Il capitolo V della proposta pastorale dell’Arcivescovo Mario Delpini si intitola “La dignità del lavoro, per nobilitare la vita”.
Per una persona che come me ha una formazione giuridica è immediata l’associazione fra questo titolo e la molteplice ripresa della parola “dignità” in tutta la trattazione dell’Arcivescovo con l’art. 36 della Costituzione: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione (…) in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia
un’esistenza libera e dignitosa”.
La sintonia fra il messaggio cristiano dell’Arcivescovo e la Costituzione non si ferma sul tema del “lavoro degno”, ma assume una consistenza ancora maggiore. Mons. Delpini scrive, da una parte, che “la precarietà, l’incertezza e la povertà reddituale diventano un ostacolo importante anche per la costruzione di progetti di vita familiari e individuali; (…) limitano le possibilità concrete di costruire una famiglia e aprirsi alla generazione della vita”.
La Costituzione, dall’altra, lega proprio il “diritto alla retribuzione sufficiente” all’esistenza libera e dignitosa non solo del lavoratore, ma anche della sua famiglia.
Emerge in tutta evidenza la consonanza tra la visione evangelica e la cultura personalista che i Padri costituenti cattolici introdussero, in questo passaggio come in molti altri, nella Legge Fondamentale della nostra Repubblica.
In tale ottica il tema dei poveri che rimangono tali nonostante abbiano un lavoro, cui l’Arcivescovo dedica ampio spazio e che è emerso anche nel dibattito politico con la proposta del salario minimo, acquista un’attualità che per un cristiano è ancora più acuta. Le soluzioni tecniche sono giustamente lasciate alla politica e alle Parti sociali, ma il cristiano non può sottrarsi a una riflessione seria su questi temi,
denunciando anche lo sfruttamento lavorativo e non pensando che sia un problema individuale.
Il tema dell’individualismo è, infatti, il “filo rosso” dell’intera lettera pastorale e il mondo del lavoro non può sottrarsi a tale chiave di lettura. Anche il tema della valorizzazione dell’innovazione e quello di nuovi modelli di partecipazione dei Lavoratori alla vita dell’impresa – temi tradizionali della Dottrina Sociale della Chiesa e toccati dall’Arcivescovo – chiedono una riflessione approfondita che anche nei luoghi ecclesiali siamo chiamati a sviluppare.
Francesco Pasquali
(Presidente Circolo Acli Achille Grandi – Desio)