La vocazione è qualcosa che cresce ogni giorno, si evolve e matura.
Così Fabrizio, diacono nella nostra Comunità, ci racconta il suo cammino di risposta al progetto di Dio
Spesso si pensa che vocazione è un fatto istantaneo, che riguarda un dato momento della vita di una persona che si sente chiamata a fare qualcosa di grande. Vocazione sembra quasi un qualcosa di preliminare a un cambiamento, a uno stravolgimento della vita. Certo, ci sono stati episodi di grandi conversioni accompagnati da una chiamata. Pensiamo a san Paolo, che insieme alla chiamata di Gesù sente questo stravolgimento nella sua vita e da persecutore della Chiesa ne diventa uno dei più grandi apostoli e fondatori. Pensiamo a sant’Agostino e alla chiamata che sentiva dentro il proprio cuore, che all’inizio non sapeva ben individuare ma che poi è esplosa in tutta la sua bellezza.
La vocazione, quella ordinaria, quella che arriva dalla vita di tutti i giorni è qualcosa di più lento, progressivo, che interpella, che mette in crisi, che non si capisce bene cosa sia, e che solo dopo molto tempo si realizza.
Ci ho messo oltre 40 anni per capire a che cosa il Signore mi stesse chiamando. Certo, la domanda più semplice che un uomo può farsi è quella di dire “forse il Signore mi sta chiamando alla vita sacerdotale, o religiosa…”. Ed è stata la stessa domanda che mi sono posto io per tanto tempo… Ma solo aprendo il cuore, solo lasciandosi trasportare dagli interrogativi, solo lasciandosi accompagnare da chi prende a cuore il tuo cammino, si può arrivare ad individuare bene quale sia la vocazione e come poter rispondere.
Dapprima ho pensato alla vita sacerdotale e dopo aver accettato la possibilità che questa non fosse la mia vocazione, ho potuto scoprire e riscoprire ogni giorno la bellezza del servizio alla Chiesa come diacono permanente. Un cammino che è iniziato nel 2013 e che oggi, a 2 anni e mezzo dalla mia ordinazione, sento che sto man mano maturando e costruendo.
La vocazione infatti non è un episodio straordinario e isolato della propria vita. La vocazione è qualcosa che nasce nel cuore, che cresce, che si fa sentire non solo quando si muovono i primi passi, ma ogni giorno, continuamente, si evolve, matura, cresce.
A chi mi dice “Quando hai sentito questa vocazione?” io semplicemente rispondo che la mia vocazione non è mai cessata. Quella voce che dentro il mio cuore chiama e interpella non si è mai fermata, perché la vocazione è qualcosa che matura con il tempo, che forma una esistenza, che cerca di rispondere a un progetto più grande di noi. La vocazione non è qualcosa che arriva in via preliminare e poi si fa da parte quando si risponde, ma è un continuo chiamare e richiamare al senso della vita, al progetto di Dio, alla bellezza di sentirsi ogni giorno chiamati.
E infine a chi mi chiede: “e ora cosa farai”? Io rispondo semplicemente: cerco di continuare a rispondere a quella chiamata ogni giorno, perché dentro quella vocazione più grande ci sono tante altre piccole chiamate che arrivano ogni giorno, che mettono alla prova, e che permettono alla vocazione di crescere e intensificarsi nel progetto che Dio ha su di me. Guai se non riuscissi a rispondere anche un solo giorno a questa chiamata!
Diac. Fabrizio Santantonio