La devozione al Volto Santo da parte di Teresa di Lisieux ha le sue radici nella figura della suora carmelitana Maria di S. Pietro, che visse dal 1816 al 1848. Successivamente Monsignor Lèon Dupont, il sant’uomo di Tours, divenne un apostolo totalmente consacrato alla diffusione di questa devozione. Il mercoledì santo del 1851 egli appese nel suo salone una riproduzione del Volto ricevuto dalla Veronica, copia di quello venerato in S. Pietro a Roma, e vi accese davanti una lampada a olio. Il sabato seguente una donna, a cui consigliò di pregare davanti all’icona, guarì. Da quel giorno molti pellegrini (e tra loro la famiglia Martin) verranno a pregare nel salone di Monsignor Dupont.
Il Carmelo di Lisieux, per mezzo di Madre Genoveffa, ottenne un’icona del Velo della Veronica. Madre Agnese Martin trasmise anche alla sorella Teresa questa devozione; inoltre confidò che, durante la malattia cerebrale del padre, Suor Teresa si consacrò con più fervore al mistero della Passione, ottenendo di aggiungere al suo nome quello del Volto Santo. “Come il Volto adorabile di Gesù, velato durante la sua Passione, così doveva essere velata la faccia del suo servitore fedele (il papà) nel giorno del suo dolore.” Questa intuizione di S. Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo illuminò la sua spiritualità e da quel momento comprese meglio la profezia del Servo di JHWH (Isaia 53). Vissuta in questo modo, la sofferenza diventa condizione di fecondità soprannaturale. La chiave del mistero è nel Volto di Gesù coronato di spine. Questo Volto Santo è il libro di meditazione da cui S. Teresa attinge l’umiltà e la scienza d’amore. Dall’inizio del 1896 lei portò sul cuore un biglietto, con una piccola immagine del Volto Santo e la scritta: “Fa’ che io ti rassomigli, Gesù”.