Stare insieme al “Maestro” per poter educare chi ci è affidato
Mercoledì 31 gennaio, memoria di S. Giovanni Bosco, la chiesa di S. Giovanni Battista ha ospitato la Messa per gli educatori, i catechisti, gli allenatori e tutti coloro che sono chiamati ad educare i più piccoli. Ha introdotto la serata il ringraziamento del parroco verso tutti coloro che si occupano dell’educazione dei ragazzi della comunità. Don Fabio Riva, assistente giovani e Acr di Azione Cattolica ambrosiana, ha presieduto la S. Messa; riportiamo in breve l’omelia, rivolta soprattutto a coloro che si occupano di educare i giovani.
Riuniamoci a Gesù
Nella prima parte del Vangelo (Mc 6, 30-34) Gesù invita i suoi discepoli a riunirsi intorno a lui in disparte “Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’”. Coloro che si occupano della cura e crescita umana, spirituale e sportiva dei ragazzi nella Comunità Cristiana devono, prima di tutto, essere vicini a Gesù: solo una volta che lui è “entrato” nella vita di qualcuno allora lui può portarlo e testimoniarlo agli altri e ai giovani. Il Vangelo sottolinea anche l’importanza di avere dello spazio per “riposare in Dio”, bisogna sapersi fermare in Cristo, non facile con le attività quotidiane e i tanti impegni, per poter “ricaricare” lo spirito.
Andare incontro all’altro
Gesù è egli stesso un educatore, insegna alle folle e ai propri discepoli. Affinché noi possiamo essere veri educatori, dobbiamo prendere esempio da lui, cosa che possiamo scoprire a partire dal Vangelo. In primo luogo Gesù va incontro agli altri, incontra le folle e soprattutto i dodici, con i quali instaura un rapporto personale di amore gratuito e disinteressato. Egli si pone nel cammino di ogni singolo individuo con pazienza, viene anche rifiutato, ma rimane saldo e consapevole degli obiettivi per quella persona. Educare non è sempre facile, non solamente per noi, infatti neanche a Gesù sono risparmiate le fatiche della missione, è stato tradito, rinnegato… ma con pazienza e costanza ha proseguito la sua missione.
L’importanza del credere
Gesù è sempre un esempio nei confronti degli apostoli, così anche gli educatori devono essere un esempio credibile per coloro che gli sono affidati. Don Fabio ha sottolineato che è importante per un educatore credere in quello che dice e professarlo. Se la nostra testimonianza non è fondata su solide basi, non posiamo essere efficaci o credibili.
S. Giovanni Bosco
Gesù prova compassione per la folla, è quindi compito dell’educatore saper “patire con”, ovvero accostarsi e provare gli stessi sentimenti dei ragazzi per poter camminare con amore al loro fianco. Non tutti però sono uguali, il “gregge” che ci viene affidato è vario, non tutti hanno lo stesso livello e tutti allo stesso tempo ne fanno parte. Don Bosco è diventato santo proprio perché ha saputo stare con Gesù e da lui ha imparato ad educare il “gregge variegato” e da lì partire per la sua missione.