La Liturgia oggi ci presenta Giosuè, il successore di Mosè che introdusse il popolo eletto nella Terra promessa. Non è stata un’impresa facile: ha dovuto combattere i nemici, a Gabaon, dove per poter vincere pienamente, chiese al sole di fermarsi perché si prolungasse la giornata. Una pagina che, purtroppo, a chi non sapeva leggere bene la Bibbia, nel suo senso vero, ha dato uno dei motivi di condannare Galileo che ricordava che non è il sole che si muove, ma la terra.
Ha dovuto inoltre mettere in guardia il popolo dalla tentazione dei culti pagani e, a Sichem, in un’assemblea popolare, Giosuè chiede alla gente di fare pubblicamente una scelta o con Dio o con gli dei pagani, proclamando da parte sua la scelta di fedeltà a Dio.
Ora Giosuè è immagine di Gesù.
Anche Gesù chiede di fare delle scelte: non lascia indifferenti: scelte che comportano la Croce. Gesù la prevede e preannuncia tribolazioni e persecuzioni, ma non dobbiamo scoraggiarci perché il Signore con noi.
Il filo che lega le Letture mi pare proprio un invito alla speranza. Proviamo a chiederci, ripensando a Giosuè e a Gesù: abbiamo il desiderio della Terra Promessa, della vita eterna, cioè di una comunione profonda e intima con il Signore? La nostra vita ha come guida Gesù o abbiamo tanti idoli? Quali in particolare sono in contrasto con il Vangelo: soldi, successo, orgoglio, pigrizia? Abbiamo fiducia nel Signore che ci dà forza di vincere contro tutte le tentazioni e gli insuccessi?
Chiediamo al Signore di accompagnarci nel cammino della nostra vita, donandoci forza e luce.