta per concludere, le copertine delle riviste ci mostrano il meglio e il peggio dei dodici mesi appena trascorsi, i social si riempiono di post con le previsioni di magici oroscopi che pretendono di rassicurarci sull’anno a venire.
Un nuovo anno che fa capolino all’orizzonte è un’occasione importante per fermarsi e fare il bilancio sull’andamento della nostra vita, le nostre scelte, i successi e gli scivoloni che abbiamo vissuto; è un momento opportuno per mettere nero su bianco i buoni propositi che intendiamo rispettare. Mi permetto di suggerirne uno a ciascuno di voi: STOP all’indifferenza!
In parte è colpa del tempo che stiamo vivendo, l’epoca del tutto e subito, dell’informazione continua che stordisce e disorienta la nostra vita; fatto sta che sempre più spesso siamo diventati dei campioni nel passare dalla gioia al dolore, dalla depressione all’euforia. Incapaci di sostenere il peso di tutte le stimolazioni che ci vengono ininterrottamente fornite, abbiamo costruito una particolare armatura attorno a noi che ci permette di entrare in contatto con tutto e tutti senza rimanere contaminati da nulla. Se da un lato questo comportamento ci preserva da una pericolosa instabilità che non ci permetterebbe di affrontare le sfide di ogni giorno, dall’altro conduce inevitabilmente ad essere affetti dal morbo dell’indifferenza.
La paura di soffrire nella vita ci rende così incapaci ad amare, pronti a voltarci di fronte al dramma del prossimo che il Signore ci pone sul cammino con la stessa velocità con la quale cambiamo canale sulla TV, manco fosse uno scroll sul display dello smartphone.
Finché restiamo contagiati da questo virus del nostro tempo, non avremo realmente accolto quel Bambino festeggiato la notte del 24 dicembre, saremo bloccati di fronte la mangiatoia senza riuscire a gioire nel nostro cuore, senza saperci inginocchiare per adorarlo, né tantomeno aver la capacità di lasciarci abbracciare. La nostra fede ci interpella e ci chiede di lottare l’indifferenza anche a costo di dover affrontare delusioni e fatiche; in fondo è l’unica via possibile per voler bene, per far in modo che la partita della nostra vita non sia una partita al solitario.
Pánta rêi (tutto scorre), non lasciamo che il famoso aforisma si tramuti in Olísthima rêi (tutto scivola), non permettiamo l’indifferenza ci renda insensibili a ciò che accade attorno a noi e soprattutto a chi ci accompagna o semplicemente si imbatte in noi nel pellegrinare dei giorni.
Ognuno di voi avrà già stilato la lista dei buoni propositi per il nuovo anno, ma sono sicuro che è rimasto lo spazio per aggiungerne un ultimo, magari sarà proprio questo a rendere indimenticabile l’anno che inizia.
Buon 2016!
don Pietro