Relativamente alla Domenica della Parola, che ricordiamo questa domenica, vogliamo riprendere una esortazione del papa che il 31 ottobre scorso ci sollecitava, con una curiosa metafora, a leggere, rileggere e appassionarsi alla Parola di Dio.
“Così ci entrerà nel cuore e potremo portare frutto in Lui”.
Un grande monaco vissuto intorno all’anno Mille, Guglielmo de Saint-Thierry, diceva che la Parola di Dio va ruminata nell’anima. Proprio come le mucche fanno con l’erba, con quella stessa lenta e gustata assimilazione.
Scriveva il monaco ai suoi fratelli di Mont-Dieu: “Ogni giorno bisogna far scendere nel ventre della memoria qualcosa che convenga al nostro proposito di vita, che favorisca l’attenzione a Dio e trattenga l’anima dal disperdersi in pensieri estranei”.
Questo paragonare la digestione delle mucche all’assimilazione spirituale delle Sacre Scritture può meravigliare qualcuno, oggi, ma non scandalizzava nessuno dei contemporanei di Guglielmo che avevano davanti agli occhi le immagini di una vita rurale e di una natura dove era più facile scorgere i segni del grande mistero che ci fa esistere.
Papa Francesco ha citato la curiosa metafora del monaco medievale nell’Angelus del 31 ottobre scorso, quando ha invitato i fedeli a leggere ogni giorno una pagina del Vangelo. “La Parola del Signore va ripetuta – ha detto Francesco – fatta propria, custodita. La tradizione monastica usa un termine audace ma molto concreto. Dice che la Parola di Dio va ‘Ruminata’. Possiamo dire che è così nutriente perché deve raggiungere ogni ambito della vita: coinvolgere, come dice Gesù, tutto il cuore, tutta l’anima, tutta la mente, tutta la forza”.
Abbiamo imparato a conoscere la concretezza di questo papa e così succede anche quando Francesco invita i fedeli a leggere e ‘ruminare’ ogno giorno qualche versetto dei Vangeli. Accompagna sempre questo invito con dei consigli semplici e concreti. Come il suggerimento di procurarsi una copia tascabile dei Vangeli da tenere sempre con sé.
“È importante familiarizzare con il Vangelo – spiegava nell’Angelus – averlo sempre a portata di mano e leggerlo e rileggerlo perché quando lo facciamo, Gesù, Parola del Padre ci entra nel cuore, diventa intimo a noi e noi portiamo frutto in Lui”. Certo, nell’era della tv e dei social le distrazioni non mancano. “Per questo – continuava ancora Francesco – chiediamo al Signore la forza di spegnere la televisione e di aprire la Bibbia; di chiudere il cellulare e di aprire il Vangelo”.
a cura della redazione